Nei giorni scorsi è approdata all’attenzione del Consiglio comunale la vicenda, raccontata più volte dalle nostre testate, relativa al dimensionamento “subito” dal Parco Archeologico di Marsala che da qualche settimana fa parte del polo museale sotto le direzione di Luigi Biondo e che ormai di fatto dipende dal museo Pepoli di Trapani. Ad intervenire sull’argomento, interrogando anche il sindaco Alberto Di Girolamo, il vice presidente del Consiglio. “Ho fatto una battaglia perché questa specie di accorpamento non avvenisse – ci ha detto Arturo Galfano – purtroppo l’assenza di efficacia della deputazione marsalese alla regione, ancora una volta si è fatta sentire. E così siamo stati incredibilmente classificati come museo. Un museo di 28 ettari, forse il più grande del mondo”. Il consigliere si riferisce al fatto che oltre al museo del lungomare, che attualmente non è visitabile perché oggetto di lavori in corso, vi fa parte anche il parco di Lilybeo che come è noto si trova all’aperto. Insomma, degli scavi sono stati classificati come museo. “ C’è di più – aggiunge Galfano –, del polo dovranno fare parte anche i musei di Favignana, il satiro di Mazara e il piccolo museo di Partanna. Immaginiamoci dal punto di vista materiale ed organizzativo cosa potrà accadere”. Il Consigliere però sembra nutrire molte aspettative sul dirigente che che è stato chiamato ad occuparsi del nuovo polo museale. “Luigi Biondo, già direttore del museo Pepoli, è persona competente ed ha subito capito le difficoltà in cui si trova il nostro parco – ha continuato l’esponente di maggioranza -. Ci siamo incontrati e lo faremo ancora nei prossimi giorni, ma l’auspicio è quello che da Palermo possano rivedere le posizioni e fare marcia indietro delle decisioni prese. La mia impressione è quella che hanno deciso dirigenti che forse non sono mai stati a Marsala e non sanno di cosa parlano”. Anche il sindaco si è più volte espresso a favore dell’ “indipendenza” del parco marsalese. “Poi però, grazie anche alla assenza totale della deputazione marsalese, anche lui ha dovuto fare buon viso a cattiva sorte – ha concluso Galfano –. Oggi, sindaco e Consiglio comunale, debbono impegnarsi perché venga riconosciuta la centralità della nostra struttura. Mi pare assurda l’idea che si possa modificare andando a finire sotto la direzione del museo di Selinunte. Finiremmo per transitare dalla classica padella alla brace”.
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