Musumeci richiama Razza alla guida della sanità siciliana. Critiche le forze di opposizione

redazione

Musumeci richiama Razza alla guida della sanità siciliana. Critiche le forze di opposizione

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mercoledì 02 Giugno 2021 - 21:48

Due mesi e tre giorni dopo le dimissioni successive all’inchiesta sui dati Covid in Sicilia, Ruggero Razza torna a fare quello che faceva prima: l’assessore regionale alla sanità. A deciderlo, confermando le indiscrezioni da tempo in campo, è stato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che in questi mesi aveva tenuto per sé la delega alla sanità regionale senza voler mai scegliere un sostituto di Razza. Probabilmente, il presidente della Regione non ha mai smesso di credere alla buona fede del suo assessore, limitandosi ad attendere che si abbassasse l’indignazione generale su quanto emerso dalle intercettazioni in cui, tra le altre cose, Razza invitava la dirigente Di Liberti a “spalmare i morti” in modo da evitare che la Sicilia finisse in zona arancione lo scorso autunno.

«In queste settimane di interim – ha detto Musumeci – ho potuto toccare da vicino la qualità degli operatori della sanità siciliana, la loro abnegazione e l’impegno da tutti profuso nel corso di questi lunghi mesi di pandemia. Non mi hanno meravigliato gli appelli rivolti da molti operatori e rappresentanze sindacali, certamente non tacciabili di vicinanza con il nostro governo, che hanno chiesto di riprendere il percorso amministrativo avviato con l’assessore. Dal primo momento ho detto che le indagini giudiziarie e le responsabilità politiche devono essere separate, nel pieno rispetto per il lavoro della magistratura e dei princìpi che regolano la nostra vita democratica. Per questo ho insistito con Ruggero Razza affinché potesse riprendere il ruolo che gli avevo assegnato nel novembre del 2017. Ho fiducia che questa scelta possa contribuire positivamente a concludere un percorso amministrativo avviato in questi anni con i risultati che tutti conoscono».

Come prevedibile, il ritorno di Razza non è condiviso dalle forze politiche di opposizione. Il primo a esporsi, in tal senso, è il presidente della Commissione Antimafia Regionale, Claudio Fava: “C’erano e ci sono molteplici motivi di opportunità che avrebbero dovuto suggerire a Musumeci di non procedere a decidere il ritorno di Ruggero Razza alla guida dell’Assessorato alla salute. Ma su queste evidenti ragioni ha prevalso la volontà di piegare l’interesse della Sicilia alle esigenze politiche del presidente della regione. Il tutto dopo aver lasciato, nei mesi più caldi della campagna vaccinale, l’assessorato e la macchina regionale senza una guida.”

Per Fava, “alla vigilia di una nuova stagione di nomine, unico vero collante del governo regionale, Musumeci doveva dimostrare di essere ancora alla guida di una coalizione che nei fatti non esiste più, con un governo che produce solo spartizione di poltrone e non un solo singolo atto nell’interesse dei siciliani”.

Critico anche il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo: “La staffetta Musumeci-Razza alla Salute si chiude nel peggiore dei modi nel giorno in cui si festeggia la Repubblica: il delfino è infatti tornato sulla tolda di comando dell’assessorato alla Salute, come ci fa sapere Musumeci con un comunicato, dopo settimane di sussurri e campagne social abilmente orchestrate”. Barbagallo evidenzia che “il Partito democratico è sempre stato critico sulla gestione della sanità in Sicilia da parte di Ruggero Razza a prescindere dall’indagine giudiziaria in cui è coinvolto e per cui gli auguriamo di uscire indenne. Sono decine gli atti parlamentari presentati per denunciare le inefficienze del sistema sanità in Sicilia voluto da Razza, di cui abbiamo anche chiesto la sfiducia nel suo primo mandato. Le nostre perplessità si sono reinvigorate durante l’interim di Musumeci che non si è mai degnato di venire all’Ars a rispondere e confrontarsi sulle falle registrate nella gestione dell’emergenza covid ma anche negli ospedali con interi reparti ordinari abbandonati a loro stessi, senza medici e e poco personale sanitario. È solo una questione di potere e poltrone: la Sicilia affonda ma con ritorno di Razza Musumeci è contento, tutto il resto non conta”.

Severo il commento anche del capogruppo del M5S all’Ars Giovanni Di Caro e i componenti pentastellati della commissione Salute di palazzo dei Normanni, Francesco Cappello, Giorgio Pasqua, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca. “La rinomina di Razza? Indecente: l’ennesimo atto di egoismo di Musumeci che mette in primo piano i propri interessi e quelli della sua ricandidatura davanti a quelli della salute pubblica e dei siciliani. Questo suo atto di arroganza conferma, ove c’è ne fosse bisogno,  che quando il presidente si muove fa solo danni. Ci verrebbe da dire, meglio quando è in catalessi, come al solito. Premesso che l’assessore rientrante andava messo da parte anche prima dell’inchiesta della magistratura per la sua manifesta incapacità, tanto da fare presentare alle opposizioni una mozione di censura nei suoi confronti, non comprendiamo cosa sia cambiato dal momento delle dimissioni ad oggi. A questo punto ci chiediamo perché Musumeci le abbia accettate, facendo ora questa retromarcia che sa dell’ennesima beffa ai siciliani. Razza in ogni caso rimane l’assessore che era consapevole del fatto che veniva artatamente alterato il denominatore del rapporto tra tamponi positivi e tamponi effettuati. Alla luce di questo, quale credibilità può avere un assessore simile?”.

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