Processo per voto di scambio: depone il capitano dei carabinieri di Alcamo

redazione

Processo per voto di scambio: depone il capitano dei carabinieri di Alcamo

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mercoledì 13 Aprile 2016 - 16:14

Continua al Tribunale di Trapani il processo per voto di scambio nel quale sono coinvolti l’ex senatore del Pd, Nino Papania, e il suo braccio destro, Massimiliano Ciccia, i quali, secondo la procura, con il loro comportamento portarono “all’alterazione” del voto degli elettori alcamesi durante le amministrative del 2012, che si conclusero con la vittoria, per soli 39 voti, dell’ex sindaco di Alcamo, Sebastiano Bonventre, sostenuto da una coalizione guidata dal PD, sul contendente Niclo Solina del movimento Alcamo Bene Comune

Il filone d’inchiesta sul voto di scambio ad Alcamo, che la nostra testata sta seguendo, è quello relativo al turno del ballottaggio delle elezioni del 2012, che occorre distinguere da quello relativo l’altro processo in corso, in cui è coimputato, oltre a Nino Papania e Massimiliano Ciccia, l’ex consigliere comunale Antonio Nicolosi, e che ormai sta giungendo al termine. Infatti, la data della pronuncia della sentenza di primo grado è stata fissata per il 21 aprile prossimo. Dunque, il contenuto che ci accingiamo a riportare, mediante questo contributo, riguarda l’udienza svoltasi ieri, nella quale è stato sentito come teste l’ex comandante del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Alcamo, l’allora tenente Danilo Ferella. Nella sostanza, il tenente Ferella, rispondendo alle domande del PM Franco Belvisi, ha confermato l’identificazione dei soggetti coinvolti nell’indagine sul voto di scambio alle ultime amministrative di Alcamo, e precisamente: Giuseppe De Blasi, detto “Peppe”; Leonardo De Blasi, il padre di Giuseppe, chiamato “Nardino”; Leonardo Vicari, identificato come “Nanà”; Giovanni Renda, al quale ci si riferisce, a seconda delle situazioni, con l’appellativo “Giovà” o “Giovanni”. Quelle condotte dai carabinieri alcamesi, nei confronti di detti soggetti, sono state delle intercettazioni ambientali supportate da un sistema GPS in grado di stabilire, in un dato momento, la perfetta collocazione dell’auto con cui i quattro soggetti erano soliti muoversi: una Seat Ibiza. Grazie a questo strumento, la Compagnia di Alcamo ha potuto constatare che durante la campagna elettorale del 2012, i protagonisti della vicenda sostavano, frequentemente, davanti la segreteria politica dell’ex senatore Papania, sita in via Roma. In alcune intercettazioni, infatti, Leonardo e Giuseppe De Blasi, Giovanni Renda e Leonardo Vicari parlavano del denaro, che avrebbero ricevuto da Nino Papania, divenuto nel frattempo una sorta di “bancomat” per i 4 “scansafatiche”, che avrebbero avuto il compito di raccogliere i voti proprio per l’ex parlamentare, il quale in occasione delle amministrative del 2012 appoggiava l’ex sindaco di Alcamo Sebastiano Bonventre.

Nino Papania

Nino Papania

Inoltre, secondo il racconto del tenente Ferella, spesso, a consegnare i soldi ai soggetti in questione sarebbero stati Massimiliano Ciccia e Filippo di Gaetano, quest’ultimo autista dell’ex senatore. Un altro protagonista dell’inchiesta, venuto fuori dalle intercettazioni effettuate dai carabinieri è Davide Picciché, detto “carroattrezzo” a causa della sua attività lavorativa per conto del comune di Alcamo, mediante un appalto ottenuto durante l’amministrazione di Giacomo Scala, che gli verrà in seguito contestato e per il quale un ex dirigente comunale è stato condannato per abuso d’ufficio. Ciò che, comunque, è emerso nel corso della deposizione dell’ex comandante Ferella è che gli assegni effettuati da Papania ai soggetti intercettati, troverebbero riscontro nelle indagini portate avanti dall’Arma. In particolare, il tenente Ferella ha fatto riferimento ad un assegno di euro 500,00 emesso dalla Banca del Senato della Repubblica per conto dei quattro uomini intercettati. Ma un altro fatto, di non poca importanza, è emerso durante quest’ultima udienza e portato all’attenzione del giudice Messina dall’avvocato Giuseppe Benenati, che difende Niclo Solina.

