La stagione delle anomalie

Vincenzo Figlioli

Punto Itaca

La stagione delle anomalie

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martedì 28 Ottobre 2014 - 06:00

Si respira un’aria strana in queste giornate di fine ottobre. Stavolta non c’entrano le bizze del meteo, ma è quello che accade attorno a noi a sembrare continuamente anomalo.

Nel week end abbiamo assistito a questa sorta di derby tra la Leopolda e Piazza San Giovanni che ha lasciato perplessi i più. Magari sarà stata colpa del racconto giornalistico, arroccato sugli slogan più che sulla sostanza. Ma per chi non ragiona con la logica dell’appartenenza è molto difficile districarsi tra la propaganda nuovista di Renzi e quella un po’ più nostalgica della Cgil.

Magari in entrambe le location sono state lanciate proposte anche molto interessanti. Il sospetto, però, è che ci sia sempre un deficit di sincerità a compromettere il messaggio. Verrebbe voglia di credere in Renzi e di tifare per il suo governo e per un progetto capace di cambiare davvero il Paese. Ma troppo spesso, nelle ultime settimane, le scelte del governo sono apparse poco comprensibili. Perchè le riforme non vanno solo annunciate. Vanno approvate e rese applicabili. Altrimenti restano parole vuote, buone per le campagne elettorali, ma per il resto assolutamente inutili.

E allora magari guardi ai sindacati, all’idea che i diritti non si toccano, che riempire una piazza ha sempre un sapore romantico che ci riporta ai migliori anni della nostra vita. Ma poi ti ritrovi a pensare che i rappresentanti dei lavoratori si sono dimostrati incapaci di interpretare le richieste di cambiamento delle giovani generazioni. Avrebbe potuto farlo qualche anno fa Sergio Cofferati. Aveva il carisma e l’autorevolezza, ma non ebbe il coraggio. Nel frattempo, il sindacato non si è accorto che l’Italia stava cambiando e che bisognava guardare alla fuga dei cervelli, alla lotta contro i privilegi, alle partite Iva.

Fai in tempo a distrarti dal derby Leopolda – Piazza San Giovanni e ti ritrovi Beppe Grillo a Palermo a straparlare della presunta etica della vecchia mafia, poi “corrotta” dalla politica. Evidentemente senza conoscere la storia di Cosa Nostra e di questa terra. Tutto ciò mentre Crocetta sta per regalarci l’ennesimo rimpasto di giunta. Cercando di convincere noi (e forse anche se stesso) che stavolta le cose andranno diversamente e che il suo governo regionale manterrà le promesse rivoluzionarie di due anni fa. Come se non sapessimo che nel giro di qualche settimana si sfascerà di nuovo tutto.

Scorrendo gli eventi, nel frattempo, siamo arrivati al 28 ottobre. Il giorno della deposizione del Presidente Napolitano al processo sulla trattativa Stato – mafia, la “Madre di tutte le anomalie”. Non sappiamo cosa dirà oggi il Capo dello Stato ai magistrati palermitani. Sappiamo che lo farà a porte chiuse, lontano da telecamere e giornalisti. Un’occasione persa per un Paese che avrebbe un disperato bisogno di verità e trasparenza.

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