Le mareggiate di inizio autunno hanno quasi distrutto i solarium dello Stagnone. Colpa dell’incuria ma anche, a detta di Roberto Fiorentino, direttore della Riserva, di alcuni comportamenti discutibili che ne hanno inficiato la piena stabilità. Fra “auspicati” allevamenti ittici e acque calde minacciate da eventuali dragaggi, lo Stagnone è, a detta dello stesso direttore, come una persona di 50 anni tutto sommato in buona salute.
Cosa ne vogliamo di fare di questo Stagnone, Roberto Fiorentino? Chi se ne deve prendere cura?
Mi piace che lei mi abbia fatto questa domanda così chiariamo una volta per tutte le responsabilità. Il Libero Consorzio Comunale è nello Statuto della Regione Siciliana ed in realtà è ciò che rimane dell’ex provincia regionale di Trapani. Il Libero Consorzio è l’Ente che gestisce la Riserva Naturale Orientata dello Stagnone di Marsala, e siccome è un Ente, ha abbiamo bisogno dei soldi di trasferimento da parte della Regione, ma vede, noi abbiamo avuto in Sicilia una situazione beffarda.
Di che beffa parla?
La Regione, per prima, ha soppresso le province come da più parti si chiedeva e si voleva fare, qualche anno fa. Ricordiamo tutti il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano fare il plauso al presidente Rosario Crocetta. Dopo questo però ci siamo fermati. Nel cambiare la denominazione, cioè quando da provincia siamo diventati Libero Consorzio comunale, abbiamo avuto un danno.
Ci spieghi meglio.
Mentre nelle altre regioni italiane, le ex province sono diventate Aree Metropolitane, noi siamo rimasti Libero Consorzio e non abbiamo risorse perché non abbiamo avuto trasferimenti. Per quanto riguarda la Riserva dello Stagnone, se troveremo le risorse, chiaramente le destineremo.
E’ sotto gli occhi di tutti lo stato in cui versano i solarium. Il maltempo di quest’autunno ha dato il colpo di grazia ai già malandati pontili dello Stagnone. Cosa farà il Libero Consorzio per tentare di salvare il salvabile?
Anche l’anno scorso i pontili hanno avuto dei problemi e con le poche risorse che abbiamo, eravamo riusciti a ripristinarne l’uso di 5. Con le intemperie recenti, vere e proprie tempeste, anche il solarium parallelo alla strada ha avuto dei problemi. E questa non è una situazione imputabile all’Ente gestore. Per quanto riguarda gli altri 5 che hanno avuto dei danni, se riusciremo a trovare le risorse, provvederemo a manutenerli così come è avvenuto con gli altri 5 aggiustati l’anno scorso.
Se non troverete le risorse cosa succederà?
Saremo costretti a dismetterli e a chiedere la revoca della concessione.
Questi soldi chi ve li dovrebbe dare?
La Regione, ovvio. Aggiungo che c’è una sorta di denigrazione nei confronti dell’Ente gestore della Riserva, anche sui social, per quanto riguarda la manutenzione. Questo perché ormai il cittadino pensa che tutti quelli dell’amministrazione siano disonesti e anche nel momento in cui abbiamo aggiustato quei 5 pontili, nessuno ci ha ringraziati. In fondo, dire grazie, non costa nulla.
Perché i solarium sono così malridotti? E’ colpa solo del maltempo?
Il problema è che i pontili non sono stati nel tempo fruiti “soltanto” in maniera giusta ed onesta, cosa che in qualche modo, li avrebbe preservati.
Quali sono stati allora secondo lei i comportamenti sbagliati che ne hanno pregiudicato la stabilità?
Penso alle barchette attraccate ai solarium, una ad esempio che va ad ovest e una che va ad est. Questo continuo tirare ricorda un po’ la teoria del ferro filato. E poi penso ai giovanissimi sugli scooter che ci andavano sopra. Non è che la fruizione sia sempre stata idonea. Ci sono stati nel tempo anche comportamenti sbagliati, ma noi li abbiamo sempre aggiustati nonostante siamo ancora in una fase di commissariamento. Dal 2012, è così, non dobbiamo dimenticarlo. La provincia, dopo l’ultimo presidente, l’onorevole Turano, è stata commissariata ed fino ad ora è così. E dobbiamo ringraziare questi commissari che sono riusciti a sostenere le sorti di un’ Ente che è soppresso e non è facile.
Ma è anche vero che trattandosi di strutture in legno che, sebbene ben piantate nei fondali, sono soggette ad erosione e dunque hanno bisogno di costante manutenzione.
Certo, i pontili che si sono inabissati fanno parte di quei 5 che non abbiamo sistemato. Purtroppo anche l’altro parallelo alla strada, (quello del Principino per intenderci) ha avuto dei danni ma è stato di riparo alla strada. Ci sono stati anche dei crolli di muretto che costeggia la strada.
Chi li aggiusterà questi muretti?
