Sono giorni di compiti e di scrutini, pagelle e giudizi, e noi assieme alla promozione del figlio della nostra dirimpettaia di casa ( auguri…), abbiamo posto l’attenzione su un giudizio scolastico mediatico.
I ragazzi (crediamo due) che spararono pallini in faccia con una pistola ad un’insegnante, sono stati anche loro promossi. Poi l’episodio è finito sui social perché è stato regolarmente filmato dagli studenti. Da più parti ho sentito reclamare la bocciatura per questi ragazzi, il cinque in condotta, i lavori socialmente utili senza fare una riflessione più ampia, senza calare il tutto nel contesto. Non siamo d’accordo. Se erano sufficienti dal punto di vista didattico è giusto che siano stati portati avanti.
Altra cosa è il comportamento che andrebbe evidenziato con un voto basso in condotta, ma non tale da determinarne la bocciatura. La scuola è luogo di insegnamento, ma non solo di discipline scolastiche. Un professore spiega le espressioni ma deve cercare di capire a chi fornisce il suo insegnamento. Non è un gesto giustificabile quello che è stato fatto dai due ragazzi verso la loro insegnante. Sparare dei pallini da un banco è un reato non è uno scherzo. Questi giovani, come altri da alcune generazioni, non hanno ben chiaro le conseguenze delle proprie azioni. Ma la bocciatura va inquadrata all’interno di un ragionamento complesso. “…se si perde loro, la scuola non è più la scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati” (don Milani).
Quindi hanno fatto bene a non bocciarli ma avremmo dato loro un sei, un sette in condotta ( e non sappiamo se lo hanno fatto….). La scuola non è un istituto penale e non ha il compito di punire ma di intervenire. Sono due verbi ben diversi. Anzi la scuola è il posto giusto o tale dovrebbe essere se dei ragazzi hanno da risolvere dei nodi. Se fossimo stati al posto dell’insegnante colpita, nessuno sarebbe uscito da quell’aula se non ci avessero consegnato l’arma e chiesto scusa e da lì sarebbe partito un processo educativo.
Invece, non è avvenuto nulla. E’ facile pensare che il rapporto tra questa classe e questa docente fosse rotto da tempo. Perché bocciarli se hanno studiato raggiungendo la sufficienza? Per aumentare la loro rabbia nei confronti di una scuola che già gli ha donato banchi sgangherati, riscaldamento che funziona a singhiozzo, autobus che arriva con diversi minuti di ritardo e forse anche una professoressa inadeguata? E i pallini sparati in faccia? Certo meritano una severa punizione. Qualcuno reclama i lavori socialmente utili. Noi avremmo proposto un progetto di mediazione penale sul modello carcerario ovvero l’incontro tra gli autori del reato e la vittima. Vuoi mettere? Molto più difficile per loro che dei lavori socialmente utili o una lettera di scuse dei legali (oppure secondo qualche benpensante fuciliamoli, magari anche senza reintrodurre la pena di morte). “Tanto abbiamo vinto le elezioni e dobbiamo governare…”, non so se ci capite.