“Emilia Pérez” è uno di quei film che o si amano o si odiano. Funziona così con i musical. E questo è un musical fuori dagli schemi. L’adattamento cinematografico dell’omonimo libretto scritto dal regista stesso, Jacques Audiard, è basato a sua volta sul romanzo di Boris Razon, “Écoute”, pubblicato nel 2018.
Un lungometraggio che si propone come un’innovazione del genere, anche se, a mio avviso, con qualche difetto, cercando di sensibilizzare con un tocco di modernità il tema della transizione di genere.
Sebbene si tratti di un tentativo claudicante e stereotipato sotto diversi punti di vista, è un’opera filmica degna di essere visionata, proprio in virtù del rischio che ha corso nell’essere proiettata.