La strada è comunale e tocca al Comune prendersene cura ma noi siamo in sinergia con il Comune quindi saranno i 2 capi dell’Amministrazione a dare l’indirizzo per far destreggiare l’Ente gestore e provvedere così alla fruizione. A noi dopotutto, interessa che la riserva vada fruita nel modo giusto.
Ci sono dei progetti che avete nel cassetto?
Sì, certo e il Comune di Marsala è il soggetto promotore e ha avuto il nostro appoggio. Tra l’altro questi progetti sono stati finanziati e ammessi al finanziamento. Parlo della pista ciclabile e quindi per forza di cose, quelle parti di strada danneggiate dalle mareggiate, e considerate poco idonee alle biciclette, saranno aggiustate. L’altro progetto è il trapianto della posidonia, la pianta marina che dà ossigeno alla Riserva.
A proposito di ossigenazione delle acque, a che punto è la tanto discussa apertura della bocca nord? Si parla ormai da tempo di un salvifico dragaggio che rimuovendo i detriti accumulati, consentirebbe un ricambio delle acque.
Anche questo è un progetto ammesso, non era un progetto esecutivo ma un progetto definitivo. Anche lì c’è da dire che bisogna stare attenti quando si parla di ossigenazione.
In che senso?
Le faccio un esempio: se in una vasca da bagno con acqua ad una certa temperatura, apriamo improvvisamente il rubinetto ed immettiamo acqua fredda, credo che la persona immersa ne risentirà immediatamente gli effetti e potrebbe correre dei rischi.
Lei mi sta dicendo che l’apertura della bocca nord potrebbe alterare l’equilibrio delle acque?
Se dovesse entrare acqua “nuova e fredda” improvvisamente, sì. Ma ovviamente saranno gli organi scientifici competenti a dare il loro parere. Dovrebbe essere fatto un po’ alla volta per mantenere la temperatura, per non turbare l’ecosistema.
Per quanto riguarda il progetto “Acquasal” di cui si è parlato e che sostanzialmente sarebbe l’installazione di un allevamento di pesci allo Stagnone, lei cosa ne pensa?
Il progetto dell’acqua coltura in realtà è un progetto pertinente e riguarda il restauro e la manutenzione di Villa Genna che si trova al di fuori del perimetro della Riserva dello Stagnone. Lì, il progetto prevede che ci sia una struttura dedicata alla didattica, all’accoglienza dei visitatori, soprattutto in concomitanza con il periodo scolastico. L’acquacoltura dovrebbe essere la pertinenza di questo progetto in quanto i visitatori, soprattutto bambini, dovrebbero vedere come un pesce diventa adulto. Anche lì, però, dovranno esprimersi gli organi competenti. Secondo me c’è stata un po’ di maretta su questo progetto perché c’è stato un decentramento sul focus.
E qual è secondo lei, il focus?
E’ Villa Genna. E dovrebbe essere fatto nelle acque antistanti, nell’Antica Salina, dove già c’era una volta l’allevamento. Sprecare questi soldi del progetto non è una buona idea proprio oggi che tutti ne abbiamo bisogno. Sarebbe fuori tempo, ecco.
Questo allevamento di pesci non sarebbe “soltanto” a scopo didattico ma anche con fini commerciali, giusto?
Certo. Non saremmo né in Finlandia né in Norvegia ma in una salina dello Stagnone. Si tratta dunque di scopi commerciali risicati.
Un suo appello per cercare di proteggere lo Stagnone?
Mi rivolgo ai cittadini, ai fruitori dello Stagnone. Lo Stagnone è vostro, non è dell’Ente gestore né mio, né di altri che hanno le competenze sull’area. Noi prima o poi andremo in pensione. Il bene è vostro. È giusto educare soprattutto i ragazzi a preservarlo, a tutelarlo e soprattutto a fare emergere in ognuno di loro il senso dell’appartenenza.
Dunque basta con gli scooter con cui arrivare fin quasi dentro l’acqua?
Certo, anche se io penso anche al rispetto in generale e intendo anche la pesca di frodo e a tutte le cose che possono alterare l’ecosistema. Deve essere considerato un bene comune.
Non ci sono più arcelle, è vero? Anche i pesci, ormai scarseggiano.
Questo è un fenomeno che si ha in tutto il Mediterraneo. Anzi ricordo che il 31 dicembre scade il termine per il rinnovo della licenza di pesca sportiva. Lo ricordo alle persone magari un po’ anziane che passano il loro tempo, pescando allo Stagnone e che hanno quest’hobby.
Le acque dello Stagnone godono di buona salute, tutto sommato?
Sì, e non lo dico solo io. Ci sono studi universitari che monitorano le acque da anni. Lo Stagnone è in buona salute e le acque sono pulite. Diciamo che lo Stagnone è come una persona di 50 anni.
Dunque una persona di “mezza età” che ha ancora molto da dare?
Sì, magari con un po’ di colesterolo e un po’ di glicemia ma che tutto sommato sta bene.
Tiziana Sferruggia