La tragedia del trapanese Riccardo Mazzeo morto dopo un intervento cardiaco, medici indagati

redazione

La tragedia del trapanese Riccardo Mazzeo morto dopo un intervento cardiaco, medici indagati

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martedì 14 Gennaio 2025 - 11:44

La storia di Riccardo Mazzeo, un giovane di 16 anni, è quella di un ragazzo che, nonostante la grave patologia cardiaca congenita che lo aveva accompagnato fin dalla nascita, aveva trovato nella medicina e nell’assistenza dei medici la possibilità di vivere una vita, seppur fragile e segnata da numerosi interventi. La sua morte, avvenuta il 5 aprile 2024 presso l’ospedale Civico di Palermo, ha però assunto i toni di una tragedia irreparabile e, al contempo, di un mistero che solleva pesanti interrogativi sulla responsabilità del sistema sanitario. Riccardo era nato con una rara malformazione cardiaca che richiedeva periodici interventi chirurgici, tra cui l’inserimento di protesi e stent, spesso fuori dalla Sicilia. Da piccolo aveva già affrontato numerose operazioni, ma a sedici anni sembrava godere di una condizione di buona salute, seppur precaria. Il 5 marzo dello stesso anno, in seguito a una visita di controllo dal suo cardiologo, era stato consigliato un cateterismo cardiaco per monitorare la situazione del suo cuore.

I fatti: cosa è accaduto nell’aprile del 2024

Il 4 aprile 2024 Riccardo è stato ricoverato in Cardiologia pediatrica presso l’ospedale Civico di Palermo, dove il giorno successivo, 5 aprile, è stato sottoposto a un intervento di cateterismo cardiaco. La procedura, durata circa 45 minuti, non aveva presentato inizialmente alcuna complicanza. Tuttavia, poche ore dopo l’intervento, Riccardo ha cominciato a manifestare gravi segni di sofferenza. Nonostante i tentativi di rianimazione, è deceduto poco prima delle 23 dello stesso giorno. A destare dubbi sulla dinamica della morte di Riccardo sono le indagini avviate dalla Procura di Palermo, che ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a cinque membri del personale medico coinvolti nel trattamento del ragazzo. Tra questi figurano i chirurghi Michele Benedetto Saitta e Giorgio Romano, l’infermiere strumentista Aldo Giordano, e le anestesiste Silvia Comi e Francesca Quattrocchi, tutti accusati di omicidio colposo, ma anche di falso per aver dichiarato di aver correttamente conteggiato gli strumenti utilizzati durante l’operazione.

La morte di Riccardo: un errore durante l’intervento?

Secondo le indagini, a causare la morte del giovane sarebbe stato un errore nei controlli post-operatori: uno strumento chirurgico, un palloncino montato all’estremità di una sonda, era rimasto all’interno del corpo di Riccardo, probabilmente causandone la morte. I consulenti incaricati dalla Procura hanno rilevato che, non solo l’intervento di cateterismo non era strettamente necessario, ma che la morte di Riccardo avrebbe potuto essere evitata se solo i medici si fossero accorti in tempo della presenza dello strumento dimenticato. Il cateterismo cardiaco, infatti, avrebbe comportato rischi significativi per un paziente già provato da un cuore malato. Inoltre, i consulenti hanno osservato che la rottura della porzione terminale del filo-guida utilizzato durante la procedura, con la conseguente ritenzione del palloncino, sarebbe stata una complicanza evitabile, soprattutto se i medici avessero svolto i dovuti controlli al termine dell’operazione. In base alla documentazione disponibile, gli esperti hanno sottolineato che il cateterismo non avrebbe avuto una chiara giustificazione, soprattutto considerando il buon stato di salute apparente di Riccardo al momento dell’intervento. La sua morte, purtroppo, si è verificata proprio a causa di un errore umano nella gestione degli strumenti chirurgici.

La Procura di Palermo avvia le indagini

Le accuse rivolte agli indagati non si limitano alla negligenza durante l’intervento. I medici coinvolti avrebbero anche dichiarato falsamente di aver conteggiato correttamente gli strumenti al termine dell’intervento, una prassi fondamentale per evitare simili disastri. La Procura ora dovrà decidere se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo e falso, ma prima, i cinque indagati avranno la possibilità di presentarsi per un interrogatorio e fornire la loro versione dei fatti. Il dolore dei genitori di Riccardo e della sua famiglia, che hanno visto il loro figlio andare via troppo presto non per la malattia che lo aveva accompagnato dalla nascita, ma per un errore umano, è immenso. La verità su quanto accaduto dovrà emergere con chiarezza, e sarà la giustizia a fare il suo corso.

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