“Diffamò Solina”, condannato l’ex sindaco di Alcamo Sebastiano Bonventre

redazione

“Diffamò Solina”, condannato l’ex sindaco di Alcamo Sebastiano Bonventre

Condividi su:

venerdì 13 Maggio 2016 - 13:53

A quasi quattro anni dal ballottaggio delle amministrative del 2012, ieri pomeriggio, è stata emessa la sentenza di condanna per diffamazione continuata nei confronti dell’ex primo cittadino, Sebastiano Bonventre, il quale durante il comizio di chiusura della campagna elettorale lanciò delle accuse al suo rivale, Niclo Solina, candidato del movimento politico Alcamo Bene Comune

Mille e 500 euro di multa, 2 mila euro di risarcimento a Niclo Solina, e il pagamento delle spese legali per diffamazione continuata. Questa è stata la decisione del giudice Tesoriere pronunciata, ieri pomeriggio, nei confronti di Sebastiano Bonventre, sindaco di Alcamo dal 2012, poi, dimessosi nel corso del 2015.

La condanna è arrivata dopo quattro anni dalle precedenti elezioni amministrative che hanno fatto tanto discutere. Solina, infatti, insieme al suo movimento politico ABC, era riuscito ad accedere alla fase del ballottaggio, trovandosi a gareggiare con un’unica lista contro una delle coalizioni più ampie della storia politica alcamese. Il suo competitor, Sebastiano Bonventre, era sostenuto da ben sei liste, tra cui la forza politica che aveva fortemente voluto la sua candidatura, il Partito Democratico, ovvero, da due degli esponenti politici che fino a quel momento avevano governato il territorio alcamese: l’ex sindaco Giacomo Scala e l’ex senatore Nino Papania. Quella che, però, doveva essere una leale competizione tra due alternativi programmi elettorali, si era trasformata in un duello dai toni molto accessi, che crescevano man mano ci si avvicinava allo scontro finale. La rimonta di Solina era stata così repentina, dal primo turno di votazione, che i sondaggi pronosticavano un testa a testa al ballottaggio, senza precedenti, con l’avversario Bonventre nel frattempo diventato, per una parte dell’opinione pubblica alcamese, il simbolo della vecchia classe politica. Nonostante la voglia di cambiamento, Bonventre vincerà le elezioni del 2012 per soli 39 voti. Quel risultato, però, è stato messo in discussione dalle vicende processuali che seguirono e che, oggi, sono in parte diventate note.

Le amministrative del 2012, inoltre, restano nella memoria dei cittadini alcamesi anche per i duri attacchi a Solina da parte dell’ex sindaco Bonventre, durante quello che è diventato uno dei più famosi discorsi politici svoltasi ad Alcamo, e che gli costeranno la condanna per diffamazione nei confronti del suo rivale. È stato proprio il video di quella dissertazione tenuta da Bonventre, l’ultimo giorno della campagna elettorale, ad essere diventata la prova del reato da lui commesso. Come ha ricostruito il Pubblico Ministero, nell’ambito delle conclusioni del dibattimento, il video del 18 maggio del 2012, che riporta il comizio finale di Sebastiano Bonventre, testimonia una “critica a tutto spiano nei confronti di quello che era il suo antagonista” e, dunque, di Niclo Solina. Secondo la ricostruzione della Procura, Bonventre aveva spostato la discussione dal contesto elettorale, colpendo la sfera morale del suo avversario. Le offese nei confronti di Solina, in particolar modo, riguardavano: l’aver avuto comportamenti volti a spingere i giovani a far uso di alcool e l’aver pronunciato espressioni blasfeme nei confronti della “Madonna di Alcamo”. Inoltre, Sebastiano Bonventre aveva dato a Niclo Solina dell’imbecille. Dunque, secondo la tesi del PM, queste espressioni utilizzate esulano dal diritto di critica politica. Inoltre, uno scopo specifico di questi attacchi consisteva nel danneggiare l’altro candidato per assicurarsi un ampio consenso. Per tale motivo, il Pubblico Ministero, nel corso del dibattimento, ha chiesto come pena per Bonventre la diffamazione continuata. Dello stesso avviso il legale di Solina, Giuseppe Benenati, che ha ricostruito più a fondo le affermazioni esternate dall’ex sindaco di Alcamo per colpire il suo avversario politico “Perché noi ai ragazzi non insegniamo ad ubriacarsi, non gli diamo l’alcool libero. Io ho dovuto soccorrere delle persone per strada l’altro giorno. Vergogna Solina! Vergogna una volta di più per avere oltraggiato il nostro sentimento popolare. Ho decine di testimoni che diranno che i tuoi ragazzi sono stati plagiati al punto di offendere blasfema, in modo blasfemo la nostra Madonna. Abbiamo decine di testimoni e te li porteremo davanti. L’imbecillità, l’imbecillità non ha finito”. Testimoni che, però, come ha sottolineato l’avvocato Benenati, nel processo non sono mai stati sentiti, perché l’imputato non ha presentato in udienza nessuno che potesse confermare quanto da lui sostenuto. Benenati, inoltre, ha precisato che le offese di blasfemia nei confronti di Solina devono essere considerate tali perché il suo assistito, al contrario, è un uomo di chiesa, un uomo molto devoto che si reca a messa ogni giorno alle 8.00 e, dunque, le sue accuse sono false. Così, anche l’illazione sulla appartenenza di Solina ad una setta. Infatti, Sebastiano Bonventre, sempre in occasione di quel comizio finale aveva affermato “Caro Solina, chi sei? Quale tua storia personale ti pone al di sopra di tutti noi? Da dove vieni? Conosciamo tutto di tutti in questa città. Noi abbiamo una storia personale limpida…non dobbiamo più tacere, dobbiamo recuperare quei ragazzi da questa setta che li sta avviluppando…e chi sei tu per metterti dalla parte del bene? Chi sei tu? Chi te l’ha data questa autorevolezza? Chi sei? Chi rappresenti? Chi ti circonda? Chi ti finanzia? Come fai a fare tutto questo?”.

