E’ durata oltre tre ore la seduta aperta del Consiglio comunale di Marsala dedicata alla violenza di genere. Un’iniziativa, fortemente voluta dalla Commissione Pari Opportunità, idealmente dedicata a Marisa Leo, uccisa tre settimane fa dall’ex compagna Angelo Reina. Ospite d’onore dell’assise civica lilibetana la senatrice Valeria Valente, ex presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui femminicidi, che ha potuto fare il proprio intervento solo a fine seduta, dopo aver ascoltato tutti gli altri rappresentanti delle istituzioni, del mondo delle professioni e delle associazioni, a vario titolo intervenuti.
I lavori sono stati aperti dal presidente Enzo Sturiano e dalla vicesindaca Valentina Piraino, unica rappresentante della Giunta Grillo presente in un’aula comunque gremita.
A seguire è intervenuta la presidente della Commissione Pari Opportunità, Giuliana Zerilli, che ha sottolineato come il femminicidio di Marisa Leo abbia inferto una ferita profonda alla comunità trapanese e sottolineando come la Commissione pari opportunità abbia il dovere di fare di più, soprattutto in periferia, invitando poi l’ amministrazione comunale ad adottare un provvedimento contro il linguaggio discriminante.
La vicepresidente del Consiglio comunale Eleonora Milazzo ha auspicato che si faccia luce sugli episodi avvenuti e prevenzione per evitare che altri se ne verifichino sul territorio, ribandendo l’importanza del ruolo della scuola nell’educazione all’uguaglianza di genere.
Il magistrato Francesco Paolo Pizzo, in rappresentanza del Tribunale di Marsala, ha ricordato l’impegno del Tribunale lilybetano sul fronte della violenza di genere, con l’adozione di appositi protocolli e ha auspicato il rafforzamento dei servizi sociali sul territorio.
A nome della Procura è poi intervenuto il sostituto procuratore Roberto Piscitello, che ha sottolineato le difficoltà che molte vittime continuano ad avere nel denunciare le violenze subite.
In rappresentanza del Vescovo di Mazara Angelo Giurdanella, l’arciprete della Chiesa Madre di Marsala, don Marco Renda, ha auspicato “una rivoluzione culturale contro la dittatura dell’io”.
“Non siamo più a un punto di emergenza ma a un punto di non ritorno”, ha sottolineato con amaro realismo il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati Giuseppe Spada, evidenziando i passi avanti fatti sul fronte legislativo negli ultimi anni e auspicando “un intervento politico che metta in campo risorse per le forze dell’ordine, i centri di ascolto, i pronto soccorso degli ospedali”.
Per il Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Marsala è intervenuto Leonardo Laudicina, secondo cui è necessario che gli uomini acquisiscano maggiore consapevolezza del fenomeno, anche in termini di discriminazioni e diseguaglianze.
Laura Ingoglia,dirigente psicologa dell’Asp Trapani ha evidenziato che ancora oggi, spesso le persone non parlano per paura. Tuttavia, ha aggiunto che già 30 anni fa, quando lavorava al consultorio, aveva la sensazione di una situazione di emergenza, che si è resa più visibile negli ultimi anni.
L’assistente sociale Maria Rosa Livigni, dei servizi sociali Marsala ha affermato che “il passaggio da conflittualità familiare alla violenza è molto rapido” e ha auspicato un investimento sulla prevenzione che tenga conto anche del recupero degli uomini violenti, per evitare che – scontata la pena – il problema si riproponga.
La garante dei disabili del Comune di Marsala, Ilenia Bonanno, ha voluto ricordare anche la violenza nascosta che colpisce donne con disabilità, mentre Francesca Parrinello ha chiarito la missione dei Centri Antiviolenza, nati come una costola dei movimenti femministi degli anni ’70 per
sopperire a carenze istituzionali che purtroppo continuano ad esistere. La presidente della Casa di Venere ha inolte evidenziato come negli ultimi anni i femminicidi siano aumentati in Italia del 40%, mentre in Spagna sono diminuiti in coincidenza con l’istituzione dei tribunali specializzati.
