Entra in vigore oggi il Testo Unico del Vino. Si tratta della nuova “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino”, approvata lo scorso 12 dicembre e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 28 dicembre. Di fatto, dopo un lungo iter, il Parlamento ha riunito in un unico contenitore le normative precedentemente contenute in tre diversi testi. L’intervento è a 360 gradi e riguarda svariati ambiti: introduce il Ruci-Registro unico dei controlli ispettivi (che dovrebbe evitare ai produttori le odiate verifiche fotocopia da parte degli organismi di controllo, che saranno coordinati a livello centrale), rivede la disciplina delle sanzioni (attraverso l’introduzione della diffida e del ravvedimento operoso), prevede nuovi strumenti di tracciabilità del vino come i sistemi telematici di controllo soprattutto sui vini Dop e Igp, obbliga alla dematerializzazione dei registri di cantina.
“Il Testo Unico – sottolinea la Coldiretti – porta finalmente alla semplificazione delle comunicazioni e adempimenti a carico dei produttori, revisione del sistema di certificazione e controllo dei vini a denominazione di origine ed indicazione geografica con un contenimento dei costi, alla revisione del sistema sanzionatorio, l’introduzione di sistemi di tracciabilità anche peri i vini a Igt e norme per garantire trasparenza sulle importazioni dall’estero. Adesso la palla passa al Ministero delle Politiche agricole che dovrà mettere mano ad alcuni decreti applicativi al fine di rendere completamente operative le semplificazioni stabilite nel Testo Unico. In tal senso auspichiamo che nella revisione dei decreti applicativi si dia assoluta priorità all’adeguamento delle disposizioni sui controlli e la certificazione dei vini a Denominazione di origine e Indicazione geografica a alle norme per la gestione del potenziale produttivo al fine di mettere a regime lo sportello unico degli adempimenti e evitare la duplicazione inutile delle attività di controllo”.
“Tra le principali innovazioni – ricorda Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti – la riduzione da dieci a sette anni dell’arco temporale entro il quale un vino Doc può richiedere il riconoscimento Docg e da quattro a tre le campagne necessarie alla richiesta di cancellazione della protezione qualora le Dop e Igp non siano state rivendicate o certificate. La burocrazia è considerata dai vitivinicoltori il principale ostacolo al loro lavoro. Dal vigneto alla bottiglia fino ad oggi è necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti, con 100 giornate di lavoro che oggi ogni impresa vitivinicola è costretta ad effettuare per soddisfare le 4mila pagine di normativa che regolamentano il settore”.
Uno sforzo maggiore sul fronte della sburocratizzazione lo auspica nella fase dei decreti applicativi la Federvini, che attraverso il direttore generale Ottavio Cagiano de Azevedo saluta con estremo favore l’introduzione del principio (sancito dall’articolo 1 del nuovo Testo) che prevede la salvaguardia del vino, dei prodotti della vite e dei territori vinicoli come “parte del patrimonio ambientale, culturale, gastronomico e paesaggistico italiano, nonché frutto di un’insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni”.