Sono partiti martedì sera, con il giro dello Stendardo del Popolo (Sciabica) per le vie del paese, i festeggiamenti in onore di San Vito martire a San Vito Lo Capo.
Il suggestivo pellegrinaggio alla Cappella di Santa Crescenzia e la benedizione degli animali al chiaro di luna, è stato il primo degli appuntamenti della festa del Santo patrono (15 giugno), che quest’anno culminerà di domenica.
Tra le manifestazioni, da segnalare Sabato 14, a partire dalle ore 17,00, i tipici carretti siciliani trainati dagli asini, che distribuiranno ai passanti per le vie del paese caccavetta e simenza (frutta secca).
Sempre Sabato, lo Spettacolo delle Majorettes di San Vito, con inizio alle 17,30, precederà il Corteo delle Autorità che con la Banda di San Vito giungerà al Santuario per la S. Messa (ore 18,30).
Nella serata di sabato, un corteo storico a cura dell’Associazione “Trapani Medievale”, animerà le vie del Paese a partire dalle 21,00. Ad accompagnare i circa 70 personaggi, tra tamburini, trombettieri, cavalieri, guardie reali e gente del popolo, ci saranno anche 20 figuranti di San Vito Lo Capo, i quali indosseranno i vestiti realizzati sul modello di quelli dei nobili ericini dell’epoca d’oro del Santuario (XVI-XVII secolo).
La festa si concluderà domenica 15 giugno, festa di San Vito con il Gioco dell’Antenna a Mare sul Molo Sopraflutto (ore 15), la Rievocazione Storica dello “sbarco dei santi” Vito Modesto e Crescenzia al Capo Egitarso (ore 20), la Processione (ore 21,30) e i Giochi di Fuoco (ore 24).
Per incominciare il secondo venticinquennio della Festa di San Vito, si sono dunque voluti mantenere gli abituali appuntamenti che hanno contribuito a rendere la festa del Santo Patrono a San Vito Lo Capo unica e inconfondibile, ma anche sempre nuova ed inedita, momento comunitario forte ed insieme simbolico di identità di un popolo, quello sanvitese del Capo, che si riconosce nel suo Santo martire Vito, giovane ed indomito campione della fede cristiana e che nella stessa fede, intende aprirsi all’accoglienza di tutti, non importa se “prossimi” o “stranieri” – afferma il parroco don Mario Massimo Catania.