Gli spazi verdi in Città oggi più che mai, sono un’esigenza della collettività, non solo un arredo urbano che, peraltro, necessita di una gestione razionale per evitare inutili spese. Tutto ciò non accade a Marsala. Giorni fa al Complesso San Pietro, si è tenuto un interessante convegno dell’Ordine Agronomi Sicilia, dell’Ente Italiano di Normazione – UNI, delle associazioni Promoverde Sicilia e Landeres, con l’obiettivo di spiegare quali piani adottare. In particolare, le linee guida Landares sono state utilizzate per l’elaborazione della Prassi UNI PdR 8/2014, sviluppata in collaborazione con Borghi Autentici d’Italia (rete fra territori italiani). Ciò ha una mission: promuovere lo sviluppo sostenibile dei paesaggi urbani e periurbani orientandone produzione, progettazione, manutenzione e gestione. Ne abbiamo parlato con gli agronomi Salvatore Pocorobba (Settore Lavori Pubblici) e Vincenzo Sciacca, referente Landares.
“Occorre riqualificare molte aree del nostro territorio per non perdere parti di paesaggio importanti – ha esordito Pocorobba –. Ecco perchè dobbiamo far conoscere ed applicare la legge 10 anche a Marsala. Lo scorso dicembre, l’ANCI e la Federazione regionale degli Agronomi e Forestali di Sicilia hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa a supporto dei comuni nell’attuazione degli obblighi di legge. Ciò si è reso necessario perchè negli enti comunali spesso manca l’agronomo, un professionista che, individuando una gestione sostenibile, migliora l’ambiente urbano facendo risparmiare. A Marsala la mancanza di una figura come l’agronomo, interno o esterno che sia, comporta che la manutenzione venga affidata tramite bando a imprese esterne o eseguita da squadre comunali con personale senza un’adeguata formazione, requisito previsto dalla legge”. L’Ordine degli Agronomi in collaborazione con l’ABI (Associazione arboricoltori italiani) ha istituito un corso di formazione a Trapani per la potatura degli alberi nelle strade, indirizzato agli operatori locali del verde di tutta la Provincia; il corso sia teorico che pratico, sembra che non abbia sortito risultati. Tutt’ora viene praticato il metodo barbaro della capitozzatura. In via Sibilla l’esempio più lampante.
“Qui le piante così potate nell’arco degli anni, con il taglio energico dei rami primari e secondari hanno subito un indebolimento strutturale – ha precisato Sciacca –. Le piante capitozzate sono andate in necrosi con indebolimento dell’apparato radicale e successiva morte. Molti pensano che la capitozzatura riduca i costi di manutenzione, invece è dimostrabile che non è così, in quanto l’anno successivo bisogna reintervenire. Anche gli alberi di fronte la Posta Centrale di via Garibaldi sono già morti a causa di malattie fitopatologiche, ma potevano essere salvati con un’adeguata manutenzione”. Con gli agronomi tracciamo in via generale, la situazione in Città. A partire dalle rotonde abbandonate così come Villa Genna e il Fossato Punico, dalla capitozzatura ai ficus di via Verdi, dai ficus piantumati di recente in via Salemi con gravi conseguenze ai marciapiedi, dalle piante poste a Porta Mazara non del tutto rispondenti alle nostre essenze autoctone, dalla pulizia del verde nelle aree archeologiche che deve essere effettuata dalla Soprintendenza, dall’arredo urbano di Villa Cavallotti non rispondente ai requisiti di sicurezza e dalle palme da eliminare assalite dal punteruolo rosso, dal grosso albero di eritrina che ha spaccato il marciapiede di via Scipione L’Africano, pianta esotica che non andava piantata perchè ha bisogno di ampi spazi; ed ancora la valorizzazione delle periferie, delle cave e delle aree a vincolo “SIC” dove poter creare percorsi ed escursioni didattici di educazione ambientale e culturale.
Poi c’è il Parco della Salinella in degrado, che necessita di una riqualificazione con piante autoctone adatte al clima costiero; del giardino di Porta Nuova che doveva essere un arredo temporaneo ma che non è stato più rimosso e dove è presente della vegetazione non consona. “L’intera Piazza andrebbe migliorata con un corretto studio e progettazione”, ci dicono gli esperti. L’errata scelta di collocare il tappeto erboso a zolle nelle aiuole della rotonda di Piazza Piemonte Lombardo e nella villetta di Porticella ha causato che in pochi giorni è seccato tutto a causa di diversi errori tecnici. Al Parco del Salato, l’area dietro il parcheggio comunale è in abbandono al contrario di quella retrostante al chiosco affidata a privati che è ben curata così come l’aiuola di fronte al Porto. Secondo gli agronomi la gestione a privati è una strada percorribile. “In questo senso una realtà virtuosa è Petrosino – ci ha detto Sciacca –: le aiuole sono state affidate a ditte private che le rendono pulite in cambio di pubblicità. Con il comune di Marsala nelle passate amministrazioni c’era già un’intesa. In base alla nuova programmazione comunitaria o nazionale si può attingere a fondi o partecipare a bandi per il miglioramento di tali spazi urbani e periurbani”.
Applicare la legge significa anche censire gli alberi delle aree urbane, utilizzare in maniera sostenibile i pesticidi per migliorare la nostra stessa salute, piantare un albero ogni bambino nato e/o adottato nei comuni con oltre 15mila abitanti, festeggiare il 21 novembre la Giornata nazionale degli alberi. Ma cosa farà il Comune in tal senso? Ce lo dice l’assessore Nino Barraco: “Per il Protocollo d’Intesa ci siamo interfacciati con gli esperti e abbiamo deciso che verrà attuato dal 2016 perché quest’anno non ci sono fondi. Ma il Comune con la Soat, che agisce per conto della Regione, sta attuando un percorso comune di riqualificazione a costo zero, utilizzando professionisti seri per programmare un Piano pluriennale. Verificheremo anche il lavoro delle squadre che si occupano della potatura. Da oggi siamo già a lavoro in tal senso”.