I nuovi ritrovamenti a Lilibeo. “Il Parco può diventare un museo a cielo aperto”

redazione

I nuovi ritrovamenti a Lilibeo. “Il Parco può diventare un museo a cielo aperto”

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sabato 12 Marzo 2022 - 10:49

Un ulteriore tassello sulla struttura urbanistica dell’antica Lilibeo e la realizzazione di un database sui reperti ritrovati nell’area di scavo. Questi i principali risultati dell’attività di ricerca condotta dall’Università di Ginevra all’interno del parco archeologico, illustrati nel corso di una conferenza che si è tenuta ieri pomeriggio presso il Museo Baglio Anselmi.

A relazionare sono state la professoressa Alessia Mistretta e l’archeologa Virginie Nobs dell’Ateneo svizzero.

“Sento un grande legame scientifico con questo sito”, ha affermato la docente e direttrice dello scavo che ha interessato, in particolare, l’insula IX, che in epoca recente ha avuto varie destinazioni (ippodromo, campo sportivo, area destinata alla fiera di maggio) prima della delimitazione per l’attività archeologica. In particolare, sono state ritrovate alcune tombe bisome, risalenti al VII secolo dopo Cristo, che lasciano pensare a un progressivo abbandono dell’area e a un suo utilizzo come necropoli. Il risultato in assoluto più significativo è considerato il ritrovamento di un ulteriore asse viario, che dovrebbe costituire un incrocio con la Plateia Aelia principale, che consente di rileggere le ricostruzioni finora accreditate in merito all’impianto viario dell’epoca. Altro importante ritrovamento è costituito da un’opera di ingegneria idraulica, che testimonia un accurato sistema di deflusso delle acque. “Purtroppo, come spesso accade, abbiamo trovato solo l’1% di questo monumentale complesso”, ha affermato la professoressa Mistretta.

Sistema di deflusso delle acque nell’antica Lilibeo

L’archeologa Nobs si è invece soffermata sull’accurata opera di catalogazione che ha portato all’inserimento di oltre 40 mila frammenti nella banca dati digitale del progetto Lilibeo.

Ad inizio pomeriggio, è stato proiettato un video saluto dell’assessore regionale ai beni culturali Alberto Samonà, mentre in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Marsala è intervenuto il vicesindaco Paolo Ruggieri, che ha auspicato più attenzione da parte dell’assessorato regionale per le attività di scavo.

“Questo parco intende dare grande impulso alla ricerca”, ha affermato la dirigente Anna Maria Parrinello sottolineando la missione di promozione del patrimonio storico-culturale che si intende perseguire, nel solco dello spirito costituzionale sancito dall’articolo 9 (non a caso, uno dei Principi Fondamentali della carta costituzionale). In quest’ottica si inserisce la collaborazione con l’Università di Ginevra, avviata nel 2015, con l’avvio del progetto Lilibeo che la professoressa Maria Grazia Griffo ha presentato come un articolato programma di ricerca volto a documentare le fasi di genesi e sviluppo dell’antica città. Un insediamento dalla storia gloriosa che – con ulteriori investimenti – può diventare, come auspicato dalla professoressa Mistretta “un museo all’aperto”, capace di attrarre studiosi e visitatori per conoscere un pezzo di storia del Mediterraneo, in cui si incontrano tracce diverse, delle più importanti civiltà dell’antichità.

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