Dall’inizio del suo Pontificato, Papa Francesco ha tracciato un percorso chiaro e coraggioso contro le ingiustizie e le violenze che colpiscono i più deboli, in particolare quelle legate alla criminalità organizzata. Già nel suo primo viaggio apostolico, nel luglio 2013, il Papa scelse simbolicamente Lampedusa, porta d’Europa per i migranti. Qui celebrò una Messa toccante davanti al mare, luogo di morte per migliaia di persone in fuga. Condannò con forza l’“indifferenza globale”, parlando di una cultura dello scarto che ignora il dolore umano.Nel marzo 2014, alla vigilia della Giornata in ricordo delle vittime di mafia, Francesco celebrò una Santa Messa a Roma con i familiari di chi ha perso la vita per mano mafiosa. Davanti a volti segnati dal dolore, pronunciò parole durissime: “I mafiosi sono scomunicati”. Una dichiarazione senza precedenti, con cui riaffermava che la mafia è incompatibile con il Vangelo.Nel settembre 2018, durante la sua visita pastorale a Palermo, il Papa rese omaggio a don Pino Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993 e proclamato beato nel 2013. Durante la Messa al Foro Italico, Francesco invitò i giovani a non restare spettatori, ma a combattere il male con il bene, come fece don Puglisi con il suo sorriso disarmante e il suo impegno tra i ragazzi del Brancaccio.Con parole e gesti forti, Papa Francesco ha mostrato come il Vangelo non possa convivere con la violenza mafiosa, facendo della memoria e della denuncia strumenti di speranza e cambiamento.
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