In materia di rifiuti, la Sicilia modificherà il suo strumento di attuazione per permettere la realizzazione dei termovalorizzatori e superare il conflitto nato con il Ministero dell’Ambiente.
Al via quindi l’iter per ottenere la Valutazione ambientale strategica relativa all’aggiornamento e all’adeguamento del Piano regionale dei rifiuti. Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha presieduto stamattina a Palazzo d’Orleans un tavolo tecnico, alla presenza dell’assessore ai Rifiuti Roberto Di Mauro, del dirigente generale del dipartimento competente Calogero Burgio e di esperti e tecnici dell’amministrazione regionale.
Il nuovo documento è stato redatto, oltre che attraverso i dati pubblici messi a disposizione dall’Ispra, grazie al confronto con le Srr, società per la regolamentazione del servizio di gestione de rifiuti, e con i gestori attuali degli impianti, in modo tale da avere una “fotografia” reale della situazione nell’Isola.
Affrontato anche il tema dei termovalorizzatori, il cui dimensionamento sarà condizionato ai contenuti del nuovo Piano, per il quale da oggi partiranno i 45 giorni per la presentazione delle osservazioni. “Quello dei rifiuti – sottolinea il presidente Schifani – è uno dei temi prioritari del mio governo e per questo motivo ho voluto che questa prima riunione si tenesse qui in Presidenza per condividere insieme all’assessore strategia e tempistica prima della presentazione del Piano”.
La modifica serve anche a superare un braccio di ferro tra Palermo e Roma per i termovalorizzatori, più con gli uffici ministeriali che con il livello politico. Nei giorni scorsi, infatti, da alcuni ambienti della Capitale erano filtrate indiscrezioni in base alle quali prima di dare l’ok ai termovalorizzatori serve vuole il nuovo piano rifiuti. Già lo scorso anno Schifani parlava di due due termovalorizzatori, uno per la Sicilia occidentale e uno per la Sicilia orientale.
E veniamo alla situazione rifiuti a Marsala. Qui si doveva realizzare un digestore anaerobico di rifiuti urbani entro il 2022 con la tedesca Schmack Biogas S.r.l. società direttamente controllata da PLC S.p.A. che aveva sottoscritto con Ago Renewables S.p.A.. Il cronopragramma era stato redatto nel 2021. Poi la concessione di una proroga del termine per l’ultimazione dei lavori finalizzati alla realizzazione dell’impianto autorizzato alla società CH4 Energy S.r.l. con sede a Palermo, di 6 mesi, ovvero entro il 19/02/2023.
Sembra che la Asja Ambiente tempo fa, aveva investito 50 milioni per rilevare una piccola azienda siciliana, la CH4, presentando già un paio di progetti per la realizzazione di impianti di biogas: uno è proprio quello di Marsala. E potrebbe essere, in realtà, lo stesso.
A giugno infatti, qui, era entrato in esercizio il nuovo impianto Asja di produzione di biometano e compost da rifiuti organici (FORSU) nel territorio lilybetano, che promuove guarda caso un processo di digestione anaerobica. L’impianto, sarà in grado di trattare 58.000 tonnellate all’anno di FORSU e 9.600 tonnellate all’anno di sfalci e potature. Svolgerà un ruolo fondamentale per il fabbisogno di trattamento dei rifiuti per l’intero territorio trapanese e non solo.
L’impianto, grazie all’utilizzo di tecnologie innovative, produrrà 5.400.000 metri cubi all’anno di biometano, che sarà immesso direttamente nella rete di trasporto di Snam: si tratta di una quantità di biometano sufficiente a soddisfare il fabbisogno annuo medio di circa 3.700 famiglie, con un risparmio pari a 4.510 tonnellate di petrolio.
Il biometano, prodotto attraverso questo processo di digestione anaerobica, è una fonte energetica pulita e rinnovabile e contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra e al miglioramento della qualità dell’aria. L’impianto di Marsala produrrà altresì 19.000 tonnellate all’anno di compost di alta qualità: un fertilizzante naturale, ricco di nutrienti, che sarà utilizzato dall’agricoltura del territorio e contribuirà a migliorare la fertilità del suolo e la resa delle colture.