Dopo alcuni giorni di riflessione, il sindaco di Castelvetrano Felice Errante ha preso carta e penna per dire la sua sul caso Giambalvo e sul dibattito che ne è scaturito, tra il can can mediatico scaturito dal servizio de “Le Iene” e la richiesta di dimissioni di Giunta e Consiglio arrivata da parte della Commissione Parlamentare Antimafia.
Di fatto, nella sua nota inviata agli organi di stampa – una sorta di “lettera aperta alla città” – Errante esclude categoricamente la possibilità di dimettersi (“Un Sindaco ha il dovere morale di portare avanti fino in fondo il mandato che gli elettori gli hanno conferito liberamente e democraticamente, assurgendo a valido baluardo contro ogni difficoltà dovuta a negative congiunture economiche, così come contro gli ultimi gravissimi episodi sorti al di fuori delle Istituzioni pubbliche e fatti scoppiare all’interno“), spiega di aver avuto ampie rassicurazioni sul possibile arrivo a Castelvetrano degli ispettori del Ministero per valutare ipotesi di scioglimento dell’amministrazione per infiltrazioni mafiose (“non sussiste alcun motivo per disporre atti ispettivi in danno del Comune di Castelvetrano“) e invita il consigliere Calogero Giambalvo “a togliere di imbarazzo i propri concittadini”, lasciando intendere che auspicherebbe le dimissioni del consigliere eletto con Articolo 4.
A seguire, il testo completo della nota del sindaco Errante:
“Non sono abituato, per formazione politica e per i valori nei quali credo, a tirarmi indietro nei momenti di difficoltà, del che è mio preciso intendimento oppormi con forza a ogni tentativo di eversione mediatica e politica che possa arrecare nocumento alla mia città che amo in modo viscerale.
Il Comune ed in particolare i suoi organi elettivi, nessuno escluso, devono assicurare ogni sforzo per tentare di fornire risposte concrete ai bisogni della cittadinanza, cercando di risolvere il maggior numero di problemi possibili e di essere impegnati ad arginare le esigenze di un numero sempre crescente di cittadini che vivono momenti a volte drammatici. Un Sindaco ha il dovere morale di portare avanti fino in fondo il mandato che gli elettori gli hanno conferito liberamente e democraticamente, assurgendo a valido baluardo contro ogni difficoltà dovuta a negative congiunture economiche, così come contro gli ultimi gravissimi episodi sorti al di fuori delle Istituzioni pubbliche e fatti scoppiare all’interno. E’ inutile in questa sede ripercorrere gli eventi successivi, noti a tutti, e le deprecabili affermazioni proferite dal Giambalvo che hanno mortificato un’intera comunità, ormai stanca di subire l’accostamento al cancro mafioso. Non vi nascondo che scrivo di mio pugno la presente nota con un sentimento di amarezza che sarebbe disonesto celare.
Dopo il servizio delle “Iene” nel quale certamente non si è data una immagine edificante di Castelvetrano, ho avuto modo di ascoltare e leggere i commenti di alcuni miei concittadini che onestamente mi hanno profondamente toccato. La superficialità di alcuni di loro, le prese di posizione di alcuni moralizzatori dell’ultima ora, mi hanno indotto a una profonda riflessione che oggi mi induce ad una maggiore e più intransigente determinazione.
Ho avuto la percezione, serpeggiante nei bar e per le vie cittadine, che le mancate dimissioni da parte dei Consiglieri Comunali, della Giunta o del Sindaco sono state interpretate, dai più, come interesse al mantenimento della poltrona. Nulla di più distante dalla realtà per ciò che riguarda me e tanti altri. Non ho mai ritenuto di essere un politico/amministratore infallibile, anzi è probabile che alcune scelte operate in questi 4 anni di mandato possono essere state opinabili. Una di queste è quella di avere consentito al signor Calogero Giambalvo, di essere candidato prima e di subentrare poi in Consiglio Comunale, con la nomina di Giuseppe Rizzo ad Assessore.
Le motivazioni erano altre e di natura esclusivamente politica, non riconducibili nemmeno lontanamente ai fatti che ci impegnano. Ricordo, tra le altre, che il signor Giambalvo lamentava di non avere avuto riconosciuti e assegnati alcuni voti in suo favore, tanto da presentare ricorso alla competente Autorità Giudiziaria in sede amministrativa.
