E’ arrivata nei giorni scorsi al Comune di Marsala una nota, a firma dell’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone, in cui si sollecita l’amministrazione comunale a fornire notizie sul progetto “pubblico” di messa in sicurezza del Porto di Marsala. Come ha raccontato l’ex sindaco Giulia Adamo, nel corso di una conferenza stampa convocata un mese fa, “l’iter era completo e il progetto esecutivo, quasi cantierabile. Mancava solo una dichiarazione da parte del Comune in cui si diceva che i lavori di messa in sicurezza del Porto erano urgenti e indifferibili. Ma da Marsala non è mai arrivata questa dichiarazione. Dagli approfondimenti che abbiamo fatto, risulta che il Ministero abbia scritto più volte all’amministrazione, preannunciando la possibilità che in mancanza di risposte il progetto sarebbe stato bocciato”. Il progetto, come si ricorderà, parte dalla Regione, che poi aveva autorizzato Marsala a fungere da stazione appaltante su input della Adamo, che riteneva, in tal modo, di poter rendere più veloce l’iter. Da qui, dunque, l’interesse dell’assessore Falcone, che nella sua nota ricorda come “uno dei principali obiettivi strategici che il Governo regionale intende perseguire nell’attuale legislatura riguarda l’aumento della competitività portuale e interportuale dell’isola, mediante un sistema di infrastrutture e di trasporti intermodali che possa determinare un significativo aumento dei flussi turistici e del traffico marittimo”.
“In quest’ottica – si legge nella nota, inviata lo scorso 22 maggio – particolare importanza assume lo sviluppo delle aree portuale di Marsala per le quali questo assessorato riceve continue sollecitazioni dagli attori del territorio del Comune da lei sapientemente amministrato”. Alla luce di ciò, l’assessore Falcone invita l’amministrazione Di Girolamo “a fornire, con cortese sollecitudine, una dettagliata relazione sullo stato dell’arte del progetto unitamente ai relativi atti, documenti ed elaborati a corredo. Ciò al fine di approfondire e verificare, in sinergica collaborazione, la possibilità di proseguire e portare a compimento la progettazione dell’opera”. Sullo sfondo, ci sarebbe anche la possibilità che l’assessorato regionale tornasse stazione appaltante. “Ma – sottolinea l’onorevole Giulia Adamo – dovrebbe essere il Consiglio comunale ad attivarsi, con una seduta straordinaria, in cui, prendendo atto delle inadempienze del Comune, riportasse il progetto a Palermo. Così facendo, nel giro di 2-3 mesi si potrebbe far ripartire l’iter e ottenere, quantomeno, il finanziamento del primo stralcio. Resta il fatto, come ho detto in altre occasioni, che mi sembra una vicenda da Villaggio di Macondo, di cui non capisco le motivazioni”.