Quanta fretta, ma dove corri…

Michela Albertini

MammAvventura

Quanta fretta, ma dove corri…

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mercoledì 26 Novembre 2025 - 06:35

Mio figlio ha imparato a camminare a otto mesi. Mia figlia all’età di un anno parlava correttamente. Mia figlia a diciassette mesi dice “mamma” in cinese mandarino, fa le capriole ma anche il salto mortale carpiato all’indietro, conosce tutte le capitali europee e tutti gli stati d’America, prepara uova al tegamino, sa a memoria tutte le canzoni dei Queen, dei Beatles e dei Rolling Stones, frequenta il terzo liceo bilingue, in Erasmus, a Barcellona.

Bravi. No, sul serio, bravi. Beati voi che avete questa pazienza, questo acume intellettuale, questa perspicacia mentale, questa voglia di fare e questa sete di conoscere. Mentre scrivo questo pezzo le mie figlie sono in doccia che cantano a squarciagola una canzone neomelodica che sembra dire esclusivamente “Bam, bam, bam, il cuore mio fa bam bam bam”. Altro che Freddie Mercury e Bohemian Rhapsody. Di Freddie conosciamo soltanto il nome del cane del nostro vicino di casa, che abbaia tutto il giorno e anche tutta la notte.

Ma, onestamente, con tutta questa fretta dove andate. Chiedo per un amico, si dice così ormai. Sul serio, vorrei sapere dove siete diretti, magari vengo anche io. Vi vedo anticipare la scuola primaria a cinque anni non ancora compiuti, seguire corsi di inglese a pochi mesi dalla nascita, frequentare complesse lezioni di ginnastica artistica e partecipare, tutte entusiaste ed orgogliose, a gare ed esibizioni, neanche foste le madri di Vanessa Ferrari, in preparazione alle prossime Olimpiadi di Los Angeles. Vi vedo correre da un traguardo all’altro, quasi con ansia, mentre i vostri figli corrono insieme a voi, magari con il ciuccio ancora in bocca, da un impegno all’altro. La scuola primaria a tempo prolungato per il potenziamento della didattica, la danza classica propedeutica (che di propedeutico ha molto poco) cinque volte la settimana, il gruppo dei pulcini di calcio con raccomandazione per entrare negli esordienti, il gruppo formativo di coding che quello fa sempre bene, le feste di compleanno da Il castello delle cerimonie o in spa con le amiche del cuore, ricche di maschere di bellezza, massaggi rigeneranti, smalti glitterati, fettine di cetrioli sugli occhi.

Ma non lo dico con malizia, né con invidia, né con gelosia. Lo chiedo, veramente, con curiosità. Perché tutta questa fretta di crescere, di imparare, di fare, di apparire. Non sarebbe meglio preoccuparci, invece, dell’essere. Non sarebbe più opportuno lasciare giocare i nostri bimbi ancora un po’. Non sarebbe più semplice, per noi e per loro, rallentare?

Ecco, in un mondo che corre, noi stiamo rallentando. Stiamo facendo dei piccoli passi indietro che permettano loro di essere meno impegnate, meno stressate, meno stanche, meno tutto. Perché credo che tutto questo correre, alla fine, non ci porti alcuna medaglia. Andiamo piano, ma andiamo. Chè tanto si sa, the show must go on, ma può andare anche meno velocemente.

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