A Emilio Isgrò conferita la cittadinanza onoraria di Gibellina

Francesco Vinci

A Emilio Isgrò conferita la cittadinanza onoraria di Gibellina

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mercoledì 02 Luglio 2025 - 15:44

Con il conferimento della cittadinanza onoraria a Emilio Isgrò, venerdì 27 giugno al Museo di Arte Contemporanea di Gibellina, ha preso ufficialmente il via la quarantaquattresima edizione delle Orestiadi. Un’intera giornata, quella di venerdì scorso, dedicata a uno degli artisti viventi più poliedrici e originali che meglio hanno saputo interpretare negli anni l’essenza della ricostruzione culturale, e non soltanto urbanistica e architettonica, del territorio gibellinese dopo il terremoto del ’68.

Ed è proprio un testo teatrale di Isgrò, Gibella del martirio che ha inaugurato la prima edizione delle Orestiadi nel 1982 su commissione di Ludovico Corrao. Contrassegnati da un fermento creativo irripetibile, infatti, gli anni della ricostruzione di Gibellina hanno trasformato il comune belicino – fino a quel momento una località anonima e misconosciuta, di quei posti che esistono quasi soltanto nelle carte geografiche – in meta e crocevia di tanti attivisti e intellettuali provenienti da ogni parte d’Italia e in un luogo-simbolo, oltre che in un cantiere culturale di rilevanza internazionale, grazie prima di tutto alla figura ormai leggendaria di Corrao.

A dare l’avvio, in mattinata, al ragionato tributo per Emilio Isgrò è stata la presentazione nel granaio della Fondazione Orestiadi di Ludovico in bianco, l’opera con cui l’artista originario di Barcellona Pozzo di Gotto ha reso omaggio alla memoria dell’amico Corrao: una cancellatura dell’Orestea sullo sfondo di un’immagine del sindaco vestito di bianco. Più tardi, intervenendo alla cerimonia del conferimento della cittadinanza gibellinese, e menzionando anche il sindaco di Scicli presente tra il pubblico, Isgrò si soffermerà – tra l’altro – su quella che era l’utopia di Corrao: una Sicilia ‘pacificata’ in cui tutti i sindaci isolani si uniscono per la valorizzazione del territorio.

Mentre nella cerimonia del pomeriggio al MAC, durante la quale è stata conferita, alla presenza delle autorità e con il voto unanime del Consiglio Comunale, la cittadinanza onoraria di Gibellina a Emilio Isgrò, sono intervenuti – tra gli altri – il sindaco Salvatore Sutera, la neopresidente della Fondazione Orestiadi Francesca Corrao e Alfio Scuderi, direttore artistico delle Orestiadi che ha ricordato come Gibellina è stata nominata Capitale italiana dell’arte contemporanea per il 2026.

A seguire Martina Treu, Marco Bazzini e Andrea Cusumano hanno presentato il libro Io (non) cancello. La mia vita fraintesa, edito da Solferino e scritto da Emilio Isgrò con la critica d’arte Chiara Gatti, sottolineando il legame indissolubile dell’artista con il territorio di Gibellina e la sua continua ricerca sia materica che concettuale. Martina Treu, grecista e docente di Drammaturgia del mondo classico alla Iulm, ha parlato in particolare del teatro di Isgrò come assolutamente complementare alla sua produzione artistica.

Nel prendere la parola, alla fine, Emilio Isgrò ha ricordato l’amico e collega Arnaldo Pomodoro (“uomo generoso”) e l’attrice Francesca Benedetti (“la Maria Callas del teatro italiano”), entrambi recentemente scomparsi, e ha rivolto un appello agli imprenditori siciliani perché aiutino l’arte innovativa a sopravvivere, concludendo con una vera e propria provocazione di artista d’avanguardia: “Un vero artista cerca la verità, ma è molto attento a non trovarla”.

A suggellare il pomeriggio, Vincenzo Pirrotta ha magistralmente interpretato, sotto lo sguardo divertito e compiaciuto dell’autore, alcuni corposi estratti da San Rocco legge la lista dei miracoli e dell’orrore, un oratorio processionale in versi, uno dei testi più esemplari dell’estro drammaturgico di Isgrò.

Francesco Vinci

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