Gli studenti del Pascasino incontrano il Centro Antiviolenza “La Casa di Venere”: “In 7 anni oltre 300 donne accolte”

redazione

Gli studenti del Pascasino incontrano il Centro Antiviolenza “La Casa di Venere”: “In 7 anni oltre 300 donne accolte”

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venerdì 08 Marzo 2019 - 17:48

Sono giorni di riflessioni questi, in occasione della Giornata Internazionale della Violenza sulla Donna. I casi di violenza che la cronaca propone in questi giorni, ci fanno inorridire. Un fidanzato uccide la propria ragazza a Messina, nel palermitano un padre violenta la figlia perchè omosessuale. Non bastano delle mimose, o delle caramelle. Bisogna invece lottare per i propri diritti, soprattutto attuando una sensibilizzazione capillare che inizia dalla scuola primaria e da un ambiente familiare sano. Perchè la società patriarcale ha generato degli stereotipi e degli atteggiamenti che abbiamo sempre accettato come “normali” e che oggi invece sappiamo riconoscere perchè ne abbiamo gli strumenti. Ma i retaggi che ci portiamo dietro sono ancora molto forti e si possono trasmettere da generazione a generazione. Ecco perchè bisogna fermare questa catena. Come? Parlandone a volto scoperto. In questi giorni a Marsala si stanno svolgendo diverse iniziative per la Giornata della Donna; temi giuridici, artistici, culturali, che parlano del genere femminile nelle sue tante sfaccettature.

Questa mattina al Liceo “Pascasino” di Marsala, si è tenuto un incontro con il Centro Antiviolenza “La Casa di Venere” che ha raccolto i risultati del percorso formativo sulle discriminazioni di genere fatto dagli studenti del Liceo; per l’occasione sono stati presentati anche i lavori realizzati dal laboratorio per l’inclusione in vista dell’8 marzo: i ragazzi hanno dipinto di rosso due panchine “simbolo” dei posti occupati da ogni donna vittima di femminicidio. La preside Anna Maria Angileri ha accolto le operatrici del Centro Antiviolenza, Caterina Martinez, l’avvocato Roberta Anselmi e la Presidente Francesca Parrinello. “La Casa di Venere” sta diventando sempre più una solida realtà nel nostro territorio; ogni giorno e 24 ore su 24 le operatrici – formate ad hoc – si prendono cura della tutela di tutte le donne che subiscono abusi. Nato alla fine del 2011, il Centro fa parte del Coordinamento Donne Siciliane, un ente giuridico presente in tutta la Sicilia.

“Al Pascasino abbiamo affrontato l’excursus storico – ci ha detto Caterina Martinez – che ha portato ad istituzionalizzare la Giornata Internazionale della Donna, le lotte del movimento femminista per l’affermazione dei diritti, da quello di voto al divorzio. Ricordando anche la strage della fabbrica newyorkese in cui morirono tante operaie tra cui tre marsalesi”. Ma sono state affrontate anche tutte le problematiche che oggi, con l’attuale Governo, sono nodi che vengono al pettine. “Abbiamo parlato agli studenti del decreto Pillon che ci riporta indietro – ha continuato la Martinez -. Col decreto, ad esempio, il marito-padre violento potrà “condividere” il figlio con la moglie, quindi non perde la patria potestà. Non oso immaginare cosa potrà accadere con un provvedimento del genere”. Interessanti alcune domande delle studentesse.

Una ha chiesto alle operatrici: “Voi siete a favore dell’aborto?”. La Martinez ha detto loro: “Noi siamo per la libera scelta della donna”. Un’altra ragazza ha chiesto: “Come si vince la paura?”. Bella domanda che però ha una risposta complessa: “E’ difficile vincere la paura, molte donne si spaventano di chiedere aiuto, hanno paura del cambiamento e spesso tornano indietro, in un ambiente domestico violento di cui sono assuefatte”. La violenza si manifesta in diversi modi, non è solo fisica. Si manifesta con il linguaggio, con i gesti, con la sudditanza psicologica ed economica, per non parlare della violenza assistita, quella che subiscono i figli, trauma che si porteranno dietro per tutta la vita se non si interviene attraverso un adeguato percorso psicologico, perchè i modelli che hanno in casa sono un padre violento e una madre vittima che non reagisce per tanti motivi. Una donna spesso ha paura, nonostante gli abusi, a lasciare un marito violento perchè non sa come potrà sostentare se stessa e i propri figli.

La legale Roberta Anselmi ha poi parlato delle leggi che tutelano la donna. In Sicilia è la Legge Vinciullo la grande conquista della rete di donne dei Centri Antiviolenza dell’isola. La Presidente Francesca Parrinello invece, ha presentato alcuni dati de “La Casa di Venere”. Ogni settimana sono due le donne che vengono accolte, anche se il quadro generale è molto più ampio e grave. “In questi sette anni di attività, il nostro Centro Antiviolenza ha accolto oltre 300 donne e ne ha rifiugiato una cinquantina”. Rifugiare significa allontanare una donna dall’ambiente domestico in cui subisce violenze per portarla in una “casa ignota”, che solo le operatrici conoscono. “Attualmente – ha affermato infine la Parrinello -, abbiamo 10 donne che stanno affrontando un percorso psicologico ma tante sono le altre che stanno invece seguendo un iter legale di tutela”.

Dati Istat: il femminicidio, un massacro

Donne uccise da uomini, perché sono donne. Questo è il femminicidio. Un massacro, a vedere i numeri. L’Istat ha pubblicato una dettagliata inchiesta sul fenomeno dei femminicidi in Italia a cura di Fabio Bartolomeo, che è stato diffuso dal Ministero della giustizia – Direzione generale di statistica e analisi organizzativa. Circa 150 casi all’anno in Italia [157 nel 2012, 179 nel 2013, 152 nel 2014, 141 nel 2015, 145 nel 2016], un totale di circa 600 omicidi negli ultimi quattro anni. Significa che in Italia ogni due giorni (circa) viene uccisa una donna. Se ne contano migliaia nel mondo. Numeri da genocidio. Su 417 sentenze esaminate, 355 sono classificabili come femminicidio, che rappresenta l’85% dei casi. Dall’analisi delle sentenze si evince che nell’87,9% dei casi il rapporto tra autore e vittima è di uno a uno. Il 9,1% dei casi ha evidenziato un autore con più vittime (molto spesso sono i figli minori), mentre il 12,1% delle sentenze riguarda episodi con più autori a danno di una o più vittime. Sono quasi sempre gli uomini a uccidere le donne. Nell’88,5% dei casi l’autore del reato è un uomo e la vittima è una donna. In una piccola percentuale dei casi, due su cento, è successo che una donna fosse uccisa da un’altra donna. Emerge poi che nel 9,2% dei casi gli autori fossero in complicità uomini e donne a danno di altre donne. Infine, nel 9,5% dei casi, a fronte di uno o più autori del reato, le vittime sono più di una, inclusi uomini (il che include anche la categoria dei figli maschi della vittima).

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