Emergenza idrica, Piano nuovi invasi anche nel trapanese. Si riuniscono i Consorzi di Bonifica

redazione

Emergenza idrica, Piano nuovi invasi anche nel trapanese. Si riuniscono i Consorzi di Bonifica

Condividi su:

venerdì 07 Luglio 2023 - 07:00

L’emergenza idrica, in parte sopperita con l’aumento del volume di acqua nelle dighe, anche quelle trapanesi, non cessa ed anzi ha portato le Autorità nazionale e regionali a riunirsi a Roma nell’annuale Assemblea dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.

Anche la Regione siciliana ha partecipato dopo che la Giunta Schifani, il 30 giugno scorso, ha approvato il disegno di legge di riforma dei Consorzi di bonifica e dell’intero sistema dell’irrigazione in Sicilia. La legge è ispirata al principio della integrazione degli obiettivi della tutela dell’equilibrio idrogeologico del territorio, dell’uso integrale e razionale della risorsa idrica e della garanzia di un servizio essenziale per l’agricoltura. Prevede, fra l’altro, la riduzione da 13 a 4 enti e una revisione del sistema tariffario e di finanziamento.

Il testo prevede che in luogo degli attuali 13 enti – gli undici consorzi “storici” ed i due consorzi della Sicilia occidentale e orientale – si passerà a un assetto basato su quattro organismi corrispondenti a bacini idrografici omogenei, tra cui quello Nord Occidentale di cui fa parte anche la Provincia di Trapani, area geografica isolana a forte rischio idrico. “L’Italia è un Paese idrogeologicamente fragile, per questo ha bisogno di una costante manutenzione, dalla montagna alle coste”, ha affermato il Presidente di ANBI, Francesco Vincenzi. Tra i tanti presenti, anche l’assessore siciliano Luca Sammartino.

Forte è stato il richiamo alla necessità di Piano straordinario 2023-2030 per la realizzazione di nuovi invasi sostenibili e multifunzionali, il cosiddetto “Piano Laghetti” per lo stoccaggio d’acqua da utilizzare nel momento del bisogno (attualmente l’89% dei 300 miliardi di metri cubi annuali di pioggia va perduto in mare).

L’obbiettivo è garantire disponibilità idrica non solo per fini irrigui, ma anche per le esigenze potabili e civili, industriali, energetiche, ambientali, turistico-ricreative, antincendio e per la sicurezza idrogeologica. Il Piano, da finanziare con un fondo pluriennale adeguato, dispone attualmente di un pacchetto di 389 progetti redatti dai Consorzi di bonifica e quasi già cantierabili.

Tali interventi determinerebbero effetti positivi sia sulla produzione agroalimentare del Paese (nel 2022, un valore di circa 580 miliardi di euro con circa 61 miliardi di euro di export), sia importanti benefici ecosistemici; importante sarebbe la ricaduta positiva sull’occupazione con l’attivazione di oltre 24.000 nuovi posti di lavoro.

E’ necessario un progressivo ampliamento ed efficientamento della superficie agricola, attrezzata con impianti irrigui collettivi (attualmente 3,5 milioni di ettari), attraverso soluzioni innovative per l’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica. Serve poi un Piano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per la messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico: dal consolidamento e sistemazione degli argini alla sistemazione degli alvei; dalla realizzazione di barriere contro la risalita del cuneo salino alle foci fluviali al  potenziamento delle idrovore.

E’ emerso come sia urgente rimuovere le limitazioni alla capacità di invaso dei bacini esistenti ridotta del 10% per il sedime accumulato sui fondali. Il Piano ANBI, a disposizione del Paese, prevede oltre 850 interventi per un investimento di oltre 4 miliardi di euro, capaci di sviluppare occupazione per circa 21.000 posti di lavoro. Il tema delle acque depurate è un tema da affrontare con concretezza, in quanto può essere una soluzione integrativa.

“Con la riforma dei Consorzi di Bonifica che il governo Schifani ha approvato la settimana scorsa, la Sicilia potrà recuperare trent’anni di ritardi, intoppi, mancati investimenti o investimenti improduttivi. Adotteremo finalmente un modello di gestione delle risorse irrigue basato sulla coerenza dei bacini idrografici e in tal modo potrà essere garantito un servizio che sia sinonimo di legalità e che sia in grado di accompagnare i nostri agricoltori nella sfida di portare le eccellenze siciliane in tutti i mercati internazionali”, ha detto Sammartino che è anche vice presidente della Regione Siciliana. 

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta