L’ultimo addio ai pentastellati dell’isola è arrivato in settimana dall’eurodeputato Ignazio Corrao. Da oltre un anno, le defezioni degli esponenti grillini provengono, per lo più, dalla parte occidentale, lasciando attivisti e simpatizzanti in uno stato di smarrimento. A complicare le cose, le amministrative del 2021 nella città governata dai 5 Stelle, Alcamo, considerata la roccaforte del Movimento.
Con un lunghissimo post, il parlamentare europeo Ignazio Corrao ha annunciato giovedì scorso la sua fuoriuscita dal Movimento Cinque Stelle. Corrao è l’ultimo di una serie di esponenti grillini a lasciare la forza politica fondata da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo. È stato uno dei primi attivisti a dar vita al Movimento nella sua città di origine, Alcamo, la più rappresentata da otto anni dai pentastellati in provincia di Trapani e in Sicilia. Il suo addio al M5S, annunciato da tempo per via delle votazioni in contrasto con il suo gruppo a Bruxelles, non è stato, però, condiviso da uno degli storici compagni di battaglie, Alessandro di Battista, il quale, commentando la sua scelta, ha dichiarato di essere dispiaciuto per la decisione dell’amico e di non condividerla. L’europarlamentare attendeva inoltre un provvedimento, verosimilmente con esito negativo, dei probiviri sul suo comportamento a Bruxelles. Evidentemente, ha voluto anticipare una probabile espulsione.
Da oltre un anno, le defezioni degli esponenti grillini provengono, per lo più, dalla parte occidentale dell’Isola, lasciando attivisti e simpatizzanti in uno stato di smarrimento. Tutto è iniziato a precipitare dopo le dimissioni di Giancarlo Cancelleri, candidato due volte alla presidenza della Regione Sicilia del M5S, senza successo e nonostante un importante riscontro elettorale, per entrare a far parte del secondo governo Conte, come viceministro alle Infrastrutture e dei Traporti, e dare una mano a Luigi Di Maio, al quale da anni è legato da un’amicizia. Questa decisione, però, ha comportato la rottura di una delle regole mai infrante dai pentastellati fino ad allora. Infatti, i principi del Movimento 5 Stelle impedivano ad esponente politico eletto nelle diverse istituzioni di abbandonare una carica per un’altra. Cancelleri, dunque, si è dimesso, oltre che da deputato del Parlamento siciliano, anche da vicepresidente dell’ARS.
Nonostante i malumori, gli attivisti pentastellati della Trinacria si sono lasciati convincere dalla “ragion di Stato” che ha condotto il viceministro ai Trasporti a correre in soccorso del governo giallo-rosso. Purtroppo, un altro colpo di scena ha raggiunto nel dicembre 2019 i simpatizzanti grillini dell’isola. Proprio il post-partenza da vicepresidente di Palazzo dei Normanni di Cancelleri è diventato uno dei momenti di frattura all’interno del M5S siciliano che, alle ultime elezioni regionali del 2017, ha aumentato i suoi rappresentanti a Sala d’Ercole da 15 (un deputato poi ha abbandonato il gruppo) a 20, con al possibilità di dare filo da torcere al governo isolano guidato dal presidente Nello Musumeci.
Fuori Cancelleri, è stato necessario procedere ad una nuova elezione della vicepresidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana. I parlamentari grillini hanno puntato sul collega Francesco Cappello, forti dei numeri. Ma ecco un ulteriore colpo di scena. Al suo posto, mediante una manovra della maggioranza di centrodestra, viene eletta un’altra pentastellata, l’onorevole Angela Foti, la quale ha ritenuto di avere diritto a conservare la sua carica ottenuta per il suo ruolo di mediazione, in controtendenza a quanto stabilito dal suo gruppo. Un segnale che già all’epoca destava sospetti su possibili interlocuzioni tra pezzi del governo Musumeci e quelli che più avanti si riveleranno come i dissidenti del Movimento 5 Stelle in Sicilia. Le vicende accadute a Sala d’Ercole, infatti, avranno un ulteriore seguito. A scatenare la miccia, ci ha pensato il deputato grillino Sergio Tancredi raggiunto da un richiamo da parte dei vertici nazionali alla restituzione di parte delle indennità che i rappresentanti pentastellati, per regolamento, hanno il dovere di effettuare. Ma il parlamentare regionale, con la scusa di essere stato raggiunto da una condanna per diffamazione proprio in difesa del Movimento, non ha ceduto alle richieste. Le trattative per risolvere la questione non hanno trovato soluzione e dopo una lunga riunione tra attivisti, tenutasi durante la prima ondata di pandemia, un ennesimo colpo di scena ha preso alla sprovvista i 5 Stelle. A pochi giorni dall’incontro via web, il 29 maggio scorso, infatti, cinque deputati regionali sono fuoriusciti dal gruppo all’ARS, annunciando in una conferenza stampa la nascita di Attiva Sicilia. A sostenere il simbolo del partito, insieme a Sergio Tancredi, si è trovata la collega Valentina Palmeri, rappresentante la medesima provincia, quella di Trapani, la quale, dimenticatasi di avvisare gli attivisti conterranei della scelta, ha scatenato la loro ira. Infatti, ne hanno chiesto a gran voce le dimissioni, come previsto dalle regole alle quali si sono sottoposti tutti i candidati e strillate dai palchi in campagna elettorale. Dimissioni mai concesse ai suoi sostenitori. Erano poi presenti all’incontro con la stampa l’onorevole Angela Foti, Matteo Mangiacavallo e Elena Pagana.
