Marsala: il Fossato restituisce nuovi reperti dell’antica Lilibeo

redazione

Marsala: il Fossato restituisce nuovi reperti dell’antica Lilibeo

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giovedì 18 Aprile 2024 - 18:42

La direzione del Parco archeologico di Lilibeo-Marsala annuncia il ritrovamento di nuovi reperti, venuti alla luce in seguito a due campagne di scavo, che segnano la ripresa delle ricerche nei siti urbani, in cui la città di Marsala si sovrappone all’antica Lilibeo.

Nelle aree del Fossato punico (piazza Marconi/via Amendola) e di vico Infermeria, nell’ambito di un progetto di valorizzazione finanziato dal Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana – diretto dall’assessore Francesco Paolo Scarpinato – che ha consentito la preliminare bonifica dai rifiuti accumulatisi nel tempo e dalla vegetazione infestante – dal 22 febbraio sono in corso le indagini – condotte da Marco Correra archeologo della Cooperativa ArcheOfficina, con la direzione scientifica di Maria Grazia Griffo, archeologa del Parco di Lilibeo.

Obiettivo delle stesse indagini è comprendere e ricostruire le fasi storico-archeologiche di questo tratto del poderoso sistema difensivo della città antica.

Un primo saggio (SAS A) è stato eseguito nell’area adiacente al cosiddetto ‘Ponte di roccia’, costituito da uno sperone rettangolare risparmiato già in età punica (IV sec. a.C.). Tale ponte, che probabilmente si completava con una struttura costruita (forse lignea), attraversava il fossato conducendo nel punto più elevato della città. La ricerca in corso potrà fornire indicazioni utili alla comprensione della struttura originaria del ponte e, soprattutto, mira al raggiungimento del fondo del fossato che, stando alle fonti storiografiche, dovrebbe raggiungere una profondità di circa 12 metri.

Allo stato attuale dell’indagine, sono state intercettate le stratigrafie relative alla fase romana e tardo romana (I-IV sec d.C.). Lo scavo proseguirà con lo scopo di raggiungere gli strati relativi alla fase punica (IV sec. a.C.) e il fondo del fossato. L’indagine archeologica ha restituito abbondante ceramica di età romana e tardo romana: anfore, anforette, brocchette, coppe e lucerne, sia di produzione locale che d’importazione (terra sigillata africana). Un secondo saggio (SAS B) si sta conducendo nell’area del fossato sottostante il castello normanno-svevo, con l’obiettivo di raggiungere le fondazioni del muro di cinta compreso tra la torre circolare e la torre sud est. Lo scopo è di raggiungere la trincea di fondazione del castello, cercando così una conferma scientifica alla sua datazione, e nello stesso tempo verificare l’eventuale presenza di preesistenze relative a fortificazioni precedenti l’età medievale. Allo stato attuale dello scavo sono stati raggiunti gli strati relativi alla fase cinquecentesca, periodo nel quale viene costruito l’adiacente bastione di San Giacomo. I reperti restituiti sono, infatti, relativi a ciotole, scodelle e brocchette smaltate tardo e post medievali.

“Contestualmente – dichiara la direttrice del parco, Anna Occhipinti – si sta conducendo la pulitura archeologica dell’area insediativa di vico Infermeria, una piccola porzione di abitato d’età romana e medievale, ubicata tra il fossato e le fortificazioni puniche. L’area si presentava in parte ricoperta da interri moderni che non permettevano una facile lettura delle strutture murarie. Lo scopo della pulitura è di riportare alla luce le stratigrafie, le sezioni e le strutture murarie, indagate dalla Soprintendenza di Trapani nel 1987, e di redigere un rilievo dettagliato delle strutture architettoniche. L’Open Day di domenica 28 aprile, dalle ore 10 alle 13, sarà l’occasione per mostrare alla città un’anteprima dei nuovi interessanti dati emersi dalle ricerche archeologiche”.

Contemporaneamente, su via delle Ninfe/via Pomilia, nell’area nota agli studi come ‘Cooperativa Il Progresso’, in collaborazione con l’Università di Palermo, nell’ambito del Progetto di ricerca S.A.M.O.T.H.R.A.C.E., è in fase di realizzazione un laboratorio di archeologia sul campo, diretto da Giovanni Polizzi (Ricercatore in Metodologie della Ricerca Archeologica, Dipartimento Culture e Società UNIPA), sotto la direzione scientifica del personale tecnico del Parco. L’area demaniale costituisce un settore dell’antica città di Lilibeo in cui è possibile riconoscere diverse fasi di vita, che vanno dall’età ellenistica all’epoca tardo-romana. Scoperta nel 1982, in seguito a sondaggi esplorativi che permisero di riconoscere un ricchissimo deposito archeologico, è stata oggetto di ricerche sistematiche negli anni successivi (1984, 1986 e 1990) che portarono alla luce un lembo di abitato consistente in parte di due isolati, attraversati da un asse stradale nord-sud. Se le evidenze dell’isolato orientale non hanno consentito una chiara interpretazione dei resti, che sembrerebbero rimandare ad attività di spoliazione sistematica di edifici vicini (numerosi sono i blocchi accatastati uno accanto all’altro), quelle dell’isolato occidentale hanno permesso, invece, di riconoscere una ricca domus con atrio colonnato databile fra I e II sec. d.C. che si sovrappone a un’abitazione precedente databile al II sec. a.C. e dotata di atrio tetrastilo. Al di sotto delle strutture di questa dimora di epoca tardo-ellenistica, altri setti murari fanno supporre l’esistenza di un edificio ancora più antico, forse databile fra IV e III sec. a.C. e quindi attribuibile alle prime fasi di vita dell’antica Lilibeo.

