“Nel primo semestre di quest’anno non si è registrato alcun segnale, seppur minimo, di ripresa nel settore delle costruzioni anzi alcune storiche aziende hanno definitivamente chiuso battenti”. A tracciare un nuovo bilancio sulla pesante crisi che ormai da anni colpisce le imprese edili è il segretario provinciale della Fillea Cgil di Trapani Enzo Palmeri. “Registriamo l’assenza di una politica nazionale di investimenti che possano intervenire a lenire la piaga della disoccupazione – ha affermato in una nota il sindacalista – e anche l’inerzia del Governo Regionale sul tema della crisi nonostante in Sicilia siano 87 mila gli edili che negli ultimi 5 anni hanno perso il lavoro”. Il sindacato degli edili della Cgil chiede che siano avviate procedure per la creazione di lavoro vero e non finto. Sono circa 6000 le imprese chiuse in Sicilia dal 2008 ad oggi e sono, secondo il sindacato, l’esatta misura dei danni provocati non solo dalla crisi ma anche dall’impossibilità delle aziende sane a operare in un contesto in cui vi sono le banche che chiudono l’accesso al credito e scelte politico – burocratiche censurabili. “La Fillea Cgil – continua Enzo Palmeri – ritiene indispensabile che le Amministrazioni comunali avviino i lavori nelle opere già cantierabili così da far ripartire il settore delle costruzioni e l’indotto a esso connesso. I lavori del porto di Castellammare del Golfo per esempio – dice il segretario Palmeri –, sono bloccati da 5 anni. Se portati a termine rilancerebbero il sito sia commercialmente che turisticamente così come dovrebbero anche i iniziare i lavori del depuratore, il cui progetto è già stato finanziato”. Per il sindacato delle costruzioni della Cgil è indispensabile, inoltre, che “…i Comuni si attivino rapidamente anche per mettere in sicurezza gli edifici scolastici dando anche l’opportunità agli edili di trovare occupazione”. Il decreto legge del 19 giugno del 2015 ha infatti, si legge in una nota stampa diffusa dal sindacato, disposto che entro il 30 giugno i comuni debbano rendere note alla Presidenza del Consiglio dei ministri le spese per gli interventi di messa in sicurezza delle scuole in modo da ottenere i finanziamenti richiesti per sostenere le spese. “Perdere i finanziamenti – conclude Palmeri – sarebbe un danno enorme sia per l’edilizia scolastica dell’intera provincia sia per il settore delle costruzioni che da queste opere può trarre una boccata di ossigeno”.
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