Forza Italia e FdI: “Insieme elezioni Europee e Provinciali”

Gaspare De Blasi

Forza Italia e FdI: “Insieme elezioni Europee e Provinciali”

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giovedì 23 Novembre 2023 - 07:00

Passa in commissione all’Ars il finanziamento che consentirà di eleggere subito i vertici degli enti.

La commissione Bilancio all’Ars ha in pratica votato per il ripristino delle province in Sicilia. L’iter è più breve di quanto sembra ed ha origine da diatribe politiche all’interno del centro destra siciliano. Mentre dal suo quartier generale Totò Cuffaro prendeva atto del secco e inequivocabile rifiuto di una sorta di apparentamento ricevuto da Forza Italia, che adesso punta per le imminenti elezioni europee alla ricandidatura dell’uscente Caterina Chinnici (eletta nel Pd e passata poi al gruppo dei berlusconiani), a Palazzo dei Normanni si registrava un’accelerazione attesa da mesi sul ritorno al voto nelle ex Province.

È soltanto un sì alla norma nell’organismo parlamentare, al momento. Ma il segnale è chiarissimo: Forza Italia e Fratelli d’Italia (la commissione è presieduta dal meloniano Letterio Daidone e ha dato parere positivo all’emendamento del forzista Marco Falcone) hanno previsto 10 milioni di euro per coprire i costi della governance degli enti “di area vasta”. Sufficienti solo per sei mesi del 2024.

Conti alla mano, il disegno dei due parlamentari di maggioranza del governo Schifani mira a coprire i costi nella seconda metà dell’anno, lasciando intendere che l’elezione dei nuovi presidenti e dei Consigli provinciali potrebbe essere contestuale alle elezioni europee del prossimo giugno. In pratica sulla scheda per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo i siciliani non troveranno il simbolo della Dc di Cuffaro, ma neanche quelli di Lega e Mpa, che al contrario andranno al voto in federazione con un simbolo comune.

Una mossa, quella di FI e FdI, che punterebbe, secondo il loro intendimento, ad avvantaggiare i due maggiori partiti, creando confusione nell’elettorato che volesse votare simboli diversi su schede diverse per sostenere i partiti minori della coalizione.

I nervi, all’Ars, sono tesissimi, non soltanto da parte dei democristiani di Cuffaro, ma anche tra i leghisti e gli autonomisti. “È una scelta che non era stata concordata”, affermano diversi esponenti della maggioranza regionale che sostiene Renato Schifani, che a quanto si dice potrebbe essere il regista di questa operazione. Senza contare che al momento la norma non può vedere la luce senza l’abolizione della legge Delrio da parte del Parlamento nazionale.

“Con il parere positivo alla riforma delle Province – afferma il leader regionale dei 5Stelle Nuccio Di Paola – FdI e la maggioranza stanno andando contro il governo Meloni. Noi avevamo posto il problema dell’intera copertura finanziaria della riforma, ma loro se ne sono fregati. Potevano rallentare, invece stanno andando spediti”.

A replicare è la segretaria regionale della Lega Annalisa Tardino, che confida “…in un’accelerazione del procedimento legislativo nazionale che permetterà di far tornare l’elezione diretta nelle Province, a vantaggio dei cittadini”.

Ma oltre la difesa d’ufficio, la nuova gara alla spartizione delle candidature per la guida degli enti sembra essere già partita. In provincia di Trapani il centro destra punterebbe su un candidato gradito a Forza italia (un indipendente di area?) in ballottaggio con l’indicazione di Fratelli d’Italia che vorrebbe candidare un dirigente di antica appartenenza .

Ancora la Tardino avvisa gli alleati e si proietta già in pieno clima di spartizione delle poltrone: “La Lega si assicurerà la guida di almeno una tra Palermo, Catania e Messina. Del resto — aggiunge — il partito ha già rinunciato a posizioni di vertice in alcune città capoluogo. Gli alleati dovranno tenerne conto”.

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