L’arrivo di Salvini a Marsala GUARDA IL VIDEO
Striscioni, slogan, bandiere siciliane, fischietti. Una contestazione multicolor ha atteso in via Roma, all’altezza di Largo Zerilli, il leader leghista Matteo Salvini, che avrebbe dovuto tenere un comizio a supporto della candidatura a sindaco del marsalese Vito Armato. Arrivato intorno alle 23, dopo aver fatto attendere i presenti un’ora e trenta, Salvini non è però sceso dalla macchina. Con ogni probabilità sono state le forze dell’ordine a consigliargli di non sfidare i contestatori in una situazione ambientale obiettivamente difficile, anche per le caratteristiche della location scelta dagli organizzatori per l’evento. Giunta controsenso da via Itria a Largo Zerilli, la vettura su cui si trovava Salvini, dopo una rapida valutazione da parte della polizia, si è immessa su via Roma, girando poi verso via Mario Nuccio.
Evidente il disappunto di Vito Armato, che ha dovuto prendere atto dell’impossibilità di tenere il previsto comizio. Prima di chiudere, il candidato sindaco del movimento “Noi con Salvini” ha voluto comunque prendere la parola per replicare ai contestatori: “Più mi fischiate, più voti prenderò”, ha urlato Armato, affiancato dal consigliere comunale trapanese Felice D’Angelo, tra i principali sostenitori del progetto politico del segretario nazionale della Lega Nord.
I momenti di maggiore tensione, tuttavia, si erano registrati circa un’ora prima, quando un giovane antifascista era quasi venuto alle mani con un militante di Casa Pound. A quel punto, la Polizia ha schierato un gruppo di agenti in tenuta antisommossa di fronte ai manifestanti. Una scena inedita per una città come Marsala, sicuramente abituata a scontri politici più soft. L’aria che si respirava a Largo Zerilli ha richiamato tra molti presenti il ricordo di altre piazze e altre città e per alcuni istanti l’impressione è stata che si potesse arrivare anche allo scontro tra i diversi gruppi e le forze dell’ordine. Per fortuna, grazie al buon senso delle parti, la situazione non è ulteriormente degenerata.
Diversi i gruppi presenti per contestare a vario titolo Matteo Salvini: molti di loro si sono organizzati spontaneamente, dandosi appuntamento in via Roma, all’altezza di Largo Zerilli e proclamando per l’occasione la “Giornata dell’Orgoglio Terrone”. Ma c’erano anche gli antifascisti, con le bandiere No Muos e gli slogan che ricordavano le posizione antimeridionaliste che hanno a lungo caratterizzato la proposta politica della Lega Nord; c’era il gruppo riunitosi intorno all’associazione “Amici del Terzo Mondo”, che in dissenso con la retorica anti-immigrati di Salvini, si è presentato con le magliette su cui si leggeva lo slogan “Siamo tutti clandestini”; e, infine, c’era Pietro Milone, rappresentante del movimento “Vespri Siciliani”, che ha fatto sventolare per tutta la serata la bandiera della Trinacria, rendendosi protagonista anche di un acceso alterco con alcuni rappresentanti del movimento “Noi con Salvini”. In tutto ciò, c’era anche un sindacato di Polizia (il PNFD, acronimo di Polizia Nuova Forza Democratica) che ha colto l’occasione per allestire un banchetto con una raccolta di firme sulla sicurezza. “Siamo qui anche perché Salvini è uno dei pochi leader che parla di questi argomenti”, ci hanno detto il segretario regionale Bruno Rullo e il dirigente nazionale Filippo Bortolami, sottolineando le carenze di cui soffrono gli organici delle forze dell’ordine. Un tema sicuramente importante, che probabilmente avrebbe meritato di essere approfondito in una situazione diversa, in modo da sottrarsi a strumentalizzazioni di carattere politico.