Ma è quasi al termine dell’estate “calda” trapanese che è arrivata un’altra scossa per il territorio dove i grillini hanno letteralmente sbancato i competitors nelle diverse competizioni elettorali. In provincia di Trapani, infatti, si sono abbattute alcune vicende giudiziarie che hanno travolto alcune amministrazioni guidate dagli avversari politici. Questi eventi, però, non sono stati cavalcati come in passato dai grillini, i quali hanno assunto una linea molto morbida. Addirittura, sull’operazione antimafia della DDA di Palermo “Cutrara” del giugno scorso, in cui è rimasto coinvolto il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, è calato il silenzio della politica, destinato a rimanere tale fino a qualche giorno fa (vedremo più avanti perché).
Ai primi di settembre, ha lasciato il gruppo parlamentare nazionale dei pentastellati la deputata Piera Aiello, in rotta di collisione con la linea politica del M5S al governo. Anche l’onorevole Aiello infatti è stata eletta in provincia di Trapani. La dura prova dei pentastellati alla guida del paese, prima con la Lega e poi con il PD, ne avrebbe cambiato il volto, almeno dal punto di vista dei valori. Troppo alto il prezzo dei compromessi da pagare, in termini elettorali, per chi non si trova ad amministrare da solo.
Tuttavia, un primo dietrofront sulle ragioni che portano ad appoggiare un esecutivo si è avuto in Sicilia proprio dal gruppo Attiva Sicilia che, di recente, ha dato una mano al presidente della Regione Musumeci, respingendo insieme alla maggioranza di centrodestra e Italia Viva la mozione di censura sottoscritta da M5S, PD e Cento Passi nei confronti dell’assessore alla Sanità, Ruggero Razza. Gli ex pentastellati, infatti, in questa occasione hanno fatto appello alla responsabilità in tempi di pandemia, qualità che, evidentemente, non hanno ritenuto necessaria applicare nei confronti del governo nazionale giallo-rosso. Pure la deputata Aiello, passata al gruppo Misto, sembra avere trovato la strada giusta per fare approvare le sue proposte che nella commissione parlamentare di cui fa parte, quella dell’antimafia, non avrebbero invece visto luce quando si trovava a rappresentare la maggioranza penstastellata paradossalmente.
Sempre sul versante della commissione antimafia in settimana, come suddetto, è arrivata una notizia sull’operazione antimafia di Castellammare del Golfo. Il senatore Mario Giarrusso, membro della commissione citata, insieme ai colleghi Gianluigi Paragone, Saverio De Bonis, Gregorio De Falco e Tiziana Drago (tutti del gruppo misto ed ex grillini) ha presentato un’interrogazione alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in merito. Un’azione singolare, non certo per l’importanza, quanto per il fatto che sia portata avanti anche da parlamentari non siciliani e nemmeno della provincia in questione. I due isolani, Giarrusso e Drago, provengono da Catania.
La provincia di Trapani, come detto, è quella più colpita dagli addii dei 5 Stelle, nonostante abbia fatto il pienone dei voti a sostegno dei grillini in ogni competizione elettorale. Fino alle ultime europee i pentastellati della zona potevano contare in totale su ben nove esponenti parlamentari ai massimi livelli: Alfonzo Bonafede, Vincenzo Maurizio Santangelo, Piera Aiello, Antonio Lombardo, Francesco Mollame, Vita Martinciglio, Sergio Tancredi, Valentina Palmeri e Ignazio Corrao.
Sul futuro degli ultimi due, provenienti entrambi dalla medesima città, Alcamo, si stanno per effettuare le più svariate ipotesi. I Verdi europei hanno fatto sapere che prenderanno con calma la decisione se accogliere o meno nel loro gruppo Corrao e gli altri fuoriusciti a Bruxelles del M5S (Eleonora Evi, Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato). La conterranea Palmeri, dopo la notizia, ha fatto sapere che anche lei è in contatto con il partito degli ambientalisti in Europa. Tra i due non sembra esserci buon feeling, comunque.
A complicare le cose, le amministrative del 2021 nella città governata dai 5 Stelle, Alcamo, considerata la roccaforte del Movimento. A guida della città vi è il sindaco Domenico Surdi, fortemente voluto da Corrao come candidato alle elezioni locali nel 2016. Una vittoria che portò Alcamo ad essere definita “La città più grillina d’Italia”. Dopo l’abbandono di Corrao e Palmeri, la carica più alta dei 5 Stelle è ricoperta dal deputato Antonio Lombardo. Un vero problema, dunque, sul da farsi per gli esponenti della città più rappresentata che sembra essere stata colpita da un asteroide politico. In mano hanno, infatti, un importante bacino elettorale e poco tempo per spiegare ulteriori defezioni, che i cittadini potrebbero non accogliere così facilmente. Gli avversari politici prenderebbero la palla al balzo e potrebbero attribuire loro l’incapacità di gestire una fortuna di cui solamente dei bravi giocatori sarebbero in grado di servirsi. Probabilmente, le festività natalizie serviranno agli attivisti e ai rappresentanti in Consiglio comunale, non proprio in armonia tra loro, a fare il punto sulla situazione. Chissà, dunque, quale corpo celeste si poserà in questa città, se sarà una cometa o una stella cadente.