L’accusa a Solina di appartenenza ad una setta, per l’avvocato Benenati, è diventata un’offesa beffarda. Infatti, nel corso del procedimento penale è emersa l’appartenenza dell’ex sindaco Bonventre alla massoneria, in particolare, alla loggia di Maria Maddalena che, come ha osservato il legale di Solina, contrasta con quelli che dovrebbero essere i comportamenti di chi si professa cristiano. Ciò che l’avvocato Benenati ha ritenuto di dover sollevare è che il vero colpo basso ricevuto da Solina ha a che fare con l’aspetto temporale del comizio. Infatti, alla mezzanotte del 18 maggio scattava il silenzio elettorale e l’avversario Niclo Solina non avrebbe avuto alcun modo di replicare e spiegare all’opinione pubblica che le accuse lanciate da Sebastiano Bonventre erano infondate.

Secondo la difesa dell’ex sindaco di Alcamo, rappresentata dai legali Gucciardo e Basile, quello che è stato ricostruito nell’aula del tribunale è stato totalmente decontestualizzato, perché ciò che è stato estrapolato dal discorso politico tenuto da Bonventre, il giorno prima del silenzio elettorale, faceva parte di una dissertazione più ampia, ed è il risultato di un clima teso, causato anche dagli attacchi sui social dei simpatizzanti di ABC che accomunavano il voto per Bonventre ad un voto dato alla mafia. La difesa, inoltre, ha sostenuto che, in realtà, Bonventre ha cercato di rimediare alle sue esternazioni con delle scuse e, dunque, mettendo in atto delle condotte riparatorie mediante comunicati stampa ed interviste ai giornali e tv locali. Inoltre, secondo la ricostruzione dei fatti resa dai legali, una volta diventato sindaco, Bonventre ha teso la mano al movimento di ABC in consiglio comunale. Bisogna dire che non è stata però “offerta” la presidenza del consiglio comunale, in quanto opposizione, come la prassi della democrazia solitamente richiede. Poi, i legali di Bonventre, forse, per giustificare l’appartenenza del proprio assistito alla massoneria, hanno voluto ricordare il fatto che la massoneria ha avuto un ruolo importante nel Risorgimento e, dunque, l’eventuale affiliazione del dottore Bonventre alla citata loggia massonica Maria Maddalena, non dovrebbe essere vista in maniera negativa. In realtà, in Italia, la massoneria viene associata a movimenti anticlericali e, dunque, la Chiesa Cattolica ne ha criticato sempre la concezione mistica che è propria della massoneria. Vero è che Bonventre ha lasciato delle dichiarazioni di distensione nei confronti di ABC, ma non si è mai scusato pubblicamente con Niclo Solina, che era la persona offesa nel processo.

La sentenza di ieri rappresenta per Solina il secondo risultato positivo raggiunto dopo la condanna per voto di scambio inflitta all’ex senatore Papania nelle scorse settimane, il quale avrebbe contribuito ad alterare proprio il risultato elettorale del 2012: la vittoria di Sebastiano Bonventre per 39 voti.

Linda Ferrara

Condividi su: