Le urne e il mare

Vincenzo Figlioli

Punto Itaca

Le urne e il mare

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sabato 13 Giugno 2015 - 07:00

Giunge al capolinea una campagna elettorale intensa, particolarmente complicata da raccontare per chi fa informazione. Si sono fronteggiati due candidati che fino ai primi di marzo erano alleati e che nelle ultime settimane non si sono risparmiati nulla. Contemporaneamente, dalle loro coalizioni è arrivata quasi ogni giorno una nuova fatwa: verso un sostenitore della parte avversa, un supporter che ha esagerato sui social, un giornalista che ha posto domande poco gradite. Paradossalmente, si è parlato più di contenuti e programmi nelle settimane che hanno preceduto il primo turno che nelle ultime due. Immaginiamo che tutto ciò abbia motivato particolarmente i tifosi dei due candidati. Ci auguriamo che non abbia depresso gli altri. Perché, al di là di quel che si può pensare, esistono davvero tanti elettori che decidono solo negli ultimi giorni per chi votare. E che, davvero, scelgono sulla base della credibilità di un progetto e delle proposte programmatiche messe in campo. Magari saranno loro a decidere le sorti di questo turno elettorale. O magari andranno al mare. Personalmente, ammetto che in passato c’è stata qualche occasione in cui mi sono tenuto lontano dalle urne al ballottaggio. Ritenevo che nessuno dei candidati fosse vicino alla mia idea di città. L’idea di non scegliere mi faceva sentire pulito, coerente e non responsabile dei loro eventuali disastri. Mi sono accorto col tempo di aver sbagliato. Perché chi non vota finisce per far decidere gli altri, perdendo parte di quel diritto alla lamentela che puntualmente rivendica quando le cose non vanno bene. Tre anni fa, meno del 50% dei marsalesi si recò alle urne per scegliere tra Adamo e Ombra. E’ servito a qualcosa manifestare indifferenza o distanza da quella competizione? La città ne ha avuto un vantaggio? Con il ricordo ancora nitido di quelle giornate e con la piena consapevolezza della situazione che sta vivendo Marsala ritengo che chi ha davvero a cuore le sorti della città ha il dovere morale e civile, domenica o lunedì, di andare alle urne. Un’alta affluenza sarebbe il miglior modo per responsabilizzare la nuova amministrazione comunale. Allo stesso tempo, ci si ricordi che l’attenzione per la città non si esaurisce nell’arco di una campagna elettorale. E’ importante seguire i lavori del Consiglio comunale, alitare sul collo del sindaco o della giunta, ricordagli quotidianamente gli impegni presi e le promesse fatte. Noi siamo pronti a farlo, a partire da martedì mattina. Ma prima, andremo sicuramente a votare.

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