Ieri, domenica 14 ottobre 2018, la comunità di cristiani costituenti la chiesa valdese di Trapani e Marsala, riunita a Marsala nella propria Assemblea annuale dedicata al rinnovo degli organi collegiali e alla programmazione dell’anno ecclesiastico, ha riflettuto sulla accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo, richiamata con forza dal recente Sinodo Valdese di Agosto; si è quindi soffermata sulle vicende che interessano Riace e ha approvato il seguente documento:
La chiesa valdese di Trapani e Marsala, considera l’accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo un compito e una responsabilità fondamentale per lo Stato italiano; considera l’esperienza di accoglienza ed integrazione realizzata nel piccolo comune calabrese di Riace un esempio straordinario per tutta la società italiana; tale esperienza, dinanzi ad eventuali difficoltà gestionali provocate dalla tipica complicazione burocratica, andrebbe aiutata dalle Istituzioni e non sanzionata; esprime solidarietà al sindaco di Riace per la sua opera di rivitalizzazione del proprio Comune e di accoglienza dei migranti.
E’ con stupore e profonda preoccupazione che questa piccola comunità di cristiani ha appreso che il Ministero dell’Interno ha deciso, sulla base di presunte irregolarità tecniche ed amministrative, la chiusura di tutte le attività sociali e di accoglienza, senza prendere in alcuna considerazione la vita e l’esperienza maturata da tutti gli abitanti del Comune, migranti e autoctoni. I migranti, nella Circolare del Ministero dell’Interno non vengono tenuti in alcun conto come persone e come titolari di diritti. Con sgomento constatiamo che si parla degli ospiti stranieri con il linguaggio freddo e burocratico dei numeri, per esempio, leggiamo nella suddetta Circolare : “alla data del 31 agosto scorso il beneficiario con codice 285366 (afferente al nucleo del capofamiglia cod. 285365 interessato) risultava ancora presente in banca dati”. La burocrazia, con le sue procedure, essenziali per il funzionamento di una società, rischia di compiere il male se gestita con freddezza e indifferenza, rischia di attentare alla serenità ed alla vita stessa delle persone mentre si esprime in maniera esteriormente obiettiva e quasi banale; di fronte a tale apparente banalità, è responsabilità non solo della Istituzioni pubbliche ma anche di ogni cittadino vigilare per la garanzia, in ogni occasione, della dignità dell’essere umano.