Il Rotary Club Marsala ha promosso un incontro per discorrere sulla Chiesa Madre di Marsala. A relazionare, la socia Petronilla Russo, autrice anche di un libro sull’argomento. È stata delineata la storia del tempio, dal periodo paleocristiano al Medio Evo, al Duomo moderno, mettendo in risalto al contempo la religiosità della popolazione marsalese che ha voluto e costruito, seppure nel corso di secoli, il suo tempio. Ognuno ha dato il proprio contributo, anche artigiani e semplici operai, che nonostante le condizioni economiche assai precarie, si sono adoperati in ogni modo per realizzare quest’opera, tanto che nel suo arco centrale è stata impressa la scritta Gloria Filiorum a perenne memoria. Il risultato è stato la costruzione di un’opera grandiosa, per ampiezza la terza in Sicilia. L’ingegnere Damiani De Almejda, nel 1892 la definì “somma opera d’arte” e una legge del ‘29, la dichiarò “monumento nazionale”. Dedicata a un santo inglese, Tommaso Becket, martire per la fede durante il regno di re Enrico II, il suo culto fu divulgato dalla figlia del re, Giovanna Plantageneta, moglie del re Normanno di Sicilia Guglielmo il Buono. Nel corso dell’incontro si sono ricordate figure che si sono spese per il Duomo. Mons. Antonio Lombardo ha lasciato due opere: l’icona dell’Assunta, l’arredo della cappella della Purificazione, otto arazzi fiamminghi e paramenti sacri. Monsignor Pasquale Lombardo invece, negli anni ’50 finanziò la ricostruzione della cupola dopo il crollo del 1893. Con l’aiuto di diapositive, il Rotary ha potuto esaminare l’architettura del tempio, le opere, la cappella del SS Sacramento, le statue, le tele. “Suggestivo è il gruppo marmoreo della Madonna di Odigitria, commissionata da Giulio Salazar ad Antonino Gagini nel 1564 – ha precisato la Russo nella sua relazione – nella cappella di San Mattia, dove volle essere seppellito. Qui si trovano anche due tele settecentesche del pittore trapanese Domenico La Bruna. Non meno fascino hanno le due acquasantiere datate 1474 e 1543, la statua della Madonna Assunta del XVI secolo, simbolo dell’assunzione e la moderna pala firmata da Carlo Montarsolo dedicata a Pascasino, vescovo di Lilybeo. Per il Rotary Marsala l’auspicio è chiaro: queste bellezze devono essere esposte al pubblico. Esiste già un progetto dell’ingegnere Luigi Biondo per la realizzazione di un museo della Chiesa Madre nella sede dell’ex Colleggio Gesuitico; era stato finanziato dalla Regione ma poi tale finanziamento venne annullato. All’incontro ha partecipato anche l’Arciprete di Marsala don Giuseppe Ponte che così è intervenuto: “Tali bellezze non dovranno essere trascurate anzi, devono essere valorizzate per attirare i flussi turistici attraverso percorsi cittadini. Inoltre le cappelle laterali potrebbero essere affidate alle cure delle famiglie della Città, come si faceva una volta”.
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