In attesa dell’inaugurazione della struttura che celebrerà lo Sbarco dell’11 maggio 1860, parla il professionista marsalese, che aveva seguito da vicino l’inizio dei lavori del monumento, al fianco del progettista Emanuele Mongiovì
Dopo 30 anni, come abbiamo anticipato nei giorni scorsi, lo Sbarco dei Mille avrà finalmente un’opera celebrativa a Marsala. In attesa dell’inaugurazione ufficiale, in programma il prossimo 11 maggio, si registrano comunque stati d’animo diversi all’interno della comunità lilibetana. Da un lato, infatti, c’è chi esulta per la chiusura di una lunga vicenda che per anni era stata considerata un’autentica ferita per la città in cui sbarcarono i Mille. Dall’altro c’è chi rimpiange la mancata realizzazione del progetto originario dell’architetto Emanuele Mongiovì, di cui – come detto – questa versione dell’opera presenta ben poche tracce. Tra questi, anche l’architetto Tommaso Lentini, che nella prima fase dei lavori ebbe un ruolo importante.
“Mongiovì stava a Roma e veniva qui due-tre volte al mese. Così, mi delegò a seguire i lavori nei periodi in cui non poteva essere presente”. Il professionista marsalese spiega di aver assistito con i propri occhi al versamento delle prime colate di cemento, alla realizzazione delle fondamenta e delle strutture interne. “Non era un’opera costruita sul fango e sulla melma, come disse qualcuno”. Erano gli anni delle amministrazioni socialiste a Marsala e, tra i principali sostenitori del progetto di Mongiovì, c’erano anche gli ex sindaci Enzo Genna e Pietro Pizzo. Quest’ultimo, da assessore regionale, fece anche arrivare un primo finanziamento per i lavori. “Doveva essere una grande scultura architettonica con una grande nave, un’unica prua e due poppe, con un simbolismo che avrebbe consentito di vedere da lontano il numero mille”, ricorda Lentini. Poi, la sospensione seguita all’esposto che evidenziava come parte dell’opera ricadesse su proprietà demaniale, qualche altro treno perduto sulla possibilità di accedere ad ulteriori finanziamenti e il successivo concorso di idee bandito dalla giunta Carini che si impegnò per dare all’incompiuta marsalese per eccellenza una nuova identità. Il sito che verrà inaugurato il prossimo 11 maggio è frutto di quest’ultimo passaggio.
“Bisogna chiarire però – spiega l’architetto Lentini – che non si tratta di un monumento. Doveva essere una struttura architettonica, ma di architettonico non ha nulla. Per me è solo la sede provvisoria di un info point. Al massimo, si può dire che è realizzata in ricordo di Garibaldi. Ma il monumento è un pezzo di storia, come quelli che vediamo nel nostro centro storico o come la Torre Eiffel. Mongiovì me l’aveva detto chiaramente: “architetto, se il monumento non si fa così com’è nato, rimarrà un pupo”. E pupo è rimasto, lo dico nel ricordo di quella frase”.
Tuttavia, come detto, c’è una parte della città che è comunque soddisfatta dell’epilogo di questa vicenda, per convinto apprezzamento o, perchè, “è comunque meglio di niente”. “Quando ci accontentiamo – obietta Lentini – ci dimostriamo incapaci di fare cose serie. Se lì dentro ci sarà un info point, in cui si potranno accogliere i turisti col bicchiere di vino o il tagliancozzo, potrà anche essere positivo. Ma, per favore, non chiamiamolo monumento”.
(In alto, da sinistra a destra, l’ingegnere Parrinello, dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Marsala, e gli architetti Emanuele Mongiovì e Tommaso Lentini)