Non scriviamo da un po’ (io e me medesima). Ma probabilmente perché scegliere cosa scrivere diventa complesso. A casa mia funziona un po’ come il cambiamento climatico. Un giorno trenta gradi e panino con le panelle sul litorale Mediterraneo, il giorno dopo acquazzoni e gondole a remi, in giro per le vie dai tombini intasati. Allo stesso modo, un giorno siamo circondati da sorrisoni, abbracci, coccole e fiabe della buona notte. Al risveglio, ci ritroviamo con porte sbattute con violenza, silenzi di resistenza, sguardi da serial killer. I più esperti la chiamano pre-adolescenza. A me, in tutta onestà, sembra un grande rompimento di scatole. Eppure, c’è chi sostiene che, a tempo debito, affronteremo momenti peggiori e quelli di ora sembreranno solo gli ultimi teneri ed instabili residui di un’infanzia che non ritornerà più.
Tutto questo succede con la mia decenne, Chiara detta – in maniera poco originale – La Bro, come altri centinaia di decenni al mondo. Con la piccola, però, la situazione mica mi pare migliore. Cinque anni di lecca-lecca e dentini cariati, labubu diabolici sparsi in giro per casa, calzini sempre troppo stretti o troppo larghi, magliette macchiate di acquarello e Dio sa cos’altro. È Nina, di cui vi risparmio i soprannomi perché con lei rischiamo (sempre io e me medesima) davvero una denuncia per diffamazione. È diventata una tosta lei, da quando ha iniziato a coniugare i congiuntivi, a enunciare la sintassi complessa, a formulare minacce serie. Con lei, almeno a casa, devi stare attenta a quello che dici e come lo dici.
Infine, è entrato a far parte della famiglia un ultimo piccolo membro: il gatto. Il terzo essere vivente da sfamare e il terzo culetto da pulire. Ma, almeno, quando la gente in giro mi interroga sulle mie intenzioni di dare alla luce un maschietto, io ho la risposta pronta: “Abbiamo già Modestino, in famiglia!”.
Dunque, la quotidianità pare ogni giorno sempre più complicata, intrisa di impegni sempre più urgenti e, a quanto pare, improrogabili, tasse e spese di ogni genere, aspettative da parte del resto del mondo che sembra brutto dover deludere.
Andiamo avanti così, giorno dopo giorno, impegno dopo impegno, passo dopo passo, problemino dopo problemino. Perché ogni giorno là fuori (ma anche qui dentro casa) è una sfida. E a noi, chissà poi per quale assurdo motivo, non piace vincere facile.