La fibromialgia e la nostra lotta silenziosa

Michela Albertini

MammAvventura

La fibromialgia e la nostra lotta silenziosa

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mercoledì 03 Dicembre 2025 - 06:40

Per non farci mancare nulla, dopo una serie di vicissitudini tra cui un paio di malattie esantematiche, una bella mononucleosi, un metatarso rotto e una sconvolgente sindrome neurologica di Guillan Barré, da un anno e mezzo a questa parte entra a far parte della nostra famiglia anche la fibromialgia. Pare, infatti, che se hai una molteplicità di sintomi diffusi e cronici che fai fatica persino a descrivere ma che non corrispondono ad alcuna patologia precisa, pare – dicevo – che tu abbia questa malattia vaga e indefinita chiamata fibromialgia. Che comprende tutto e niente. Ma, in certi giorni particolari, più tutto che niente.

Dunque, da giugno dell’anno scorso sono diventata una paziente fibromialgica. Che sembra anche uno scherzo del destino se si pensa che solo un paio di anni fa avevo scritto proprio un pezzo su una mamma alle prese con l’artrite reumatoide, sua vicina parente. Eppure, di divertente, in realtà, sembra ci sia poco. Perché questa cosina qui non solo è difficile da diagnosticare, da gestire e da curare, ma è anche talmente fastidiosa al punto da essere, certi giorni, invalidante a tutti gli effetti.

Capita, infatti, di svegliarsi la mattina in un corpo di una ultraottantenne e di avere la sensazione di aver dormito sotto un treno. In quelle giornate lì, c’è solo una frase che può funzionare: “Oggi Mamma ha i suoi dolori”. Come se i dolori fossero solo i miei. E come se nessuno potesse comprenderli o toccarli con mano o vederne le conseguenze. E, in effetti, è proprio così. “Oggi mamma ha i suoi dolori” è il nuovo motto per chiedere alle mie figlie un po’ di pietà o di comprensione o, almeno, un pò di tempo in più per rispondere alle loro continue richieste.

E, allora, in una delle mie notti insonne, quando sembrava di avere due scimmie attaccate ai polpacci, quando sentivo un macigno sulla schiena, quando non prendevo sonno neanche con il miorilassante più potente, ho pensato che davvero ognuno, nel proprio silenzio e nella propria solitudine, affronta la propria lotta più intima. Come meglio può, come meglio vuole, come meglio deve.

In una delle mie notti da fibromialgica ho pensato che ognuno di noi ha qualcosa di cui (pre)occuparsi e che se ci rendessimo conto che questa è una delle più grandi e comuni verità forse eviteremmo di discutere con tanta energia dei regali di Natale alle maestre, delle valutazioni di fine quadrimestre, delle pietanze poco gradite durante la mensa scolastica. E forse, ma dico forse, riserveremmo le nostre energie per questioni più preziose e, certamente, più interessanti per noi e per i nostri figli.

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