La grave siccità che affligge la Sicilia sta prosciugando gli invasi, creando opportunità per i gabbiani. Al lago di Piana degli Albanesi nel palermitano, ad esempio, questi uccelli acquatici fanno razzia dei pesci approfittando della superficie dell’acqua notevolmente abbassata. Scene simili si ripetono in altri invasi dell’isola, evidenziando le sfide ambientali e la gestione delle risorse idriche in un contesto sempre più critico.
Attualmente, 6 bacini su 29 non hanno più acqua utilizzabile, e altri 6 dispongono di meno di un milione di metri cubi. Come evidenziato dalla mappa aggiornata dall’Autorità di Bacino della Sicilia, tutti i comuni della provincia di Caltanissetta subiscono riduzioni nella distribuzione idrica, e a Enna l’acqua potabile viene erogata a giorni alterni. Nell’agrigentino, si sta tentando di salvare gli agrumeti, mentre nel ragusano le sorgenti sono quasi prosciugate e sono state attivate turnazioni per l’erogazione idrica. La municipalizzata Amap, a Palermo, ha annunciato nuovi cali di pressione, e lo spettro di un razionamento si fa sempre più concreto. Fa meglio, di poco, la Provincia di Trapani. Dopo il lago di Pergusa e dell’Ogliastro, anche il Fanaco ha mostrato solo fango e detriti. In totale, si stima una perdita di 261 milioni di metri cubi in tutti gli invasi della Sicilia nell’arco di un anno. Le autorità locali devono affrontare questa emergenza per salvaguardare l’ecosistema e garantire la sostenibilità delle risorse idriche.