Come si usa la poesia in una raccolta di saggi di Antonino Contiliano

Francesco Vinci

Come si usa la poesia in una raccolta di saggi di Antonino Contiliano

Condividi su:

mercoledì 09 Ottobre 2024 - 08:46

Nonostante il suo titolo vagamente manualistico, Uso dell’arte e della poesia (Lithos, 2024, pp.217, euro 20) di Antonino Contiliano è un libro ‘difficile’, per lettori avveduti e poco frettolosi. Il sottotitolo (“è obbligatorio ciò che è proibito”), per la verità, non lascia spazio a possibili equivoci didascalici per questa nuova raccolta di saggi e interventi critici e teorici sulla poesia. Contiliano, d’altra parte, non è nuovo a questo genere di cortocircuiti e di sabotaggi (per utilizzare uno dei termini che gli sono più cari). Autore di molte raccolte di poesia, già esponente di spicco dello storico e glorioso Antigruppo siciliano, e intellettuale da sempre fattivo e inquieto sul territorio, Tonino ha attraversato da tipico cane sciolto tante stagioni culturali e politiche: un modello di rigore e di coerenza, a volte persino insostenibile, per chi ha il privilegio di conoscere i suoi scritti e di frequentare la sua biblioteca domestica. A differenza però dei tanti professionisti della irregolarità e della dissidenza, Contiliano è un solitario vero, autenticamente allergico per temperamento e per cultura ai salottini di ogni ordine grado e metratura e a ogni forma più o meno esibita di mondanità culturale, in quanto appartiene alla stirpe in via di estinzione degli autori ‘divisivi’, perché è un esempio radicale di fedeltà a sé stesso. Perché tutta la sua parabola di poeta, critico, saggista e agitatore dimostra come si possa nascere incendiari e morire incendiari, senza la minima tentazione di diventare a un certo punto – magari per necessità se non per destino – pompieri.

Alla poesia consolatoria dei buoni sentimenti e dei messaggi edificanti, e all’invadenza del nuovo poetese 2.0 che dilaga nei social, Contiliano continua infatti a opporre caparbiamente una parola poetica che si ‘usa’ e non si ‘consuma’, sempre improntata all’impegno politico, alla sperimentazione e alla contaminazione di nuovi linguaggi. E i saggi riuniti ora in questo libro – scritti in occasioni e tempi diversi (e precedentemente pubblicati su siti e riviste specializzate) – costituiscono, in parte, non soltanto l’ossatura teorica e autoriflessiva ma anche il naturale compimento dell’annoso e incessante lavoro di Contiliano come autore di testi poetici. D’altronde, come scrive puntualmente Francesca Medaglia, che alla produzione del Nostro ha dedicato due corposi saggi: “In Contiliano riflessione saggistica e afflato poetico si mescolano e, al fine di comprendere a pieno la sua visione poetica, è bene tentare di non scindere forzatamente le due ‘anime’ che compongono la sua riflessione artistica, quella del pensiero del critico e quella del poeta. Infatti, entrambe queste due tipologie di comunicazione, per quanto siano solitamente molto diverse e separate, in Contiliano divengono l’una il completamento dell’altra”.

Esattamente come accade per la sua poesia, nei saggi e negli interventi contenuti in questo libro, la riflessione di Contiliano adotta e fonda linguaggi e lessici di natura extraletteraria (scienza, fisica, filosofia, economia). Fittissima come al solito è la rete dei riferimenti culturali, così come continuo è il ricorso ai numi tutelari (Marx e Brecht, sopra tutti) che illuminano la scrittura densa e concettosa di queste pagine.

Francesco Muzzioli, lettore acuto e costante di tutta la produzione del poeta marsalese, e che ha curato la prefazione del volume, sottolinea il fatto che “Contiliano concepisce la poesia non soltanto come conoscenza, quanto come azione” e si sofferma sulla natura essenzialmente e formalmente “antagonista”, nonché dichiaratamente politica di questi scritti: “Di qui un certo stile dei saggi di Contiliano, il loro andamento incalzante, polemico e mobilitante”. E difatti, che si parli della poesia come di un “plusvalore” che non è ancora completamente “mercificabile” né “digitalizzabile”, nella società a capitalismo avanzato, o ci si immerga in una lettura originalissima dell’Infinito leopardiano (giusto per citare soltanto due tra i saggi più interessanti contenuti in questo libro), Contiliano sollecita strenuamente il lettore, spingendolo verso connessioni imprevedibili, e recuperando un “uso” della poesia stessa che forse abbiamo smarrito del tutto.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta