E’ già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo 104 del 10 agosto 2018 in merito alle detenzioni di armi. Da ieri è più semplice avere un’arma in casa, anche un Kalashnikov con meno restrizioni, detenzioni più lunghe ed estese anche ai cosiddetti “tirartori sportivi”. Quello che balza all’occhio – e che vede il Ministro dell’Interno Matteo Salvini vantarsi – sono le nuove disposizioni in cui è prevista anche la possibilità per il dententore di non avvisare i familiari della presenza in casa di un’arma. In un Paese dove c’è un alto tasso di femminicidi proprio all’interno delle mura domestiche e dove nel 2017, dati Istat, nello stesso mese di settembre, si sono registrati 3.935 decessi a causa di suicidi, non è certo motivo di… vanto.
Ma questo decreto, in realtà, attraversa un percorso annoso che tira in ballo le contemporanee vicende storiche italiane. La legge n. 185 del 1990 regola l’esportazione di armi che, nel 2016, sotto il Governo dell’ex premier Renzi, ha registrato un record storico: nel 2017 l’esportazione di armi si è attestata a 10,3 miliardi di euro, inferiori comunque ai 14,6 miliardi del 2016. Il Golfo Persico è l’area con cui l’Italia preferisce intraprendere più rapporti commerciali. Proprio nel periodo di picco massimo, l’allora sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, aveva inviato alle Camere una relazione su “Operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento” in cui i dati appaiono differenti rispetto a quelli resi noti dal Ministro degli Affari Esteri; per tale motivo quella relazione venne definita abbastanza controversa.
Ma parlare di uso di armi, significa anche fare riferimento a un’altra legge molto discussa – soprattutto dopo le recenti modifiche dal 2016 in poi. In origine, la normativa sulla Legittima Difesa, prevedeva un’importante proporzionalità tra difesa e offesa. Ad esempio, sparare alle spalle un uomo in fuga e senza possibilità di difendersi adeguatamente, comporta l’esclusione della legittima difesa. C’è però chi sostiene che la proporzionalità nei momenti più “concitati” – ovvero in cui il tempo per decidere sul da farsi è molto ridotto – venga a mancare, così come in alcune situazioni di serio pericolo come un’aggressione in casa, o in un negozio, nelle ore notturne. E difatti, nel maggio dello scorso anno, la Camera dei Deputati ha approvato il nuovo disegno di legge che consente l’uso di armi in reazione a rapine commesse di notte, aggirando la proporzionalità, in buona sostanza. La Lega allora, aveva presentato una proposta di legge volta a specificare l’uso della legittima difesa volta a respingere un ingresso violento di una o più persone anche travisate in un luogo privato. Ma la maggioranza di governo, ignorando questa sorta di “approfondimento” (a torto o ragione), ha approvato la nuova normativa sulla difesa personale. I voti favorevoli (ben 225 contro i 166 contrari) erano quelli di Partito Democratico, Area Popolare (ex Udc) e Civici e Innovatori di Mario Monti. Tra i contrari, tutta l’opposizione (Forza Italia, Lega, M5S) e alcuni alleati del PD come Sinistra Italiana. Qualcosa sembra non tornare, o forse sì: gli interessi economici a discapito del popolo, delle morti violente, della malasanità, del precariato, della “Cattiva Scuola”, dei ponti che crollano, delle città terremotate mai ricostruite.