Niclo Solina

Niclo Solina

Infatti, l’avvocato Benenati ha chiesto conferma a Ferella sulla denuncia sporta dal suo assistito il 29 ottobre del 2013, concernente il danneggiamento della sua vettura, attraverso dei lunghi e profondi graffi arrecati, probabilmente, con un corpo acuminato. Il tenente ha risposto in senso positivo a questo quesito. La deposizione dell’ex comandante dell’Arma verrà ripresa domani, nel corso di un’ulteriore udienza. Anche questo filone del processo per voto di scambio potrebbe giungere al suo termine prima dell’estate. Bisogna sottolineare, però, che in questi lunghi tre anni il processo ha subito diverse battute d’arresto, a causa del corposo materiale contenente le intercettazioni, affidate alla revisione di un perito che ieri, dopo 10 mesi, ha chiesto un’ulteriore proroga per effettuare degli approfondimenti. L’inchiesta portata avanti dalla procura di Trapani si è dovuta scontrare anche con dei sorprendenti colpi di scena, come quelli scaturiti a seguito di una perquisizione effettuata dalla polizia tributaria presso gli uffici della Società Cooperativa Futura 2000, nella disponibilità di Papania, ubicata in via Gaetano Martino. Nel corso delle operazioni delle fiamme gialle del maggio del 2015, infatti, sono stati rinvenuti dei documenti molto importanti che, inspiegabilmente, si trovavano in possesso dell’ex senatore, tra cui: un verbale redatto nel 2013 dalla Compagnia Carabinieri di Alcamo nei confronti di Niclo Solina, privo di firma; un verbale redatto nel 2012 dai PM Penna e Tranchillo, senza firme; una nota del comandante del reparto della Compagnia dei Carabinieri di Alcamo e, per l’appunto, del tenente Danilo Ferella, anche questo non firmato. Come sia entrato in possesso di questi delicati documenti l’ex senatore Nino Papania, oggi, non ci è ancora noto. Così come sono oscuri i motivi che potevano spingere l’ex esponente del PD ad impossessarsi di tali atti. Una cosa, però, sembra a noi chiara: la possibilità che ad Alcamo potessero mutare certi equilibri di potere ha creato, nel periodo delle amministrative del 2012, un clima poco piacevole. Nella speranza che al prossimo appuntamento elettorale ciò non si verifichi più, riportiamo uno degli stralci delle intercettazioni dell’epoca pubblicate dai giornali e che, alla luce di quanto accaduto e di quanto oggi è in itinere, sia dal punto di vista processuale che politico, ci appare molto significativa.

Nel dialogo che segue, infatti, i quattro soggetti, a bordo della Seat Ibiza, riferendosi alle imminenti elezioni discutevano della consegna di danaro da parte dell’ex senatore Papania, ma anche di Mimmo Turano, diventato nello stesso anno deputato regionale dell’UDC.

INTERCETTAZIONE DEL 28 APRILE 2012

RENDA GIOVANNI: Meno male che ho a questo…al senatore… “ogni tanto sbrizzìa” (ogni tanto dà soldi n.d.r.)

[Salgono in auto Leonardo Vicari e Leonardo Blasi, con due bottiglie di vino ricevute in regalo]

DE BLASI LEONARDO: Cinquecento euro ci ha dato, ragazzi.

RENDA GIOVANNI: Come mai ve li ha dati?

DE BLASI GIOVANNI: Così…

VICARI Leonardo: Perché non ne aveva più “blocchetto” (assegni)…hai capito? Blocchetto non ne aveva più.

DE BLASI LEONARDO: Buoni benzina non ne aveva, dice: mi dispiace.

Vicari Leonardo Non ne aveva, altrimenti ce li dava.

….

RENDA GIOVANNI: Vi ha detto niente di me?

VICARI LEONARDO: Dopo le elezioni lo mette al campo (sportivo n.d.r.)

DE BLASI LEONARDO: Al campo…ora voialtri ve ne andate alla spazzatura, fate finire le elezioni…se non finiscono le elezioni…

VICARI LEONARDO: A primo turno, dice che sale Bonventre…primo turno “lascialo stare Turano, fallo parlare, è con me”…come ha detto, Nardino?

DE BLASI LEONARDO: “È con me”, ha detto, “lasciatelo stare”.

Linda Ferrara

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