Quando leggerete queste nostre note la vicenda della nave Diciotti sarà giunta al capolinea. Sarà probabilmente entrata nel porto di Trapani e i migranti, 67 riportano le cronache, saranno sbarcati e speriamo che abbino trovato una collocazione, come previsto peraltro, dignitosa e rispettosa delle norme e del vivere civile. Da quando si è tentati di fronteggiare il fenomeno con respingimenti e deviazioni, i morti in mare sono aumentati in maniera esponenziale. Noi non ci intendiamo di leggi, ma in punta di diritto si muore e nel caso delle vite di tanti poveri “disgraziati”, il diritto ad essere soccorsi deve prevalere su tutto. Uno si trova in mare, in balia delle onde, stanco, affamato e a forte rischio e noi dovremmo occuparci se si trova a poche miglia dalla nostra costa, piuttosto che di quella maltese? Ci dovremmo interessare se li soccorrono le Ong francesi, piuttosto che quelle tedesche? Finiamola. Chi sono i protagonisti della vicenda di ieri? Sessantasette migranti che dopo un odissea durata chissà quanti mesi, tra drammi familiari (lasciare la propria gente in cerca di fortuna, con la concreta possibilità di non rivederla più) e dopo avere attraversato spesso a piedi il deserto erano giunti in Libia. Qui tra angherie e violenze avevano aspettato il proprio “turno” per tentare tra le onde la sorte. Poi arrivati ad un passo dalla metà, si sono visti protagonisti di un tira e molla: sbarco o non sbarco. Ripetiamo: finiamola di giocare con i sentimenti della povera gente. Noi europei, per non parlare degli americani (vero presidente Trump?), abbiamo una storia fatta anche di schiavismo. Non sono trascorsi moltissimi anni da quando le navi dei bianchi sbarcavano in Africa, catturavano gli uomini e li portavano in stato di schiavitù a lavorare gratis nei campi, nelle case e nelle fabbriche. Sembra che alcuni dei 67 migranti (appena due), ad una certo punto della traversata si siano accorti che la prima nave che aveva prestato loro soccorso (su ordine di Roma?) avesse invertito la rotta per fare ritorno in Libia. Voi, con alle spalle la storia di cui sopra, che avreste fatto? Non vi sareste incazzati? E’ quello che è accaduto. Il ministro Salvini in ossequio non si sa a quale norma, ha subito dichiarato che li avrebbe fatti sbarcare, ma in manette. Speriamo che non sia accaduto. Chi viola le norme penali nel nostro Paese è giusto che paghi (e Salvini appartiene alla categoria dei politici, dove a pagare dovrebbero essere in tanti). Ma fortunatamente nella nostra democrazia, fallace quanto si vuole, non sono i ministri che arrestano la gente. Bastava fare attraccare la Diciotti e affidare alla polizia e alla magistratura trapanese le indagini su quanto era accaduto a bordo. Se c’era da arrestare qualcuno lo si arrestava. Ma gli altri, le donne e i bambini, andavano soccorsi subito sulla banchina e accolti umanamente. Smettiamola che per accontentare un certa parte dell’elettorato si buttino in mare (metaforicamente?) i poveri disgraziati che tanto hanno sofferto e che tanto hanno ancora da tribolare. Come in ogni corsivo in cui ci siamo occupati dell’argomento noi preferiamo concludere con la stessa frase: “Noi li accoglieremmo tutti”.
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