Tra la centralissima piazza della Repubblica a Mazara del Vallo e la piazza social di Facebook a quanto pare il passo è breve. Anzi brevissimo. Un’auto in sosta vietata, un ex sindaco al volante, e un video polemico su Facebook. Ingredienti che no, non costituiscono la trama di un film thriller né tantomeno di una fiction, ma cronaca vera, nuda e cruda, da Mazara. Accade infatti che l’ex sindaco Nicola Cristaldi, volto storico della politica cittadina e nazionale, venga multato dalla Polizia Municipale per aver parcheggiato dove non si poteva. In pieno giorno, in piazza della Repubblica, davanti ad alcuni agenti in servizio. Un fatto normale per chiunque, probabilmente non per chi è abituato a non passare inosservato.
Le polemiche dalla strada ai social
Il gesto ha innescato una reazione immediata. Cristaldi ha deciso di non accettare in silenzio la contravvenzione, affidando la sua protesta a un video-sfogo pubblicato sulla propria pagina Facebook. E nel fare i complimenti, in modo sincero ma anche sarcastico, alla Polizia Municipale per svolgere più alacremente il proprio lavoro da quando si è insediato il nuovo comandante Vincenzo Menfi, il tono dell’ex sindaco è quello indignato, quasi da persecuzione: “In quella zona si spaccia, si delinque, ci sono delle prostitute. E invece si fanno multe… a me”. Il riferimento è chiaro. Secondo Cristaldi, le priorità della Municipale dovrebbero essere altre. Non colpire chi “sta scaricando qualcosa” per svolgere la propria attività lavorativa, ma controllare “dieci metri più avanti”, dove a suo dire si commetterebbero reati ben più gravi. Un’argomentazione che ha fatto rapidamente il giro dei commenti, suscitando ironia, critiche e reazioni, alcune di apprezzamento per il video dell’ex sindaco, altre invece di condanna.
La risposta dell’assessore al ramo
Un video che però non è rimasto isolato. Ben presto è infatti arrivata la replica: a rispondere a tono ci ha infatti pensato Rino Giacalone, assessore alla Polizia Municipale, che ha replicato con un lungo post su Facebook: un intervento da un lato istituzionale, dall’altro anche fortemente personale e politico. Il tono è ironico, ma il messaggio è durissimo: “Le regole valgono per tutti. Anche alle 15. Anche col caldo africano”. Giacalone racconta di essere stato presente al momento dell’infrazione: “Lo vedo scendere dall’auto con andatura da padrone assoluto del feudo. Saluta e se ne va, tranquillo. Imperturbabile. Intoccabile”. Di qui la sanzione, richiesta dallo stesso assessore: “Perché non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B”. Il cuore del messaggio di Giacalone sta tutto in una frase: “Non ci si illumina d’immenso, se si spegne il rispetto per la legge”. Una citazione rivisitata, poetica e pungente, che chiude un post in cui Giacalone ammette di aver preso più multe da amministratore che da privato cittadino, e di averle sempre pagate “con umiltà, con dignità, senza post e senza lamentele”. Un passaggio, poi, vale come lezione di cittadinanza: “Chi fa rispettare le regole non è un farabutto. È un servitore corretto. Chi chiude un occhio non è buono. È complice”. E ancora: “Chi ha rappresentato le istituzioni dovrebbe essere il primo a dare l’esempio e l’ultimo a pretendere privilegi”.
La morale per dare l’esempio
La vicenda ha avuto un’eco ben oltre il confine delimitato da un reel o un post. E tutto questo perché in fondo racconta molto più di quanto sembra: il rapporto con le regole, l’uso dei social come tribunale personale, l’idea che l’autorevolezza coincida con l’impunità. Da un lato un ex sindaco che si sente penalizzato e perseguitato e che nel suo video vuol dare anche dei consigli al nuovo comandante della Pm. Dall’altro un assessore che ricorda (senza mai nominare direttamente l’ex primo cittadino) che nessuno è al di sopra della legge. Il tutto in una città, o meglio in una terra, dove le regole vengono troppo spesso ignorate, dove troppe volte si chiude più di un occhio e dove la civiltà, quella vera, fa fatica a radicarsi in maniera profonda all’interno della società. E dove spesso non ci si indigna per ciò che invece dovrebbe farci realmente indignare. A Mazara, insomma, le polemiche si accendono anche su una multa. E senz’altro bisognerebbe trovare un nuovo senso civico. Magari, chi lo sa, ripartendo proprio da questi episodi.