Al Parco Lilibeo evento tra vino e archeologia: “adotta un monumento”

redazione

Al Parco Lilibeo evento tra vino e archeologia: “adotta un monumento”

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giovedì 10 Luglio 2025 - 07:00

Marsala, l’antica Lilibeo, è da sempre un punto di riferimento nella cultura del vino. Fin dai tempi dei Fenici, testimoniati dai ritrovamenti archeologici sull’isola di Mozia e nella città punico-romana di Lilibeo, la produzione e il commercio del vino hanno giocato un ruolo centrale nello sviluppo del territorio. Oggi questo legame profondo tra vino e archeologia è ancora vivo e si può ammirare al Museo Archeologico Regionale Lilibeo – Marsala, ospitato nel suggestivo Baglio Anselmi, uno storico stabilimento vinicolo. Ma l’intero territorio è un museo a cielo aperto: dalle coste lambite dal mare africano fino alla laguna dello Stagnone, che conserva anfore sommerse e relitti antichi. Il massimo splendore si è raggiunto nell’Ottocento, quando Marsala ha dato il nome a uno dei vini più famosi al mondo. Le rotte del vino attraversavano tutto il Mediterraneo: dai Fenici agli Etruschi, dai Greci ai Cartaginesi, fino ai Bizantini, Arabi, Normanni, mercanti delle repubbliche marinare e battelli inglesi. Insieme al vino, viaggiavano cultura, tradizioni, lingue e arte, rendendo la Sicilia un crocevia di civiltà nel cuore del “continente liquido”.

Un nuovo modello di sviluppo: tra cultura, impresa e sostenibilità

Per valorizzare questa storia millenaria e proiettarla nel presente, il giornale La Sicilia e il Parco Archeologico di Lilibeo-Marsala (PALM) hanno deciso di promuovere un evento dedicato al binomio “vino e archeologia”. Il 10 luglio, nel “Giardino storico” del Museo Lilibeo, si terrà l’incontro promosso dal PALM e da La Sicilia, aperto a tutte le realtà pubbliche e private interessate a promuovere lo sviluppo culturale ed economico del territorio. L’evento avrà ampia visibilità grazie a uno spazio speciale dedicato sul giornale, sia in versione cartacea che online. Obiettivo: costruire insieme un ponte tra passato e futuro, dove la ricchezza del patrimonio archeologico e la forza dell’impresa locale si incontrano per raccontare la vera anima della Sicilia. L’iniziativa coinvolge le cantine della costa trapanese, da Trapani a Menfi, passando per Marsala, Mazara del Vallo, Campobello e Selinunte. Queste aziende non solo custodiscono antiche tradizioni vinicole, ma hanno investito in innovazione, turismo e sostenibilità. Oggi, in un contesto geopolitico in evoluzione, sono chiamate a guidare un nuovo modello di sviluppo, in rete con agriturismi, strutture ricettive, associazioni di categoria, pescatori, ristoranti stellati e istituzioni.

L’opportunità di “adottare un reperto o un monumento”

Per affrontare questa sfida, serve creare un forte collegamento tra il patrimonio storico-archeologico e le esperienze turistiche. I visitatori devono essere guidati in percorsi coinvolgenti, che uniscano cultura, natura, enogastronomia e tradizioni locali, offrendo vacanze autentiche e memorabili. Il Parco e gli operatori del territorio possono trarre beneficio da una collaborazione virtuosa. Le aziende avranno anche l’opportunità di “adottare” un reperto o un monumento del museo tramite il meccanismo dell’Art Bonus, che prevede vantaggi fiscali e consente di associare il proprio brand a beni culturali, valorizzando l’identità aziendale con un forte impatto simbolico.

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