Sequestro depuratore
Pantelleria – Sequestro depuratore: i Carabinieri del distaccamento Parco Naturale “Isola di Pantelleria”, insieme con la Guardia Costiera locale e i tecnici dell’ARPA Sicilia, hanno posto i sigilli al depuratore comunale perché privo di autorizzazione agli scarichi e gestito in modo irregolare. Il responsabile dell’impianto risponde ora di violazioni al Testo Unico Ambientale.
Irregolarità su autorizzazioni e scarichi
Il controllo congiunto ha riscontrato il mancato rinnovo dell’autorizzazione allo smaltimento delle acque reflue. Secondo la normativa nazionale, l’ente gestore deve richiedere il rinnovo periodico con anticipo; in caso contrario scattano le sanzioni penali. Qui l’autorizzazione risultava scaduta da oltre un anno, un lasso di tempo che ha convinto i militari a procedere senza indugio.
Gestione rifiuti fuori norma
Oltre all’assenza del titolo autorizzativo, i tecnici dell’ARPA hanno evidenziato criticità nel ciclo dei fanghi: stoccaggi non tracciati, documentazione incompleta e movimentazioni che non seguivano il percorso previsto dal decreto legislativo 152/2006. Tali violazioni mettono a rischio sia la falda sia l’ecosistema marino, già delicato a causa dell’area protetta che abbraccia l’isola.
Facoltà d’uso per pubblica necessità
Sebbene l’impianto rimanga sotto sequestro, l’autorità giudiziaria ha concesso la facoltà d’uso: spegnere il depuratore paralizzerebbe il servizio pubblico essenziale, con conseguenze igienico-sanitarie ancora peggiori. L’ente dovrà quindi adeguare documenti e procedure entro termini strettissimi, sotto la supervisione di un custode giudiziario nominato dal tribunale.
Impatto ambientale e turistico
Pantelleria vive di turismo e di un’economia agricola che dipende da un ambiente integro. Il sequestro depuratore potrebbe incrinare l’immagine dell’isola proprio all’apertura della stagione estiva. L’associazione Legambiente Sicilia ricorda che nel report “Mare Monstrum” il trattamento delle acque reflue figura tra le prime cause di inquinamento costiero. Interventi rapidi e trasparenti diventano quindi cruciali per tutelare residenti e visitatori.
Reazioni dal municipio
Il sindaco, tramite nota stampa, ha definito la vicenda «un campanello d’allarme» e ha garantito massima collaborazione con magistratura e organi di controllo. L’amministrazione comunale si è impegnata a presentare entro trenta giorni un piano di rientro che preveda: rinnovo immediato delle autorizzazioni, monitoraggio in tempo reale dei parametri di scarico e corsi di formazione per il personale addetto.
Cronoprogramma degli interventi
Secondo fonti interne al Comune, i primi lavori riguarderanno il revamping dei pre-trattamenti e l’installazione di sensori digitali per il controllo dei reflui. Successivamente verrà realizzata una vasca di equalizzazione per gestire i picchi di portata. Il cronoprogramma prevede un investimento complessivo di circa 600 mila euro, finanziato in parte con fondi del PNRR destinati al Sud.
Sanzioni e possibili sviluppi
Il responsabile dell’impianto rischia un’ammenda fino a 100 mila euro e l’arresto sino a due anni qualora non provveda alle prescrizioni. Tuttavia, la lavorazione corretta dei fanghi e il rilascio tempestivo della nuova autorizzazione potrebbero attenuare il quadro accusatorio. La procura ha aperto un fascicolo e attende ulteriori relazioni dall’ARPA.
Commento della redazione
Speriamo bene: Pantelleria merita un depuratore efficiente e rispettoso dell’ambiente.