Nonostante l’importanza dei rinvenimenti l’area non è mai stata oggetto di uno studio sistematico, ma dallo scorso anno, grazie al progetto S.A.M.O.T.H.R.A.C.E. – che prevede la revisione completa dei sistemi decorativi domestici di Lilibeo e la ricostruzione virtuale di alcune domus della città ellenistico romana – sono state riprese le ricerche sul campo con l’analisi dei numerosi reperti da mettere a confronto con quelli precedentemente rinvenuti. Le ricerche in corso, che si svolgeranno fino a a domani, 19 aprile, mirano a una più accurata acquisizione di informazioni in quei settori risparmiati dagli scavi precedenti, al fine di consentire una corretta lettura delle fasi di vita di questo settore dell’abitato lilibetano.

“Le indagini, che hanno realizzato la pulizia delle strutture in vista e delle sezioni di scavo esistenti, la rimozione dei testimoni di terra e il rilievo finale delle strutture – conclude la direttrice Occhipinti – stanno già fornendo nuovi, interessanti elementi per la comprensione delle fasi di vita della ricca dimora lilibetana, che saranno resi noti, in via preliminare, in occasione di una conferenza nel prossimo mese di maggio”.

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3 commenti

  1. Salvatore Palermo 19 Aprile 2024 09:00

    Grazie per l’interessante articolo e grazie a tutti gli operatori che rendono possibile questi lavori di tracciatura del nostro passato. Vedrete che, col tempo, si dimostrerà ciò che io penso da sempre: che Lilibaeum esisteva prima di Mothia. Cerchiamo, troveremo le prove.
    Salvatore

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  2. Molto interessante. Sarebbe assai importante informare costantemente i cittadini delle nuove scoperte. Molte persone potrebbero essere coinvolti dai ritrovamenti, appassionarsi ed essere più rispettosi del nostro territorio

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  3. Vito Arcangelo Reina 9 Settembre 2024 21:01

    “MARSALA DEVE ESSERE AMATA” Ogni cittadino dovrebbe amare la propria città, cominciando dall’Amministrazione. Il nuovo Sindaco, dovrà amare la sua città e farsi amare dai suoi cittadini, che ameranno la loro città ed il loro Sindaco. Marsala e’ conosciuta anche per Giuseppe Garibaldi, ma questa è una storia che è venuta fuori da sola. Marsala è una città d’arte, mare, vento, vendemmia, archeologia e deve essere difesa e valorizzata da coloro che la abitano, la vivono e l’amministrano. La realtà dei Beni Culturali, rappresenta la testimonianza di una lunga storia e di una fertile e straordinaria creatività costante nei secoli che hanno prodotto un patrimonio storico-artistico di grande valore. I Beni Culturali rappresentano una ricchezza anche in termini economici, forse l’unica di cui Marsala disponga in abbondanza. Il turismo è una voce importante della nostra economia, anzi costituisce la principale industria della Citta’ ed è proprio nel Patrimonio Culturale oltre che nella naturale bellezza ed attrattiva ambientale che devono stare i presupposti del suo successo. La trascuratezza di tale Patrimonio, caratteristico di Marsala, ha lasciato inesplorate tante potenzialità indebolendo la forza di richiamo che essa ha. Beni Naturali e Culturali e le condizioni generali di essi fanno di Marsala una città orientata al turismo ed ai Servizi Culturali e per far divenire ciò una delle forze trainanti dell’economia, occorre avviare una politica innovativa, un progetto che valorizzi le risorse e assicuri una corretta utilizzazione, garantendo la compatibilità tra “Conservazione” e “Godimento”, determinando un ripensamento dell’utilizzo del Territorio ed un adeguamento dei servizi.
    Il Patrimonio Storico e Artistico della Citta’ di Marsala è un immenso campo fertile, richiedente una cultura specifica per non aridire e per dare frutti di crescita e sviluppo. Solamente la coltivazione di tali risorse può mettere in moto ed assicurare solide fondamenta ad un nuovo modello di sviluppo nell’epoca della globalizzazione dei mercati. Al turista che si trova a passare tra le strade di Marsala l’abitante di Marsala e prima di lui il vigile urbano sotto la guida attenta dell’amministrazione e di chi la rappresenta si deve mostrare come colui che la ama, la difende e ne sa apprezzare anche le piccole cose, indirizzando, consigliando il visitatore nei vari luoghi meritevoli di essere visitati e farne apprezzare le bellezze, fatte di luoghi come i siti archeologici, le spiaggie cittadine purtroppo non curate, come per esempio quella della Salinella, il museo degli arazzi ed altri luoghi dove avvenimenti conosciuti o meno conosciuti ne hanno caratterizzato la storia e le radici. Colui e coloro che amano la propria città, vorrebbero vederla sempre più viva, ricca di energia positiva, di creatività, di cultura, di lavoro, in una sola parola di un grande flusso di idee che la proiettano verso il futuro. Concediamo nei giorni di Sabato e Domenica le nostre piazze alle cantine che oltre a promuovere con la collaborazione degli studenti del commerciale turistico i nostri vini, nel contempo daranno vitalita’ alla citta’ promuovendo il territorio.

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