Occupazione abusiva di un alloggio popolare ad Amabilina, arrestato pregiudicato marsalese

redazione

Occupazione abusiva di un alloggio popolare ad Amabilina, arrestato pregiudicato marsalese

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venerdì 18 Ottobre 2024 - 18:19

Un pregiudicato marsalese è stato arrestato dalla Polizia di Marsala nell’ambito di un’attività investigativa legata all’occupazione di alloggi popolari ad Amabilina. La misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Marsala, si inserisce nell’ambito delle attività condotte dalla Polizia per contrastare il fenomeno delle occupazioni abusive.

La rapida inchiesta, coordinata dalla magistratura inquirente marsalese, ha consentito di assumere, grazie a precise acquisizioni investigative, elementi di prova piuttosto significativi, consentendo di pervenire ad inequivocabili conferme circa la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti di B.S.

L’uomo è indagato, oltre che per aver costretto con grave minaccia la parte offesa e la figlia minorenne – legittime assegnatarie di un appartamento destinato ad uso pubblico di proprietà dello I.A.C.P. di Trapani – a non entrarne in possesso, ottenendone così un ingiusto profitto, anche per aver invaso arbitrariamente il suddetto appartamento al fine di occuparlo ed utilizzarlo come dimora, nonchè di averne danneggiato il portone di ingresso.

Nel corso dell’esecuzione della misura l’indagato ha tentato di disfarsi di una pistola di libera vendita priva di tappo rosso nonché della canna di un fucile anch’esso di libera vendita, lanciandoli da una finestra e che tuttavia la Polizia è riuscita a recuperare ed a porre sotto il vincolo del sequestro penale, in attesa degli accertamenti tecnici volti ad appurare eventuali difformità rispetto ai modelli originali, come anche due pistole ad impulsi elettrici ed un coltello di grosse dimensioni rinvenuti sempre nella disponibilità dell’indagato.

Contestualmente, l’immobile dello I.A.C.P. oggetto di occupazione e libero al momento da persone, è stato posto in sequestro preventivo e riaffidato all’Ente proprietario.

L’indagato, non avendo prestato il consenso all’applicazione del cosiddetto “braccialetto elettronico”, dopo gli adempimenti di rito, è stato destinatario della conseguente misura della custodia cautelare in carcere.

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