Rimandata ancora le decisione finale per l’eventuale rinvio a giudizio di Michele Licata. Salvo ulteriori novità, il gup del Tribunale di Marsala Riccardo Alcamo deciderà mercoledì 16 novembre sulle richieste avanzate dai legali dell’imprenditore marsalese, gli avvocati Stefano Pellegrino, Carlo Ferracane e Salvatore Pino. In particolare, il collegio difensivo ha anticipato nell’udienza odierna la richiesta di patteggiamento per le figlie Valentina e Clara Maria, mentre per quanto riguarda Michele Licata la decisione sul rito abbreviato dovrà essere commisurata all’esame del consulente. “Il 16 novembre – spiega l’avvocato Stefano Pellegrino – dovremo trovarci pronti sia per concordare le pene per le figlie, sia per capire se il giudice intenderà procedere con il rito abbreviato semplice o con quello condizionato”. A fine settembre i legali dell’imprenditore lilybetano avevano chiesto al giudice Alcamo un altro mese di tempo per far sì che il proprio assistito versasse altri 2 milioni di euro nelle casse dell’erario, che si aggiungerebbero ai 4 milioni già versati. I pagamenti, però, devono essere autorizzati dal giudice di prevenzione Messina, tenuto conto che il patrimonio dell’imprenditore è stato sottoposto a sequestro in seguito all’operazione del 22 aprile del 2015.
L’inchiesta che coinvolge lo storico proprietario di diverse sale ricevimento e strutture ricettive realizzate tra Marsala e Petrosino si era concretizzata il 22 aprile del 2015 in quello che l’ex capo della Procura Alberto Di Pisa definì “un sequestro patrimoniale senza precedenti nell’ambito del circondario di Marsala e forse anche nel trapanese”. Tramite l’intervento della Polizia Tributaria di Trapani e della Sezione PG della Guardia di Finanza, furono sequestrate somme in denaro e titoli riferibili a Licata e alle figlie Clara Maria e Valentina. Il 26 novembre dello stesso anno, nel corso di una nuova conferenza stampa, lo stesso Di Pisa presentò la seconda fase dell’operazione, che si concretizzò nel sequestro di altri capitali, società e beni, per una somma complessiva pari a 127 milioni di euro.
Su questo secondo fronte, parallelamente al procedimento in corso davanti al gup Riccardo Alcamo, Licata e i suoi familiari stanno seguendo con attenzione anche quello in corso a Trapani, presso la Sezione Misure di Prevenzione e relativo al sequestro delle strutture che fanno parte dell’impero messo assieme nel giro di vent’anni dall’imprenditore marsalese e rispetto al quale gli inquirenti hanno registrato una forte sperequazione tra il patrimonio effettivo e il reddito dichiarato. In questo secondo procedimento si attende il completamento del lavoro di tre periti e di un consulente a suo tempo nominati. La mole del lavoro richiesto ha portato recentemente alla richiesta di una proroga dell’incarico. Con ogni probabilità, la decisione finale dovrebbe arrivare a gennaio.
Su questo secondo fronte, parallelamente al procedimento in corso davanti al gup Riccardo Alcamo, Licata e i suoi familiari stanno seguendo con attenzione anche quello in corso a Trapani, presso la Sezione Misure di Prevenzione e relativo al sequestro delle strutture che fanno parte dell’impero messo assieme nel giro di vent’anni dall’imprenditore marsalese e rispetto al quale gli inquirenti hanno registrato una forte sperequazione tra il patrimonio effettivo e il reddito dichiarato. In questo secondo procedimento si attende il completamento del lavoro di tre periti e di un consulente a suo tempo nominati. La mole del lavoro richiesto ha portato recentemente alla richiesta di una proroga dell’incarico. Con ogni probabilità, la decisione finale dovrebbe arrivare a gennaio.
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