Terminati i funerali di Papa Francesco, con l’arrivo del feretro a Santa Maria Maggiore, la basilica che ospiterà la sua tomba, si parla di Conclave. L’ultima messa, prevista per domenica 4 maggio, segnerà la fine del lutto e l’inizio del periodo che sancisce le riunioni dei cardinali per eleggere il nuovo Papa. Secondo la normativa vaticana, la costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis“, il Conclave è previsto che inizi tra i 15 e i 20 giorni successivi alla morte del Pontefice, ovvero dal 6 al 10 maggio. Negli ultimi anni la regola è cambiata, infatti Papa Benedetto XVI ha infatti introdotto un emendamento alla normativa che autorizza le congregazioni generali a decidere di anticipare l’inizio, qualora a Roma fossero già giunti tutti i cardinali. Questo, quindi, potrebbe portare all’inizio del Conclave già tra il 5 e il 6 maggio. In ogni caso già dal 28 aprile la Cappella Sistina – che ospiterà i cardinali – sarà chiusa al pubblico. Resteranno invece aperti i Musei Vaticani.
Come votano i cardinali in Conclave
Sono 220 i cardinali arrivati già a Roma in questi giorni su 252. Ci sono gli elettori e i non elettori (può votare chi non ha compiuto 80 anni prima della morte del Papa). Nei giorni che precederanno il Conclave sarà poi necessario conoscersi, come già stanno facendo quelli presenti durante le Congregazioni generali. Il conclave inizia con la celebrazione di una messa chiamata pro eligendo Romano Pontefice durante la quale i cardinali riuniti nella Basilica di San Pietro si riuniscono per invocare lo Spirito Santo affinché li indirizzi nella scelta del nuovo Papa. Nel pomeriggio, invece, i cardinali elettori, che andranno effettivamente a votare il nuovo Pontefice, si radunano nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico, poco distante dalla Cappella Sistina dove avranno luogo le votazioni. Ognuno di loro indossa la veste rossa, a cui aggiungono il rocchetto, una sopraveste in pizzo bianca; la mozzetta, che copre le spalle e la berretta; un copricapo dalla forma vagamente cubica che viene indossata nelle cerimonie. Inizia quindi la processione verso la Cappella Sistina, mentre vengono intonate le litanie dei santi.
Il voto per l’elezione del nuovo Papa
Una volta giunti alla Cappella Sistina, il maestro delle celebrazioni liturgiche pronuncia la frase Extra Omnes, ovvero il “Fuori tutti” che dà ufficialmente il via alle fasi di voto. Da questo momento, infatti, le porte della Cappella Sistina si chiudono per lasciare i cardinali soli con l’affresco del Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti. Chiusi i contatti con l’esterno i cardinali pronunciano un giuramento in cui si impegnano a rispettare i vincoli della Costituzione, a ricoprire con fedeltà l’incarico da Papa qualora fossero eletti e a tenere il segreto su quello che avviene durante il periodo di voto. Poi, tutti cardinali elettori prestano un nuovo giuramento sui quattro Vangeli di Marco, Matteo, Luca e Giovanni chiedendo a Dio l’aiuto e per adempiere al meglio il proprio compito. Sono tre le fasi di ogni scrutinio: Antescrutinium, Scrutinium vere proprieque, Post-scrutinium. In estrema sintesi, si tratta della consegna delle schede di voto e delle operazioni preparatorie, del voto vero e proprio all’altare e poi il conteggio dei voti e la bruciatura delle schede nella stufa. Per l’elezione bisogna ottenere almeno i due terzi dei voti dei cardinali elettori. Si va al ballottaggio soltanto a partire dal 34esimo scrutinio (o dal 35esimo se si è votato anche il giorno di apertura del conclave) tra i due candidati che nell’ultimo scrutinio hanno ottenuto la maggioranza dei voti. Anche in questo caso è richiesta la maggioranza dei due terzi. I due cardinali rimasti in lizza per l’elezione non potranno partecipare attivamente al voto, avranno quindi solo voce passiva.