Guaiana lancia l’allarme: “A Trapani asta degli assessori e clima avvelenato”

Carmela Barbara

Guaiana lancia l’allarme: “A Trapani asta degli assessori e clima avvelenato”

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giovedì 03 Luglio 2025 - 06:00

In una fase politica delicata e sempre più incerta per la città di Trapani, segnata da tensioni crescenti in Consiglio comunale e da un atteso rimpasto nella Giunta guidata dal sindaco Tranchida, si alza la voce critica del consigliere d’opposizione Giuseppe Guaiana. Ex presidente del Consiglio comunale, oggi tra i più attenti osservatori e protagonisti del dibattito cittadino, Guaiana non usa mezzi termini per descrivere lo scenario attuale: una politica sempre più piegata a logiche di potere, a discapito della trasparenza, delle competenze e del reale ascolto dei bisogni della comunità. In questa intervista, il consigliere traccia un’analisi lucida del clima politico che si respira a Palazzo Cavarretta, esprime forti riserve sulla gestione dell’Amministrazione comunale e apre uno spiraglio sul futuro, senza escludere, con senso di misura, un proprio possibile impegno diretto in un progetto di cambiamento per la città.

In una delle ultime sedute consiliari lei ha parlato di una sorta di “asta degli assessori” in vista del rimpasto della Giunta Tranchida: a cosa si riferisce esattamente?

Quella dell’“asta degli assessori” è un’espressione volutamente provocatoria, ma che fotografa una dinamica preoccupante: il rimpasto della Giunta sembra più il frutto di equilibri politici interni e scambi di favore tra gruppi consiliari, piuttosto che una riflessione seria su competenze, visione e risposte ai problemi della città. È come se le deleghe assessoriali e le postazioni di sottogoverno fossero diventate merce di scambio, piuttosto che strumenti per amministrare con efficacia. Ed è questo che ho inteso mettere in chiaro.

Chi entra e chi esce dalla Giunta secondo lei? Quali sono i nomi che circolano?

I nomi che circolano sono diversi, e come spesso accade in questi casi, si rincorrono indiscrezioni più o meno fondate. Non mi interessa tanto fare una lista di chi entra o chi esce, quanto sottolineare che i cambiamenti dovrebbero essere guidati da una logica programmatica. Se si cambia per soddisfare appetiti politici o calmierare tensioni di maggioranza, non si risolvono i problemi ma si posticipano esclusivamente. A Trapani servono assessori che conoscano le reali esigenze del territorio, che abbiano un rapporto diretto con la città e che agiscano con autonomia e responsabilità.

In Consiglio comunale a Trapani si respira un’aria sempre più pesante. Ormai sembra che si sia superato di gran lunga il livello della cordiale civiltà? Perché secondo lei?

Il clima in Consiglio è diventato teso perché si è persa la distinzione tra il confronto politico – anche duro, ma legittimo – e il conflitto personale. Quando si antepongono le appartenenze e i personalismi al bene comune, il dibattito si impoverisce e si degrada. Purtroppo, negli ultimi tempi, più che cercare sintesi e soluzioni, si assiste a continui scontri, spesso alimentati da scarsa trasparenza e da logiche di contrapposizione permanente. Le mancanze dell’attuale Amministrazione hanno fatto tutto il resto.

Ci sono i margini per tornare ad un clima più sereno o sarà sempre peggio secondo lei?

Credo che ci siano sempre i margini per ricostruire un clima politico civile, ma serve volontà. Serve una leadership che sappia ascoltare, riconoscere gli errori e costruire ponti. Finché si continuerà a difendere a oltranza l’indifendibile e a chiudersi in una logica di muro contro muro, la situazione non potrà che peggiorare. Ma se si riesce a rimettere al centro il rispetto delle istituzioni, la trasparenza amministrativa e il confronto costruttivo, si può ancora invertire la rotta. La nostra Trapani merita molto di più della continua propaganda.

Lei è stato presidente del Consiglio comunale e poi ha scelto di non rientrare nella maggioranza, diventando una voce critica. A distanza di tempo, come valuta le scelte del sindaco Tranchida e dell’Amministrazione? Crede esistano alternative credibili all’attuale linea di gestione della città?

La mia è stata una scelta di coerenza. Non potevo condividere più un’impostazione che ha progressivamente messo da parte il dialogo, le promesse fatte alla città e persino il rispetto dei ruoli istituzionali. Il sindaco Tranchida ha sicuramente portato avanti alcune azioni positive, ma negli ultimi tempi è evidente un logoramento del metodo e dei contenuti. Quanto alle alternative, certo che esistono: servono però credibilità, idee e una squadra nuova. Non basta dire “contro Tranchida”, bisogna proporre una visione diversa e realizzabile per Trapani.

Il suo nome compare in un sondaggio che sta girando in questi giorni sui social tra i papabili a nuovo sindaco di Trapani. È pronto a candidarsi?

Mi fa piacere sapere che il mio nome circoli tra i cittadini: è segno che qualcuno riconosce il mio impegno. Detto questo, non ho mai rincorso poltrone né costruito la mia attività politica in funzione di una candidatura. Se ci saranno le condizioni, i contenuti e una squadra credibile con cui costruire un progetto serio per Trapani, valuterò con responsabilità. Non è una questione di ambizione personale, ma di servizio e visione. La Città ha bisogno di scelte coraggiose, non di protagonismi né tantomeno di sondaggi dopati.

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