“Il caso della base F35 a Birgi arriverà alla Camera”

redazione

“Il caso della base F35 a Birgi arriverà alla Camera”

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martedì 07 Ottobre 2025 - 10:28

Europa Verde di Marsala ha espresso subito la forte preoccupazione per il progetto di trasformare l’aeroporto di Trapani-Birgi in un polo globale di addestramento dei caccia F-35. La marsalese Antonella Ingianni, dirigente nazionale del partito, ha portato il tema all’attenzione dei deputati Bonelli e Zanella che insieme agli onorevoli Fratoianni, Borrelli, Dori, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti e Zaratti del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra hanno presentato in Parlamento un’interrogazione a risposta scritta indirizzata ai Ministeri della Difesa, dell’Ambiente e Sicurezza Energetica e delle Infrastrutture e Trasporti, sollevando interrogativi cruciali sugli impatti ambientali, economici e sociali della Scuola di Addestramento. Si chiede in particolare che vengano valutati gli impatti sul paesaggio e sulle aree naturali, di conoscere la spesa complessiva prevista e l’incidenza del “polo di addestramento” sulla operatività dell’aeroporto civile “Vincenzo Florio”. L’on. Zanella chiede al Governo “… se non intenda rivedere la scelta di realizzare una nuova base militare a Trapani, escludendo così qualsiasi impatto negativo per l’ambiente, evitando contemporaneamente di aggiungere ulteriori strutture militari in una zona che ne è già gravata e qualsiasi impatto negativo per le attività produttive e per il turismo sostenibile in area di alto valore naturalistico”. 

“Si tratta di un passaggio fondamentale — sottolinea Antonella Ingianni — perché mette nero su bianco la preoccupazione condivisa da cittadini, associazioni e imprese turistiche: l’economia locale non può essere sacrificata a un progetto che contrasta con la vocazione del territorio e con la tutela delle aree naturali. La provincia di Trapani ha costruito la propria identità su turismo, agricoltura di qualità e patrimonio naturale: trasformare Birgi in un polo militare significa snaturare questa vocazione e compromettere la sicurezza, la salute e l’immagine di un’intera area. La Sicilia deve essere un laboratorio di pace e sostenibilità, non un campo d’addestramento”.

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