Assistenza alla comunicazione nelle scuole trapanesi: tra diritti violati e responsabilità politica

redazione

Assistenza alla comunicazione nelle scuole trapanesi: tra diritti violati e responsabilità politica

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giovedì 16 Ottobre 2025 - 15:04

Ancora una volta, l’Anffas di Trapani interviene per fare chiarezza su aspetti fondamentali e troppo spesso travisati del PEI (Piano Educativo Individualizzato), un documento centrale nel percorso scolastico degli alunni con disabilità. Le numerose interpretazioni errate in merito alla connessione tra PEI e UVM (Unità di Valutazione Multidisciplinare) impongono una precisazione doverosa. Va infatti sottolineato che il coinvolgimento dell’UVM avviene esclusivamente su richiesta formale della famiglia del minore o dell’amministratore di sostegno, attraverso istanza agli Uffici dei Servizi Sociali del Comune di residenza. Tale istanza attiva un procedimento amministrativo ai sensi dell’art. 14 della Legge 328/2000, che prevede la realizzazione di un Progetto di Vita personalizzato, integrato e partecipato. Una volta ricevuta la richiesta, il Comune ha l’obbligo di coordinarsi con l’ASP competente per convocare l’UVM. Questa sarà composta da una equipe multidisciplinare, all’interno della quale sarà presente anche l’insegnante di sostegno, chiamato a collaborare all’integrazione del PEI nel più ampio contesto del Progetto di Vita della persona.

Chi è il “case manager”

La Commissione attribuisce quindi la responsabilità esecutiva del Progetto di Vita a un case manager, una figura tecnica designata dai Servizi Sociali comunali. Tuttavia, è importante chiarire un punto cruciale: l’attivazione del Progetto di Vita non è condizione necessaria per la validità del PEI, che resta pienamente legittimo e immediatamente attuabile, essendo approvato dal GLO (Gruppo di Lavoro Operativo), organo ufficiale e decisionale. In assenza di coinvolgimento dell’UVM, è il Dirigente Scolastico a detenere la responsabilità dell’attuazione e del monitoraggio del PEI.

PD: il ruolo dell’ASACOM: servizio essenziale, non accessorio

In questo contesto di diritti, responsabilità e complessità procedurali, si inserisce la questione – sempre più urgente – della continuità e qualità del servizio ASACOM (Assistenza alla Comunicazione e all’Autonomia), fondamentale per garantire una reale inclusione scolastica. Il Partito Democratico, attraverso la sua Unione Provinciale di Trapani, esprime una posizione netta: l’inclusione scolastica non è negoziabile, ma un diritto costituzionale da tutelare, un dovere politico da onorare. Ogni alunno e ogni alunna ha diritto a una scuola che accoglie, accompagna e valorizza, e ogni famiglia ha il diritto di sentirsi sostenuta dalle istituzioni, non abbandonata all’incertezza. Il PD denuncia con forza il costante rimpallo di responsabilità tra Governo Regionale e Nazionale sulla gestione del servizio ASACOM, considerato ancora da troppi come un servizio accessorio. Al contrario, si tratta di un servizio essenziale, che consente la comunicazione e la relazione educativa per migliaia di alunni e alunne con disabilità.

Un primo passo: l’aumento dei fondi per l’ASACOM

Positivo, in questo quadro, il lavoro svolto dal gruppo parlamentare del PD all’ARS, che – con il supporto delle opposizioni – ha ottenuto l’aumento del fondo destinato ai Comuni per il servizio ASACOM, spostando il dibattito dai proclami ai fatti. Una scelta concreta, che dimostra come la Politica possa essere al servizio delle persone più fragili. Ma non basta. Il servizio ASACOM continua a essere gestito in maniera frammentaria, con Comuni lasciati soli, senza risorse stabili né indicazioni normative chiare. Il risultato? Precarietà, discontinuità e disuguaglianze territoriali, con conseguenze pesanti per le famiglie, per i lavoratori del settore e – soprattutto – per gli studenti.

Secondo i dem serve un modello stabile, equo, condiviso

È urgente costruire un modello di governance chiaro, organico, condiviso, che veda coinvolti tutti gli attori: Regione, Comuni, ASP, Scuole, Famiglie, Terzo Settore, Associazionismo. Solo attraverso la cooperazione istituzionale e il riconoscimento del principio dell’accomodamento ragionevole, sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, sarà possibile garantire il diritto pieno e incondizionato alla partecipazione scolastica. Il PD lancia un appello al senso di responsabilità collettiva: non è accettabile che ogni anno migliaia di studenti vedano messo in discussione il proprio diritto allo studio a causa di soluzioni provvisorie, bandi tardivi, fondi insufficienti e ritardi amministrativi. Bisogna superare la logica dell’emergenza, per costruire un sistema stabile, trasparente ed equo su tutto il territorio.

Inclusione come visione politica, non gestione del problema

L’inclusione scolastica non può essere considerata un costo, ma un investimento sociale e civile. Non può essere delegata a singole figure o enti isolati, ma va garantita da uno Stato presente e responsabile, in grado di fornire le risorse necessarie, valorizzare le competenze esistenti e pianificare in modo sistemico il futuro dei nostri studenti. Inclusione significa visione politica, non semplice gestione di un’emergenza ricorrente. Ed è su questa visione che la società tutta – e la politica in particolare – è chiamata a misurare il proprio senso di giustizia, coerenza e responsabilità.

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