Dopo i comuni interessati, dopo le proteste degli operatori del settore e dei sindacati, sulla questione aeroporto di Birgi, interviene il commissario della provincia Antonio Ingroia. Nei giorni scorsi addirittura un gruppo di operatori ha avviato una raccolta di firme per arrivare alle dimissioni del presidente dell’Airgest , Salvatore Castiglione. Che il malcontento cova su tutti i settori che sono a contatto con l’aeroporto è evidente. Lo stesso sindaco di Marsala, Giulia Adamo, dopo avere più volte sollecitato la Regione a rimuovere l’attuale consiglio di amministrazione, ha dichiarato di sottoscrivere la decisione degli operatori turistici. Con nota in indirizzata all’Ufficio di Segreteria del Consiglio dei Ministri e, in particolare, all’attenzione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio, Antonio Ingroia, sollecita con forza l’avvio del tavolo tecnico già richiesto dall’Airgest lo scorso 3 giugno, al fine di dare finalmente attuazione agli interventi previsti dalla vigente legislazione che stanzia per il corrente anno 5 milioni di euro per il sostegno ai territori soggetti ai danni conseguenti alle limitazioni imposte da attività operative in applicazione della risoluzione ONU (guerra con la Libia).“Mi faccio scrupolo di evidenziare – scrive il commissario Ingroia – che l’aeroporto civile di Trapani Birgi necessita di un urgente rilancio che lo riporti alla competitività raggiunta prima della chiusura causata dalle operazioni militari. Una malaugurata e prolungata inerzia – prosegue Antonio Ingroia – ne determinerebbe un deprecabile declino (già essendosi manifestato un depauperamento dei voli) e la conseguente rovinosa caduta dell’unico vero flusso economico attivo che questo territorio può annoverare e del quale godono non poche attività legate al turismo, al commercio e all’agricoltura”. Come si vede anche Ingroia, come per la verità gli attuali vertici dell’Airgest, lamentano il mancato arrivo dei fondi che erano stati promessi a seguito della guerra con la Libia che aveva portato ad una forte riduzione dell’attività del Vincenzo Florio. Da ambienti romani però nei giorni scorsi è circolata la notizia che questi fondi, promessi ma mai arrivati, potrebbero essere stornato verso al tre esigenze di Governo. In questo caso la parola passa ai parlamentari nazionali della provincia di Trapani e alla loro capacità di riuscire a veicolare i fondi verso l’originale destinazione.