Per l’associazione “Donne del Vino” Federica Fina e Gabriella Favara hanno lanciato un appello a seguire la strada della concretezza contro la ferocia dei femminicidi, sottolineando come dalla morte di Marisa Leo ad oggi si sia passati da 79 a 85 “combattenti per la libertà uccise”.
Molto toccanti le testimonianze della giornalista Antonella Lusseri (vittima di stalking, molto amica di Marisa Leo) e dell’insegnante Caterina Martinez, che ha sollecitato la creazione di una rete più solida a sostegno delle donne che si aggiunga all’attività meritoria che viene fatta dai Centri Antiviolenza. L’attrice Luana Rondinelli ha auspicato un maggiore ricorso ad operatori specializzati a supporto delle donne che subiscono violenza, mentre l’insegnante Caterina Centonze ha sottolineato la necessità di un maggiore ricorso all’educazione sentimentale nelle scuole. A seguire, il neuropsichiatra dell’Asp di Trapani Paolo Pace ha evidenziato che l’Italia fa ancora fatica ad applicare i contenuti della Convenzione di Istanbul ratificata negli anni scorsi, mentre Marco Quattrociocchi si è soffermato sul lavoro che attraverso il rugby l’associazione “I Fenici” sta portando avanti per contribuire al superamento del divario di genere attraverso lo sport. Salvatore Inguì si è soffermato sull’inquietante incremento degli episodi di violenza familiari che ha avuto modo di registrare negli anni trascorsi alla guida dell’ufficio del servizio di giustizia minorile di Palermo, invitando la politica a supportare maggiormente il lavoro fatto dalle realtà associative.
Il consigliere comunale Piero Cavasino ha ricordato l’attività del massimo consesso civico a sostegno dell’autodeterminazione delle donne (abrogazione del registro dei bambini mai amati, applicazione della legge sull’interruzione di gravidanza, nuovo regolamento sulla Commissione Pari Opportunità) e ribadito che l’assemblea di Sala delle Lapidi “è illimitatamente disponibile ad accogliere proposte concrete dei cittadini su questi temi”.
Dopo oltre due ore in cui ha ascoltato la carrellata di interventi in programma, intorno alle 13 è arrivato il momento della senatrice Valeria Valente, quando, però, il pubblico di Sala delle Lapidi era notevolmente ridotto rispetto all’inizio. “Di fronte a questo grande tema non c’è colore politico che tenga”, ha ricordato la parlamentare del Pd, che poi ha voluto fare un excursus degli importanti progressi registrati sul fronte legislativo, dal 1981 (anno in cui fu approvata l’abrogazione della legge sul cosiddetto “delitto d’onore”) fino ad oggi. “Abbiamo un quadro normativo non ancora esaustivo, ma sicuramente robusto”, ha sottolineato la Valente, evidenziando di aver depositato altri due disegni di legge per tutelare ulteriormente le vittime di stupro e di molestie sessuali nei luoghi di studio e di lavoro.
Al termine dei lavori, il presidente Sturiano si è scusato con quanti hanno dovuto rinunciare al proprio intervento, a causa dei tempi. Tra questi anche la presidente del Consiglio comunale di Trapani Annalisa Bianco, che è andata via (un po’ contrariata) assieme alla consigliera Marzia Patti, alla luce di impegni istituzionali pregressi e inderogabili. La Bianco, tuttavia, ha poi inviato una ufficiale: “Ho accolto di buon grado l’invito del Presidente del Consiglio del Comune di Marsala, Vincenzo Sturiano, della Commissione Pari opportunità e delle diverse realtà associazionistiche di Marsala a partecipare al consiglio straordinario aperto organizzato per affrontare l’annoso problema della violenza di genere. Una lodevole iniziativa che impone a tutti noi una riflessione, un’attiva collaborazione istituzionale e, soprattutto, la ricerca di soluzioni. Auspico che dai consigli comunali delle città della Provincia di Trapani cominci una solenne azione politica per contrastare, partendo dai quartieri, dalle scuole, dal territorio, la violenza di genere ed i femminicidi. Non possiamo e non dobbiamo essere osservatori passivi, ma dobbiamo adoperarci per far comprendere a tutti che le donne non sono una proprietà privata e che alcuno può sentirsi legittimato, da proprie errate convinzioni personali, ad uccidere una donna. Lo dico a gran voce: Non una di meno”.