Effettivamente il CGA in sede di gravame dispose, accogliendo la tesi del ricorrente, la verifica delle schede elettorali in cui furono effettivamente individuate alcune discrasie. Questi sono i fatti noti a tanti cittadini e certamente a tutti gli attori politici della mia città, peraltro doverosamente rappresentati al signor Prefetto di Trapani nel mese di novembre 2014, immediatamente dopo l’arresto del signor Giambalvo. Fatti che potranno essere confermati dall’On. Paolo Ruggirello, allora leader del movimento di Articolo 4, oggi autorevole esponente del PD trapanese.
La politica, quella che ho sempre praticato e nel cui primato credo, ha il dovere di affrontare e risolvere casi di natura etico e morale, prescindendo dalle statuizioni della autorità giudiziaria che invece è chiamata a valutare se una condotta sia o meno penalmente rilevante.
Ogni giorno tento di onorare il mio ruolo e con tutte le mie forze difendo la mia comunità dal pericolo di infiltrazione mafiosa nelle istituzioni e, al contempo, dalla prepotenza di certa antimafia parolaia che, più che scuotere le coscienze inducendole al bene, spesso persegue fini diversi da quelli sbandierati. In questi giorni ho registrato le prese di posizione dei partiti politici e dei Consiglieri Comunali per l’imbarazzante e inaccettabile situazione che, per ragioni che sfuggono alla nostra volontà, si è abbattuta sulla nostra comunità.
Il Sindaco non ha il potere di rimuovere un Consigliere Comunale, potere che non appartiene nemmeno al Consiglio Comunale, ha però il dovere di difendere la propria comunità, sentendo il peso della responsabilità dovuta alla carica, da attacchi che la mortificano e la offendono, la cui azione mai era stata così virulenta, strisciante e pervasiva. Non ne conosco le ragioni, non intendo oggi alimentare polemiche e lungi da me il pensiero di volere apparire come vittima, ma sono certo che in assenza di una presa di posizione forte la mia Città continuerebbe a essere considerata da alcuni come riserva di caccia per fini altri.
Nonostante le mille difficoltà nell’amministrazione della cosa pubblica in un periodo storico drammatico della storia d’Italia e della Sicilia, nonostante le ingiuste accuse subite a volte per colpe e responsabilità d’altri, non fosse altro che per ragioni di principio, ho sempre affrontato le difficoltà mettendoci la faccia.
Sarebbe da vigliacchi, a mio modesto avviso, abbandonare la guida di una nave quando solca un mare in tempesta.
Il primo dovere di chi riveste ruoli istituzionali è quello di caricarsi di responsabilità che altri, per ragioni diverse, o non hanno o non ritengono di assumersi. Del che dopo i necessari passaggi istituzionali e dopo avere avuto certezza dalle più alte cariche dello Stato con le quali un Sindaco ha il preciso dovere di rapportarsi, che non sussiste alcun motivo per disporre atti ispettivi in danno del Comune di Castelvetrano, sul punto non finirò mai di ringraziare il signor Prefetto per le parole di solidarietà e apprezzamento che ha voluto indirizzarmi in una nota dopo l’incontro di qualche giorno fa; ritenuto che intendo riportare alla normalità la mia Città e al proficuo e democratico dibattito la politica locale.
I problemi di bilancio, il futuro dei precari dell’Ente e delle loro famiglie, i rapporti con le imprese fornitrici, la raccolta dei rifiuti e la tutela dei livelli occupazionali, il decoro urbano, gli adempimenti e le incombenze di legge, le tante opere pubbliche prossime al collaudo, sono gli argomenti cui bisogna tornare e dei quali, chi è chiamato ad amministrare, non può prescindere.
Faccia ognuno il proprio ruolo con assunzione di massima responsabilità e ispirato alla più rigida legalità contro ogni mafiosità che aborrisce preliminarmente ogni forma di ricatto e prevaricazione alla quale questo Sindaco non intende sottostare;
decida ognuno come contribuire al bene della propria Città in assoluta coscienza;
al consigliere Calogero Giambalvo l’invito a togliere di imbarazzo i propri concittadini, a me il compito istituzionale di riscattare la storia di Castelvetrano e restituirla senza macchie ai suoi Padri più nobili e con decoro agli onori della cronaca.
Qualora la presente nota non dovesse sortire l’effetto che si propone, sono pronto, per i valori non negoziabili nei quali credo, a porre in essere ogni utile e nessuna esclusa iniziativa in difesa della comunità amministrata“.