Deputato regionale di lungo corso (nonché assessore alla sanità con il governo Crocetta), Baldo Gucciardi ha seguito con attenzione i fatti che hanno portato alla nascita del nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte e alla scissione voluta dall’ex presidente Matteo Renzi.
Come valuta le novità politiche delle ultime settimane?
In Sicilia ripartiamo dalla decisione della commissione di garanzia di commissariare il Pd e di far ripartire il tesseramento. Nei prossimi giorni verranno individuati i vari step che porteranno al congresso regionale e a quelli provinciali e comunali. Siamo in ritardo di qualche settimana, a causa della crisi di governo che ha generato un diverso quadro politico in cui è maturata la nascita del nuovo governo Conte con il sostegno del Pd e del M5S.
Cosa pensa della scissione di Renzi?
Una sorpresa annunciata. La ritengo un errore che si poteva evitare, c’erano le condizioni per riportare a sintesi i vari ragionamenti interni al partito e la nascita del nuovo governo rappresentava un motivo in più per parlare di unità. Ci auguriamo che tutto ciò non rechi problemi al Paese.
Faraone è stato l’ultimo segretario regionale del Pd. La sua fuoriuscita può cambiare qualcosa nel partito in Sicilia?
Il risultato del congresso che ha eletto Faraone è stato annullato. Adesso c’è un commissario e ci sarà un nuovo congresso in cui si confronteranno programmi e progetti. I protagonisti di questo percorso saranno gli iscritti. Propedeutico a tutto dovrà però essere un nuovo tesseramento, che dovrà avvenire in maniera trasparente. Occorre un partito collegato con la società.
Alle prossime amministrative è immaginabile che l’accordo giallorosso venga riproposto in tutte le realtà?
Sono da sempre convinto che le fotocopie non hanno motivo di esistere. Ci sono specificità territoriali di cui tener conto. Eventuali accordi, anche sui territori, tra le forze che hanno dato vita al governo nazionale, possono nascere all’interno di un percorso in cui si discute e ci si confronta.
Per quanto riguarda Marsala, si attende la decisione del sindaco Di Girolamo circa una sua ricandidatura. Se dice sì, sarà automaticamente il vostro candidato per il 2020?
Di automatico non c’è nulla. Marsala non è un Comune qualunque, è uno dei più importanti della Sicilia. E’ una priorità che è già stata sottoposta al commissario che presto darà delle indicazioni. Da troppo tempo il Pd è senza una guida in città, viste le dimissioni della segretaria e del commissario (Antonella Milazzo e Domenico Venuti, ndr).
Farebbe bene Di Girolamo a ricandidarsi?
E’ una scelta che dovrà fare il Pd di Marsala. Non sarà frutto di una decisione personale. La candidatura non può essere calata dall’alto, né imposta dall’uscente, è doveroso passare da un dibattito interno al Pd. Sicuramente, occorre un giudizio politico su quanto accaduto in questi anni.
Detto del modello giallorosso, resta sullo sfondo un’altra opzione, che nella vicina Trapani ha portato alla vittoria di Giacomo Tranchida, vertice di una coalizione civica che ha raccolto sensibilità molto eterogenee. E’ un modello replicabile a Marsala?
Un orizzonte ampio e diverso rispetto al classico centrosinistra lo abbiamo visto anche a Palermo. In ogni caso, il modello Trapani andava bene in quel momento, perché i problemi del capoluogo rendevano necessaria una stagione straordinaria, con un sindaco eletto da una base democratica quanto più ampia possibile. Anche Marsala ha problemi complessi, delicati e annosi, per i quali serve una stagione straordinaria. Tuttavia, non è il momento di accordi a tavolino, occorre ascoltare i marsalesi e, in particolari, quei mondi vitali che sono protagonisti della vita della città.
Da alcune indiscrezioni, abbiamo appreso di un recente incontro tra lei e l’ex sindaco Carini, da alcuni ritenuto un potenziale candidato nel 2020. Conferma?
Un parlamentare incontra tante persone, anche se non tutti gli incontri hanno necessariamente una rilevanza politica. Marsala ha bisogno di sobrietà, di pensieri lunghi. Per questo continuerò a vedermi con persone che penso possano dare un contributo alla scelta che comunque sarà di competenza degli organi preposti.