E’ destinato ad animarsi sempre di più, nelle prossime settimane, il dibattito nel trapanese sulla realizzazione di un nuovo polo di addestramento militare per i piloti degli f-35. Sulla vicenda interviene l’ex direttore del Parco di Pantelleria, Antonio Parrinello, che ha inviato una lettera ai sindaci, al presidente della provincia e ai parlamentari del territorio.
“Le recenti notizie sull’istituzione, presso l’aeroporto di Trapani Birgi, del secondo polo mondiale di addestramento per i piloti degli F-35, attualmente tra gli aerei da combattimento più avanzati e sensibili a livello tecnologico, utilizzati da molte potenze globali, impongono di aprire una riflessione ampia e condivisa sul futuro della nostra provincia – scrive Parrinello -. Birgi non è soltanto una pista militare: è la porta di accesso della Sicilia occidentale, un presidio vitale per il diritto alla mobilità dei cittadini e un motore indispensabile per il turismo e l’economia agricola. Non possiamo consentire che il suo ruolo venga ridotto esclusivamente a funzione militare, oscurando la dimensione civile e sociale che deve restare al centro della sua missione”.
A riguardo Parrinello ricorda che “dal 2007 lo Stato italiano ha istituito in Sicilia quattro Parchi nazionali. A distanza di quasi vent’anni, solo uno è diventato realtà: il Parco Nazionale di Pantelleria”, mentre resta bloccato l’iter relativo al Parco Nazionale delle Egadi e del litorale trapanese, che – secondo l’ex deputato regionale – potrebbe rappresentare una straordinaria occasione di rilancio per il nostro territorio, unendo tutela ambientale, sviluppo sostenibile e nuove prospettive di lavoro”.
“Non dobbiamo lasciarci ingannare da facili promesse che oggi provengono da più parti: si parla di uno sviluppo mirabolante dettato dalle industrie militari, di un numero straordinario di posti di lavoro che dovrebbero nascere grazie alla presenza di basi e armamenti. In un territorio come il nostro, dove la disoccupazione pesa e il lavoro è scarsissimo, è naturale che simili promesse attraggano l’attenzione. Ma sono false promesse. Basta guardare cosa accade attorno a tutte le basi americane nel mondo e in Italia. In Sicilia abbiamo un esempio lampante: Sigonella, che non ha portato sviluppo diffuso né benessere per le comunità locali, ma soltanto vincoli e marginalità. La risposta, per noi, è un’altra. È quella indicata da Papa Francesco nell’enciclica Laudato sì, che ci invita a prenderci cura della nostra Casa Comune, ricordandoci che “tutto è connesso” e che la custodia della bellezza del creato è inseparabile dalla pace tra i popoli. In questo momento ipercomplicato, in cui la tensione internazionale cresce e la guerra avanza, il nostro compito è attenuare i conflitti, costruire rapporti tra le comunità e offrire speranza.
Per questo oggi si tratta di scegliere con chiarezza: da un lato, la base militare, che rappresenta la logica della guerra, della chiusura e della dipendenza da false promesse di lavoro; dall’altro, il Parco Nazionale delle Egadi e del litorale trapanese, che incarna la logica della pace, della bellezza, dello sviluppo sostenibile e della libertà per le nostre comunità”.
Da qui l’appello lanciato agli amministratori e ai parlamentari trapanesi: “La legge istitutiva del Parco già esiste: non c’è bisogno di inventare nulla di nuovo, ma di completare un percorso. Tocca ai Sindaci e al territorio assumersi la responsabilità di essere protagonisti, guidando con unità questa battaglia civile. Ma soprattutto, spetta a Voi, Onorevoli eletti, dimostrare con i fatti e non con le parole da che parte state. Non possiamo accettare che chi ci rappresenta a Roma o a Palermo resti in silenzio davanti a una scelta così decisiva per il futuro del nostro territorio. Oggi, più che mai, dobbiamo abbracciare e preservare il nostro aeroporto con l’istituzione del Parco. La bellezza dei luoghi che circondano Birgi è il nostro vero scudo: essa ci permette di evitare lo scippo che lo trasformerebbe in un luogo esclusivamente militare e, al contrario, ci offre la possibilità di continuare a crescere attraverso lo sviluppo sostenibile, la valorizzazione del paesaggio e la trasmissione di questa eredità alle generazioni future. Per questo Vi chiedo di farVi promotori di un appello unitario, affinché l’iter di concretizzazione del Parco Nazionale delle Egadi e del litorale trapanese riparta subito e si chiuda in tempi brevi. È una battaglia di dignità, di identità e di visione”.
Condivido in pieno la scelta dei tempi, il contenuto, la forma e persino lo stile con cui Antonio Parrinello ha lanciato il suo appello accorato. In un contesto generale e particolare assai complesso, egli ha saputo, con intelligenza, competenza e sensibilità, mettere in evidenza, senza enfasi e retorica, i rischi che si possono correre nel caso arrivassero risposte vaghe e superficiali da parte di chi è chiamato al dovere e alla responsabilità di intervenire. Lo ha fatto con argomenti forti e persuasivi rispetto ai quali nessuno può rimanere indifferente. Bene ha fatto a citare l’enciclica di Papa Francesco, Laudato Sì. Che, in questi momenti di incertezza e di pericoli, sarebbe utile leggere e rileggere, non solo per riflettere ma anche agire, secondo le indicazioni in essa elencate. Filippo Piccione