[ Rais ] – Sotto gli archi della Camparia di Favignana, un tempo cattedrale del lavoro e oggi fucina di cultura, il passato ha assunto la forma dei ricordi e ancora una volta è sembrato di sentire l’acre odore del tonno che cuoce e le voci dei tonnaroti intenti a scaricare quegli enormi pesci da due e trecento chili. Il merito è di Antonella Cataldo, figlia del famoso rais Gioacchino, che al padre – ma anche all’isola di Favignana – ha dedicato il suo primo libro (che speriamo non sia l’ultimo): “Gioacchino. Favignana, la tonnara, il Rais, mio padre” (Navarra editore). Un racconto intimo, una narrazione che viene dal cuore, un viaggio nella vita propria, della famiglia, della comunità favignanese. Antonella è stata nazionale e campionessa d’Italia di pallavolo e per tanti anni è rimasta lontana dall’isola e anche un po’ dal papà forse troppo coinvolto, anche finanziariamente, nell’avventura della tonnara. Poi è tornata, all’isola e al papà, ed è stato un meraviglioso ritrovarsi.

Giacomo Pilati e Ninni Ravazza hanno accompagnato Antonella nel suo viaggio dell’anima davanti a un pubblico attento, elegante, colto. Ninni da esperto ti mare ha sottolineato come non si possa stabilire chi sia il migliore rais, se quello che ha preso più tonni o quello che ha fatto conoscere, apprezzare e capire la tonnara a tutti, anche a quelli che prima la ritenevano solo uno spettacolo cruento; Giacomo con la curiosità intellettuale che lo contraddistingue ha saputo fare emergere dai ricordi di Antonella le tante cose belle che ha vissuto col papà rais nell’isola. Dapprima bloccata dall’emozione, alla fine Antonella – già abituata ai palasport pieni di tifosi – ha saputo raccontare come pochi avrebbero fatto l’Uomo Gioacchino, con le sue passioni e i suoi difetti, con le vittorie e le sconfitte, una storia che si identifica con quella dell’isola. Una donna e suo padre, un racconto epico perché qui siamo davvero ai confini con la narrazione omerica, battaglie e amori, slanci d’impeto e bruschi arresti, il mare e la fabbrica, la libertà e le costrizioni.
E a fare da sfondo quella straordinaria camicia a fiori che il rais Gioacchino portava sempre addosso, ogni giorno, lavata e stirata la notte e ancora indossata per i nuovi appuntamenti. Giustissima la scelta di Antonella che in copertina ha voluto mettere proprio Gioacchino con la sua camicia famosa: niente barche né pesci, solo l’Uomo, la sua anima che si rifletteva nel camicione aperto sul dente di Squalo bianco catturato nella tonnara di Favignana. La Camparia con la sua libreria e il museo della tonnara sono stati degni scenari per un incontro che ha aperto una porta nel tempo trasportando i presenti nell’epoca magica della tonnara.
